Alzi la mano chi non ama Sherlock Holmes.
Ecco bravi, giù quelle manine.
Come sicuramente sapete, il grande investigatore partorito dalla mente di Arthur Conan Doyle, vanta una vastità di rivisitazioni pressoché infinite. Da quelle teatrali a quelle cinematografiche, da quelle fumettistiche a quelle letterarie, dalle serie TV ai videogiochi e quest'oggi, per la mia rubrica Frammenti Videoludici, parleremo proprio di un gioco in particolare, il settimo della Frogwares sul personaggio di Holmes, ma il primo che sfrutta come motore grafico l'Unreal Engine 3.
Oggi parleremo quindi di Sherlock Holmes: Crimes and Punishments, del 2014, che ho avuto modo di giocare l'anno scorso.
Nei vecchi capitoli dedicati al consulente investigativo per antonomasia, le ambientazioni erano certamente meno tenebrose e più colorate. Questa volta, invece, le atmosfere cupe di una Londra vittoriana avvolta nella nebbia faranno da sfondo alle nostre indagini, rendendo il tutto decisamente più accattivante, immersivo e realistico.
I casi che andremo ad affrontare in questo capitolo sono sei, ognuno a sé stante e questa è la prima grande differenza che spicca (grafica e meccaniche di gioco a parte) rispetto ai vecchi capitoli che invece seguivano una lunga singola trama. Probabilmente lettori assidui di romanzi e amanti del cinema, risentiranno di questa scelta della Frogwares di "fare a pezzi" un videogioco, ma gli appassionati di serie TV apprezzeranno la suddivisione del gioco in singoli casi, perché sarà come guardare sei episodi della serie preferita del momento. Personalmente ho trovato la suddivisione in episodi molto bella, dandomi l'idea di fare sei brevi giochi diversi.
Certo, spezzettando il gioco in questo modo, l'immersione narrativa ne risente e il crescendo che si ha normalmente in una singola e lunga storia che si avvicina inesorabile e con pathos al finale, viene a mancare, ma trovo che sia una pecca sulla quale si può serenamente chiudere un occhio.
La meccanica di gioco l'ho trovata molto interessante, in particolare la raccolta di indizi e prove durante lo svolgimento delle indagini che porteranno sul finale a una catena di pensieri e connessioni logiche, da gestire in un'interfaccia che potremmo chiamare "neurale".
Purtroppo c'è da dire che la difficoltà dei casi non è mai all'altezza dell'immensa logica deduttiva del vero Sherlock Holmes (quello letterario, s'intende) e quasi sempre avremo ben chiaro il da farsi, anche se la caratterizzazione dei personaggi comprimari è ben fatta e difficilmente un sospetto vi risulterà palesemente colpevole. Insomma, tutti hanno un movente credibile e tutti sembrano invischiati fino al collo. Sul finale di ogni caso, saremo liberi di prendere la nostra decisione, scegliendo il destino di ogni sospettato.
Pur essendo annoverata fra le avventure punta e clicca, Crimes and Punishments non ha un inventario dove possiamo interagire con gli oggetti, poiché ogni oggetto raccolto verrà usato immediatamente o, se si tratta di un documento, archiviato nel nostro taccuino per poterlo rileggere a piacimento. L'interfaccia di gioco si compone quindi di un taccuino, con delle linguette, nelle quali troveremo elencati gli obiettivi della missione, la mappa di Londra con i luoghi d'interesse, le prove raccolte, i dialoghi svolti e la lista dei sospettati.
L'interfaccia "neurale" è una cosa a parte e ci permetterà di collegare pensieri, deduzioni e prove, al fine di giungere a una conclusione riguardo il nome del possibile colpevole. Ogni volta che sceglieremo chi incolpare del misfatto, potremo fare due scelte morali ben diverse. La prima, più dura, è giudicare colpevole il sospetto e sbatterlo in prigione, la seconda, più morbida, è assolverlo malgrado il reato commesso, adducendo una serie di motivazioni etiche e morali.
Vi faccio un esempio. Caso A: è colpevole e deve scontare la sua pena. Caso B: è colpevole, ma ha fatto quello che ha fatto per legittima difesa (ad esempio), quindi vanno comprese le sue motivazioni e assolto.
L'interazione con gli NPC è molto semplice. Sherlock può fermare il tempo per osservare attentamente l'interlocutore notando così particolari che ad altri sfuggirebbero, come il segno al dito lasciato da un anello mancante, il gomito di una lussuosa giacca rattoppato o magari la punta delle dita ingiallite, tipiche di un consumatore assiduo di tabacco. In questo modo si accumulano dettagli che possono essere utili per capire se il soggetto ci sta apertamente mentendo asserendo, ad esempio, che non fuma.
Un'altra particolarità, o meglio capacità, del nostro consulente londinese, sarà quella di poter vedere cosa è accaduto in precedenza, usando l'immaginazione.
Riguardo queste due perks però c'è da dire una cosa: sarà il gioco a dirvi quando è arrivato il momento di usarle e questo è un vero peccato. Una limitazione che vincola troppo il giocatore (esperto e non) che ci arriverebbe da solo e senza aiuti, rendendo l'investigazione più intrigante. Gli enigmi non saranno mai troppo ostici e (altra pecca, secondo me) volendo potrete bypassarli usando il tasto "salta".
Mentre l'aspetto grafico è decisamente migliorato rispetto ai titoli precedenti, permettendoci di ammirare una Londra vittoriana uscita direttamente dalle pagine di Conan Doyle, la meccanica di gioco unita a enigmi troppo facili e a una storyline estremamente guidata (per non parlare dei tempi di caricamento fra una location e l'altra troppo lunghi), lascia al giocatore poco spazio d'azione, rendendolo forse troppo passivo e poco protagonista. Questa, forse, la pecca più grande.
La colonna sonora è invece eccellente così come il doppiaggio inglese e le ambientazioni di gioco.
Come ho detto prima, i sei casi sono completamente diversi fra di loro e in nessun modo intrecciati. Vediamo un pochino di trama, caso per caso:
The Fate of Black Peter:
Peter Carey, conosciuto come Black Peter, un capitano di baleniere in pensione con un problema di alcolismo, viene ritrovato nel suo capanno degli attrezzi, ucciso con un arpione. Chi può avere una forza tale da impalare un uomo con un arpione e perché?
The Riddle on the Rails:
Un treno scompare dai binari nelle campagne dello Staffordshire. Come può svanire nel nulla un convoglio di chissà quante tonnellate?
The Blood Bath:
Un famoso archeologo viene rinvenuto cadavere in una sauna delle terme romane di Bath. Perché il corpo è stato posizionato come in un rituale e come è possibile che la porta sia chiusa dall'interno?
The Abbey Grange Affair:
Un aristocratico dal carattere irascibile viene ucciso durante una rapina in casa da parte di un manipolo di malviventi che prendono in ostaggio anche la moglie. Si tratta davvero di una rapina finita male o c'è dell'altro?
The Kew Gardens Drama:
Un banale furto di piante esotiche da un giardino botanico nasconde molto di più. Per la precisione un omicidio, quello del direttore del giardino, avvenuto qualche giorno prima. Omicidio e furto sono davvero collegati?
The Half-Moon Affair:
Wiggins, il capo della banda dei ragazzini aiutanti di Sherlock, ovvero "gli irregolari di Baker Street", ha un fratello, il quale viene accusato di omicidio plurimo e arrestato. Questa volta sarà Holmes ad aiutare Wiggins, indagando sulla presunta colpevolezza del ragazzo.
Ogni caso vi ruberà più o meno un paio d'ore, a seconda di quanto siete pignoli.
Per concludere questa mia recensione, posso dire che gli amanti di Sherlock Holmes lo apprezzeranno molto così come i neofiti, ma i videogiocatori incalliti e appassionati di avventure grafiche risentiranno delle diverse pecche riscontrate. A proposito di pecche, aggiungo che io, malgrado ciò che dichiarano altre recensioni in giro per la rete, non ho avuto cali di framerate o problemi analoghi. Sul mio PC, Crimes and Punishments si è comportato benissimo.
Vi lascio con una curiosità trovata su Wikipedia e con il trailer :)
Nel corso del gioco, in particolare nelle sequenze d'intermezzo tra uno scenario e l'altro, si potrà notare Sherlock Holmes intento a leggere il romanzo di Fëdor Dostoevskij Delitto e castigo (Crimes and Punishments in inglese, da cui il titolo). Nel finale di gioco Holmes avrà anche una discussione con suo fratello Mycroft Holmes e il suo amico Dottor Watson sul libro stesso.