Persone con le quali ho vissuto
Questa lista è in assoluto la più corta di tutte, perché non ho mai convissuto con nessuno che non fosse un parente, se non per brevi periodi di vacanza fuori casa. Certo, ho avuto amici come ospiti qualche notte, ma nessuna convivenza.
A questo punto approfitterò per unire due post del Listography Project: I miei libri preferiti.
Ecco, adesso ragioniamo. Sono una discreta lettrice, quindi questa lista rischia di essere molto lunga, pertanto mi limiterò a elencare, come ho fatto per i film, solo i libri che mi hanno colpita davvero in modo profondo e non semplicemente quelli che ritengo solo molto belli. Riporterò per ognuno di questi, un breve passo, con l’intento di risvegliare la vostra curiosità e portarvi per mano in libreria. Tengo a precisare che non è una classifica.
Eviterò anche i palesi capolavori tipo Cime tempestose, Il Signore degli Anelli o Ventimila leghe sotto i mari, tanto per capirci. Se dovessi fare una lista dei libri che mi sono piaciuti e che ho amato, non mi basterebbe certo un solo post.
Ne ho parlato nel post di ieri, quindi sapete già di cosa si tratta. Delizioso, geniale, irriverente, particolarissimo. Parla di alcuni avvenimenti della sua vita e di come ha scoperto la PCR (tecnica che ha permesso la mappatura del genoma) che lo ha portato alla vincita del premio Nobel per la chimica. Narra di episodi curiosi ed esperienze alquanto insolite da lui esperite, parla dell'astrologia, della sua partecipazione al processo di O. J. Simpson, del suo uso di droghe, sostiene che "la scienza dei media è una fesseria" per finire addirittura con l'ipotesi di essere stato rapito dagli alieni; gli accadde una notte del 1985, in un bosco nei pressi di Mendocino County in California.
"Credo che nel nostro cervello ci sia un luogo riservato alla "tristezza
per le storie d’amore finite", che cresce e si sviluppa con il passare
degli anni, costringendoci alla fine a farci piacere, contro la nostra
volontà, la musica country."
Il libro interseca due storie che si alternano: quella di Oskar, un ragazzino di nove anni e dei suoi nonni paterni. Oskar ha un dolore incolmabile: ha perso il padre adorato nell'attentato alle torri gemelle dell'11 settembre 2001. E' un ragazzo sveglio stracolmo di creatività, fantasia, sensibilità, curiosità e intraprendenza. Frugando nel ripostiglio del padre, trova una misteriosa chiave con la scritta 'Black', così decide di cercare tutti i Black di New York per sapere a chi appartiene e cosa apra. Un libro di una bellezza sconvolgente, come del resto ogni lavoro di Safran Foer. Vi consiglio di leggere il libro e casomai solo dopo vedere il film, perché è uno di quei libri impossibili da trasporre al cinema.
"Da bambina la mia vita era una musica che suonava sempre più forte. Tutto mi emozionava. Un cane che seguiva uno sconosciuto. Era una sensazione così intensa. Un calendario aperto sul mese sbagliato. Avrei potuto piangerci sopra. E piangevo. Quando finiva il fumo di un camino. Il modo in cui una bottiglia rovesciata si appoggiava sull'orlo della tavola.
Ho passato la mia vita imparando a sentire di meno. Sento di meno ogni giorno.
[…] Non ci si può difendere dalla tristezza senza difendersi dalla felicità."
Ho passato la mia vita imparando a sentire di meno. Sento di meno ogni giorno.
[…] Non ci si può difendere dalla tristezza senza difendersi dalla felicità."
Un libro che parla di un amore purissimo, di avventure di mare, di sapore di salsedine e profumi del sottobosco portati dal vento. Di una ragazza di nome Serena, che vive al di là della siepe e di Sirio, un poeta anziano, saggio come il Tempo. E’ un libro che scalda il cuore e dona speranza. Imperdibile.
Gli alberi sono vicini al cielo, conoscono più cose di noi e ci parlano se sappiamo ascoltarli. Sui loro rami ci sono le foglie e fra di esse stormisce il mistero del mondo.
Dal rumore degli alberi potrai capire da quale parte spira il vento.
Segui l’insegnamento degli alberi, se vuoi saper qualcosa di più della vita.
Il meglio della vita è nascosto in un angolo del cuore dove abitano i nostri sogni.
La natura ha concesso a tutti la possibilità di sognare: ai saggi, agli sprovveduti, ai poveri, ai ricchi, agli animali e persino agli alberi che si innalzano verso il cielo nella speranza di toccarlo con i loro rami più alti.
Le foreste sono piene di sogni, come i cieli di stelle.
Senza sogni moriremmo di noia perché essi ci aiutano a vivere e a sperare.
La loro lunga vita passa tra inverni freddi, piogge, uragani e nonostante tutto sono sempre rifioriti a primavera.
Gli alberi non hanno bisogno di credere in Dio, perché Lui è in loro da sempre; vivono nel segreto del seme dal quale sono nati e non hanno bisogno di sapere altro.
Tutte le loro sofferenze sono nascoste all’interno del loro fusto e solo quando vengono tagliati é possibile vedere dai loro anelli , il numero delle loro pene.
Le foglie cadute, che il vento ha portato via, sono le illusioni svanite, quelle che rimangono adagiate sull’erba sono i nostri sogni."
Il famosissimo libro parla di due storie che si intrecciano. Paloma, una ragazzina parigina che con mente lucida e un’intelligenza fuori dal comune, pianifica il suo suicidio come si potrebbe pianificare un matrimonio e Renée, la portinaia del palazzo dove Paloma vive con la sua ricca famiglia. Renée, vedova da qualche anno, nasconde a tutti la sua fine intelligenza, la sua enorme cultura e il suo sconfinato amore per la letteratura, il cinema e la filosofia poiché preferisce vivere una vita tranquilla e modesta lontano dagli sguardi indiscreti delle persone. Paloma e Renée si incontrano e si riconoscono come Anime simili grazie all'arrivo di un terzo personaggio: Kakuro Ozu, un signore giapponese. Questi saprà aprire il cuore della portinaia, farne uscire tutti i sentimenti ed i segreti più oscuri, liberarla dal peso del suo vecchio dolore durato quindici anni e, insieme a lei, farà capire a Paloma qualcosa in più sulla vita, qualcosa che nemmeno l'intelletto della ragazza aveva saputo cogliere.
Che ve lo dico a fare? Leggetelo, perché è una storia meravigliosa che merita di essere vissuta immergendosi a fondo nelle sue scorrevoli pagine.
“Sapete che cos’è una pioggia d’estate?
All’inizio la bellezza pura che irrompe nel cielo, quel timore rispettoso che si impadronisce del cuore, sentirsi così irrisori al centro stesso del sublime, così fragili e così ricolmi della maestà delle cose, sbalorditi, ghermiti, rapiti dalla magnificenza del mondo.
Dopo, percorrere un corridoio e d’improvviso penetrare in una stanza piena di luce. Un’altra dimensione, certezze appena nate. Il corpo non è più involucro, la mente abita le nuvole, sua è la potenza dell’acqua, si annunciano giorni felici, in una nuova nascita.
Poi, come le lacrime, che sono talvolta tonde, abbondanti e compassionevoli, si lasciano dietro una lunga spiaggia lavata dalla discordia, così per la pioggia estiva, spazzando via la polvere immobile, è per l’anima degli esseri come un respiro infinito.
Quindi certe piogge d’estate si radicano in noi come un nuovo cuore che batte all’unisono con l’altro.”
La verità sul caso Harry Quebert di Joël Dicker. Se vi siete persi il mio post su questo meraviglioso libro, fate un clic qua.
"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull’effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All’incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo aver letto l’ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un’emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito."
"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull’effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All’incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo aver letto l’ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un’emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito."
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