Cari i miei Naviganti, bentrovati.
Quest’oggi vorrei rendervi partecipi di un hobby che ho appena abbracciato e che spero di continuare a svolgere nel tempo. Si tratta di una passione che ho sempre avuto, ma che per pigrizia, poco tempo e pochi soldi, non ho mai messo in atto. Stavolta, complice una voglia spropositata di distrazioni nuove “staccacervello”, mi sono decisa.
Sto parlando del modellismo.
Il mio primissimo progetto è la nave stellare della Federazione Unita dei Pianeti, U.S.S. Voyager, NCC-74656. Classe Intrepid. La mia nave stellare preferita in assoluto. Gli appassionati e fan della stramegamaxifamosa saga di Gene Roddenberry, Star Trek, sanno perfettamente di cosa sto parlando, ma per tutti gli altri, ecco un’immagine del vascello più veloce di tutta la flotta, in grado di viaggiare fino a curvatura 9.975.
Il mio primissimo progetto è la nave stellare della Federazione Unita dei Pianeti, U.S.S. Voyager, NCC-74656. Classe Intrepid. La mia nave stellare preferita in assoluto. Gli appassionati e fan della stramegamaxifamosa saga di Gene Roddenberry, Star Trek, sanno perfettamente di cosa sto parlando, ma per tutti gli altri, ecco un’immagine del vascello più veloce di tutta la flotta, in grado di viaggiare fino a curvatura 9.975.
DIARIO DEL CAPITANO – DATA ASTRALE -307859.02
Ho acquistato la U.S.S. Voyager della Revell, alla modica cifra di 25 Euro, all’Ultimo Avamposto; storico negozio di Bologna per appassionati di saghe come Doctor Who, Star Trek, Star Wars, Battlestar Galactica, ecc...
Si tratta di un modellino in scala 1:500, lungo 514 mm e composto da 67 pezzi. All’interno della confezione sono presenti le decalcomanie da applicare sullo scafo, le istruzioni per il montaggio, alcuni suggerimenti utili per dipingerlo e ovviamente la base sul quale poggiare e ammirare il lavoro finito.
Gironzolando in rete e studiando il da farsi, prima di mettere mano al modello, ho scoperto che ci sono diverse scuole di pensiero rispetto al tipo di colori da usare per dipingerlo e persino sul momento giusto per farlo. Si parla di colori acrilici, colori smaltati o aerografo e pittura del modello prima o dopo il montaggio. Personalmente, visto che sono solita fare spesso di testa mia, ho deciso di unire le varie scuole di pensiero e di dipingere alcune parti prima e alcune dopo, diciamo così… a sentimento.
Sui colori invece ho optato per quelli smaltati Humbrol, mentre sulla tecnica ho scelto i pennelli, con i quali mi trovo decisamente a mio agio. Insomma, i pareri sono tantissimi e districarsi non è affatto semplice per una novellina come me. Questa idea è una sfida e la voglio prendere come tale, ben consapevole del potenziale rischio di costruire una schifezza. Questi miei post potrebbero essere utili a tutti coloro intenderanno fare questa esperienza; ci tengo a sottolineare però, che non sarà una vera e propria guida, ma un personale diario di bordo.
Ecco quindi tutto il necessario per la costruzione della mia USS Voyager:
- Pennelli a punta piatta e a punta tonda di medie dimensioni, ma anche, e soprattutto, sottilissimi;
- Acquaragia;
- Carta assorbente da cucina;
- Mollette da bucato;
- Scotch di carta;
- Colla da modellismo in pasta e liquida;
- Colori a smalto;
- Carta vetrata a grana sottile;
- Un tronchesino per unghie;
- Vinavil;
- Pennarelli indelebile a punta sottilissima, nero e verde;
- Una ciotolina d’acqua.
Come prima cosa è stato necessario trovare una location adatta al mio scopo, dove poter lavorare in pace e senza il pericolo gatti. Non avendo a disposizione un Ponte Ologrammi tutto per me dove programmare lo studio di Leonardo Da Vinci come ha fatto il Capitano Jeneway, mi sono accontentata di allestire il tavolino basso del salone con un telo da imbianchino, sopra una vecchia tovaglia antimacchia e ho sistemato la postazione di lavoro con tutto il necessario.
Il secondo passo è stato lavare con cautela tutti i pezzi, ancora fissati all’intelaiatura, in acqua tiepida con un sapone per le mani delicato. Tutti tranne quelli trasparenti, che non dovranno essere dipinti. Il lavaggio serve per sgrassare il modellino e permettere alla vernice di aderire meglio allo scafo. Una volta sciacquati, vanno lasciati asciugare all’aria. Tempo impiegato per l'operazione, dieci minuti.
Terminata l’asciugatura, ho passato una mano di colore non diluito (ma scosso e mescolato molto bene) su tutto il modellino, senza staccarlo dai supporti, come base. Serve a rendere i colori successivi più realistici e a fissarli ancora meglio. Il colore che ho usato come base è il grigio 127 della Humbrol. Tempo impiegato per l'operazione, due ore e mezza ininterrotte.
Al momento il modellino si sta asciugando, quindi metto in pausa il mio diario di bordo. Ci rileggiamo al prossimo aggiornamento, non appena i pezzi saranno pronti per essere maneggiati.
Computer. Fine della registrazione.
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