Quest’oggi ho il piacere di ospitare nel mio blog una
persona che, mannaggiaallapeppetta, non sapete quanto invidio. Sto parlando del
mio ex collega Paolo Leone. Chissà,
magari qualcuno di voi lo ha già sentito nominare, forse leggendo il suo nome
sui giornali accanto a parole quasi sconosciute come downshifting o couchsurfing.
Sì, perché Paolo, suo malgrado è diventato anche famoso.
Paolo ha preso una decisione importante e coraggiosa, una
decisione che tutti noi abbiamo sognato di prendere almeno una volta nella
vita. Io, ad esempio, ci penso ogni santo giorno. La decisione di mollare la
famosa baracca e gli altrettanto famosi burattini e andare via. Attenzione
però: non sto parlando di fuggire, ma semplicemente di andare, zaino in
spalla, a conoscere il resto del mondo. Viaggiare, nel vero e unico senso della
parola.
Paolo Leone, o Pleone per gli amici, è nato a Termoli, in
Molise, 31 anni fa. Laureato in informatica, ha vissuto e lavorato a Bologna e
per un periodo siamo stati colleghi. Spesso, come tutti noi, si è ritrovato a
pensare di sprecare il suo tempo vivendo una vita piatta e monotona, ma il 7
luglio dell’anno appena trascorso, proprio il giorno del suo compleanno, non si
è limitato a pensarlo di nuovo: questa volta ha proprio preso una decisione
irrevocabile.
Si è detto “Girerò
il mondo in autostop”.
Paolo è partito a metà settembre del 2014 realizzando il
sogno di molti. Vi chiederete come ha fatto. Beh, per prima cosa ha venduto
auto e moto, ha lasciato il lavoro, ha disdetto il contratto di affitto e ha
racimolato qualche soldo vendendo tutte le cose superflue che non gli servivano
più. Ha comprato un bello zaino, una Gopro e lo stretto necessario per mettersi
in marcia. Con una tenda, un notebook e il suo pollice all’insù è partito per
il suo viaggio, il suo sogno. Ubriacarsi di vita, esperienze, conoscenza,
culture, usi, costumi, sapori, colori e profumi. Paolo adesso è come un enorme
libro bianco pronto ad accogliere le storie delle persone che incontra, pronto
ad annotare il suo personale diario di bordo dove raccoglierà ciò che ha visto,
toccato, mangiato e respirato.
Paolo, ora, E’ il viaggio stesso.
Il tramite che porterà noi sognatori un po’ vigliacchi a
visitare il mondo insieme a lui, seguendo il suo itinerario tramite svariati
canali come Facebook, Instagram, Twitter, Youtube e il suo blog.
Con i suoi immancabili occhiali da sole colorati che cambia
a seconda del suo umore, passa da una città all’altra in autostop e non ha
nessuna intenzione di fermarsi, almeno per ora.
Per molti potrebbe sembrare una follia, qualcuno storcerà il
naso dicendo che se ha abbandonato un lavoro sicuro in tempo di crisi è un
pazzo o un ingenuo, ma vi assicuro, perché un pochino lo conosco, che non è
nessuna delle due cose. Paolo è una persona brillante, intelligente e con la
testa saldamente attaccata al collo, oltre ad essere un professionista serio
nel suo campo. Questa scelta è stata ponderata, preparata a tavolino prestando
la dovuta attenzione a ogni dettaglio, dai vaccini necessari,
all’alimentazione, ai documenti. Paolo è un sognatore, è vero, ma con i piedi
per terra.
Pensate che ha anche stilato una lista di dieci comandamenti da
seguire a tutti i costi. Eccoli qua:
- Durata minima del
viaggio: 6 mesi. Non si torna indietro, se non per gravi accadimenti. La durata
massima non è specificata.
- Si viaggia in
autostop. Si paga lo spostamento solo in casi estremi come:
a. Traversata oceanica (se non si può tramite lavoro in barca, si va in aereo)
b. Infortuni, condizioni di salute, emergenza - L’alloggio deve
necessariamente essere trovato tramite amici, couchsurfing o presso ostelli
(possibilmente pagati in cambio di lavoro).
- Il cibo deve
essere a km zero. Limitare il più possibile fast food e catene, a meno di
pranzi offerti, fame estrema o finanze in rosso.
- Finanze: il budget
iniziale sarà dettato dalla vendita dell’auto, della moto e delle chincaglierie
in casa. Quel budget potrà essere incrementato solo tramite lavori durante il
viaggio o donazioni. Se finiscono i soldi si torna a casa.
- Il blog va
costantemente aggiornato, con post e con i check-in nei vari luoghi visitati.
- Ogni buona azione
va premiata: chi mi aiuterà finirà per direttissima nella pagina dei
ringraziamenti.
- Tutte le cartoline
promesse (vedi la pagina apposita per capire meglio) vanno spedite.
- Nelle foto devo
avere sempre un paio di occhiali da sole in testa.
- Sentire la mia
famiglia almeno una volta a settimana.
“…capisco
che prima di stare bene con gli altri e con il mondo, devo stare bene con me
stesso. Ho voglia di ubriacarmi di vita, di conoscere tutto e tutti. Quello che
accadrà dopo non mi importa e non mi spaventa. So che il futuro mi si
presenterà sotto forme diverse, sono fiducioso e allo stesso tempo ansioso. Non
vedo l’ora di partire. E quindi che viaggio intorno al mondo sia, in autostop.”
Bene, sentiamo dalla viva voce di Paolo, come sta andando il
suo viaggio.
Ciao,
hello, salut, ¡hola!, olá e ora anche salam alikoum, Paolo! Grazie infinite di
aver dedicato del tempo a questa intervista e la prima domanda che ti faccio è:
in che città sei adesso, di preciso? E dove stai poggiando le chiappe in questo
momento? Un divano? Un bar? Una panchina? I gradini di una cattedrale? Insomma,
where are you, now?
Serena, grazie a te per esserti interessata alla mia storia
:)
Ora sto seduto su una panchina del lungomare di Puerto de la Cruz, a Tenerife. Davanti a me c'è il mare (piuttosto agitato) e una distesa di sabbia nera, vulcanica.
Ora sto seduto su una panchina del lungomare di Puerto de la Cruz, a Tenerife. Davanti a me c'è il mare (piuttosto agitato) e una distesa di sabbia nera, vulcanica.
Non c'è il sole che speravo, ma l'inverno è mite e mi
permette di rilassarmi e di godermi degli splendidi paesaggi.
Ci
spieghi, con parole semplici, che cos’è il downshifting?
Per farla semplicissima: il downshifting è una filosofia di vita che si basa sulla
diminuzione del carico di lavoro a favore di più tempo libero per se stessi.
Quindi mettere da parte ambiziosissime carriere per tornare a fare ciò che ci
fa stare davvero bene. Bisogna stare attenti a non confondere downshifting con pigrizia: lavorare
meno NON significa girarsi i pollici. Semplicemente alcune ore che avrei
dedicato a fare siti web di biscotti, ora le utilizzo per fare foto e
viaggiare.
Questo mi rende molto più felice e soddisfatto, sicuramente
più squattrinato, ma non mi importa... la felicità non si compra al mercato.
E il couchsurfing?
Letteralmente significa “navigare sul divano” e in
pratica è un sistema per mettere in contatto i viaggiatori di tutto il mondo al
fine di aiutarsi a vicenda.
Chi ospita non chiede alcun compenso per il posto che offre, ma il surfer solitamente ricambia l’ospitalità in ogni modo possibile: aiuto nelle pulizie, cucina, condividendo racconti di viaggio, insegnando la propria lingua …
La cosa importante del couchsurfing è capirne lo spirito: se viaggi, hai sicuramente qualcosa da condividere con chi ti accoglie in casa. Se ospiti hai sicuramente qualcosa da imparare da chi sta viaggiando.
Nel mio piccolo, ho condiviso alcuni consigli basati sulla mia esperienza su come trovare da dormire sul mio blog :)
Chi ospita non chiede alcun compenso per il posto che offre, ma il surfer solitamente ricambia l’ospitalità in ogni modo possibile: aiuto nelle pulizie, cucina, condividendo racconti di viaggio, insegnando la propria lingua …
La cosa importante del couchsurfing è capirne lo spirito: se viaggi, hai sicuramente qualcosa da condividere con chi ti accoglie in casa. Se ospiti hai sicuramente qualcosa da imparare da chi sta viaggiando.
Nel mio piccolo, ho condiviso alcuni consigli basati sulla mia esperienza su come trovare da dormire sul mio blog :)
Da
quando sei partito, qual è stato più o meno il tuo itinerario?
Sono partito da Termoli, la mia città natale, e mi sono
diretto in Svizzera, poi scendendo giù per la Francia per sbarcare in Spagna
dove sono rimasto un bel po'.
Dopo la Spagna ho fatto un salto in Portogallo per poi
tornare nuovamente in Spagna prima di sbarcare per la prima volta in Africa per
tre lunghe settimane in Marocco.
Ed ora eccomi qui, alle Canarie... ma il bello deve ancora
venire :)
Qui c'è
la lista completa delle città che ho visitato fin ora :)
Quando
hai detto ad amici e parenti che saresti partito da solo in autostop per girare
il mondo, qual è stata la reazione generale? Pensi ci sia stata più
comprensione o condiscendenza?
La prima volta che sono tornato a casa per comunicarlo sono
rimasto sorpreso dalla reazione dei miei genitori: pensavo che mi avrebbero
dato del matto o comunque sarebbero rimasti un po’ “delusi”. E invece no.
Mi madre mi ha detto: “se è quello che ti fa felice, vai. Sarò felice anche io”.
Mio padre invece: “ma quindi non torni a Natale?”
Di fronte a tanta comprensione e amore non ho potuto fare altro che rimanere a bocca aperta. E ho davvero capito che avrei avuto il supporto di tutti.
Mio padre mi ha anche intagliato un “amuleto” portafortuna. L’ha fatto lui, in legno, scrivendoci sopra queste parole “Tanta fortuna e serenità dal tuo papà”. L’ho attaccato allo zaino.
E ora entrambi mi seguono e commentano su Facebook.
Mi madre mi ha detto: “se è quello che ti fa felice, vai. Sarò felice anche io”.
Mio padre invece: “ma quindi non torni a Natale?”
Di fronte a tanta comprensione e amore non ho potuto fare altro che rimanere a bocca aperta. E ho davvero capito che avrei avuto il supporto di tutti.
Mio padre mi ha anche intagliato un “amuleto” portafortuna. L’ha fatto lui, in legno, scrivendoci sopra queste parole “Tanta fortuna e serenità dal tuo papà”. L’ho attaccato allo zaino.
E ora entrambi mi seguono e commentano su Facebook.
Per i miei amici invece è stato molto più scontata la
reazione: tutti mi hanno spinto e incitato, quasi stessi realizzando qualcosa
non per me, ma per tutti. E forse è davvero così :)
Una frase che mi ha fatto molto ridere è stata: "ecco, finalmente. Questa è una cosa da
Paolo Leone!" :D
Ci
elenchi cosa c'è in quello zaino che hai sulle spalle?
Certe volte penso sia tanta roba, ma poi mi ricordo che è
tutto quello che ho al momento... La mia "casa" praticamente :)
- Computer
- Qualche medicina di emergenza (mal di pancia, punture, ...)
- Qualche vestito (non così tanti)
- Macchina fotografica, cellulare e cavetti vari
- Un tagliacapelli/barba
- Una tenda
- Un sacco a pelo
- Infradito
- Sapone di marsiglia per lavare a mano
- Taaaaante lenti a contatto giornaliere
- 3 paia di occhiali da sole
- Un quaderno per scrivere
- Un pennarello che uso per scrivere i cartelli degli autostop
- Le mie "hello card"
- Un adattatore per le prese elettriche
- Qualche medicina di emergenza (mal di pancia, punture, ...)
- Qualche vestito (non così tanti)
- Macchina fotografica, cellulare e cavetti vari
- Un tagliacapelli/barba
- Una tenda
- Un sacco a pelo
- Infradito
- Sapone di marsiglia per lavare a mano
- Taaaaante lenti a contatto giornaliere
- 3 paia di occhiali da sole
- Un quaderno per scrivere
- Un pennarello che uso per scrivere i cartelli degli autostop
- Le mie "hello card"
- Un adattatore per le prese elettriche
So che
non ami fare progetti a lungo termine e che vivi molto alla giornata, ma c’è un
posto dove andrai sicuramente, anche se non sai ancora quando? Una tappa,
diciamo, obbligatoria?
Ce ne sono tanti in realtà... ma quello dove sicuramente
andrò è l'Australia. Ho già fatto il visto (il Working Holiday) e so che sarò
lì entro i primi di giugno.
E' da sempre uno dei miei sogni e presto sarò lì, non vedo l'ora.
E' da sempre uno dei miei sogni e presto sarò lì, non vedo l'ora.
Per il
momento, fra i vari posti che hai avuto modo di visitare, quale ti ha colpito
di più e perché?
Una domanda che mi hanno fatto in molti. Ma sinceramente, a oggi, la risposta è sempre la stessa: non ci sono posti che mi sono piaciuti di
più o di meno. Sono tutti posti diversi, ogni città ha la sua storia e i suoi
abitanti.
Proprio per questo motivo non c'è un posto che mi ha colpito di più, ma c'è solo il prossimo che mi aspetta per continuare a farmi innamorare di questo mondo inesplorato :)
Proprio per questo motivo non c'è un posto che mi ha colpito di più, ma c'è solo il prossimo che mi aspetta per continuare a farmi innamorare di questo mondo inesplorato :)
Ci
racconti un aneddoto, un piccolo fatto, che ti ha toccato in modo particolare?
Non è un aneddoto in particolare, ma mi piace parlare della
"umanità ritrovata". Girando qui e là ho trovato tantissime persone
disposte ad aiutarmi solo per il semplice piacere di farlo. Offrire una casa,
un pasto, un sorriso a uno sconosciuto. Una cosa fuori dal normale? No. Ora
per me è la normalità, ed è quello che mi spinge a continuare.
Al di fuori della vita di tutti giorni c'è la gente fuori
dal normale, la gente non ordinaria. La gente straordinaria.
Come e
cosa si mangia in giro per il mondo?
Spesso (anzi sempre) mi manca la cucina italiana. E' vero
che si trovano tanti ristoranti e pizzerie italiane... ma non è la stessa cosa
:)
Di solito non mangio al ristorante, anche perchè spenderei
troppo, ma mi affido alla mia cucina (quando sono in ostello) o a quella dei
miei ospiti (in couchsurfing).
Spesso mi capita anche di mangiare al volo, facendo un po'
di acquisti al supermercato.
Per questo motivo sono riuscito a trovare un compromesso tra
gusto e bisogno e in 3 mesi ho perso due taglie… La miglior dieta,
no? :D
Sul mio blog ho anche scritto una lista di 10 consigli proprio sul mangiare facendo il giramondo ;)
Sul mio blog ho anche scritto una lista di 10 consigli proprio sul mangiare facendo il giramondo ;)
In
media quanto spendi al giorno per vivere?
Dipende ovviamente dal luogo in cui ci si trova. Però non
vado oltre i 25 Euro tutto compreso. E non mi faccio mancare niente.
Confrontato a una vita "normale", spendo la metà e mi diverto il
doppio :)
Le
volte che ho cercato di immaginare un viaggio come il tuo, quando ho tentato di
mettermi nei tuoi panni, la prima emozione che mi ha colto è stata la paura
della solitudine. Quella sottile sensazione di panico che arriva quando si è
completamente soli in un angolo del mondo lontano e sconosciuto. Ti capita mai
mentre viaggi?
Ma magari rimanessi solo! :D
Viaggiando soli, spesso capita il contrario: non si è mai soli! Tra autostop, couchsurfing, ostelli... sono sempre in compagnia di qualcuno con cui parlare e condividere avventure. Più di una volta mi è capitato di trovare compagni di viaggio con cui macinare km ;)
Viaggiando soli, spesso capita il contrario: non si è mai soli! Tra autostop, couchsurfing, ostelli... sono sempre in compagnia di qualcuno con cui parlare e condividere avventure. Più di una volta mi è capitato di trovare compagni di viaggio con cui macinare km ;)
Da 15 giorni, inoltre, anche Arianna (la mia ragazza) ha
deciso di unirsi a me, quindi ora la solitudine proprio non mi tange ;)
Affetti
a parte, qual è la cosa che ti manca di più in assoluto della tua vecchia vita?
Se dico niente si offende qualcuno? :D
E’
facile immaginare gli aspetti meravigliosi del tuo viaggio, ma non è
altrettanto facile immaginare quali siano gli aspetti negativi. Ce ne parli un
pochino?
Beh ce ne sono un po', ovviamente. Proprio in questi giorni
sto soffrendo a causa un po' di seccature: un fungo sul collo che dopo 3
settimane di cura non accenna a morire, un inizio di unghia incarnita sul piede
destro e un dente che fa un po' male.
Per non parlare del pollice con un taglio di 1 cm (unghia
compresa) per via di un piccolo incidente con il coltello svizzero (è proprio
vero che sono maledettamente affilati...).
Diciamo che di inconvenienti ce ne sono tanti, ma fanno
parte del viaggio stesso. Dico sempre che sono "felice" di avere
episodi negativi, perché dopo, tutto torna più in discesa di prima e diventano solo
parte del racconto, nonché di esperienza :)
Le
domande che vorrei farti sono ancora mille, ma mi fermerò qua, con l'ultima
della lista. Daresti due consigli a chi vuole intraprendere un viaggio come il
tuo? Qual è la primissima cosa da fare e qual è quella da evitare
assolutamente?
La primissima cosa da fare è chiudersi un'ora in
stanza, da solo, facendo finta di essere già in viaggio. Immaginare che fuori
c'è un mondo sconosciuto, una lingua sconosciuta e nessuno che conosci. Se ti
senti pronto, allora spalanca la porta e inizia a fare le valigie. Non bisogna
avere nessuna esitazione, perché sennò si entra nel tunnel del "ok parto
non appena..." e poi quel non appena non arriva mai.
Quella da evitare è chiedere consiglio a qualcuno:
nessuno ti conosce meglio di te stesso, ma soprattutto un viaggio di questo
tipo è tuo e di nessun altro. La tua scelta può piacere o no, ma sei tu che
prendi la decisione, non bisogna sperare che qualcun altro possa capire il
bisogno di lasciare tutto e partire.
Un abbraccio, Paolo ;)
Chi fosse interessato a fare una piccola donazione, a
sponsorizzare, a richiedere una cartolina virtuale o a contattare Paolo per
qualunque motivo, può farlo dal suo blog GLOBETROTTER!
Buon viaggio a tutti!