Imelde è una bella donna bionda, dallo sguardo
brillante come le sue creazioni d’oro e pietre preziose. Gli oggetti che
immagina e crea con le sue mani non sono banali gioielli, ma vere e proprie
opere d'arte, oggetti assolutamente unici. Ad ogni oggetto è legata una
persona, che sia una personalità forte del passato o una sua attuale cliente,
Imelde plasma ogni singola opera ispirandosi a qualcuno, come ad esempio la
scultura dedicata a Ginevra Sforza di Bentivoglio, che fu Signora di Bologna,
donna forte, affascinante e coraggiosa come la stessa Imelde.
Imelde Corelli Grappadelli vive e lavora sotto le due torri, ma espone con mostre personali anche nel resto d'Italia e all'estero, come alla Triennale Internazionale di Arte Contemporanea di Parigi o in Germania.
La giornalista Gaia Giorgetti, in un
bell’articolo-intervista sul Resto del
Carlino, nel dicembre del 2012 scrive:
Crea gioielli seguendo la tecnica degli antichi, per
esempio colando l’oro nei calchi di osso di seppia, proprio come facevano gli
etruschi. Archeologa delle forme, artista, artigiana, ma anche studiosa appassionata,
Imelde Corelli Grappadelli pare quasi riassumere in se stessa tutti i secoli
trascorsi, che lei testimonia anche con il cognome che porta. Era il 1632
quando un suo avo, della nobiltà agraria ravennate, venne decapitato da un
membro della famiglia rivale, il castello di famiglia fu raso al suolo e le
fondamenta cosparse di sale. Dopo pochi anni nacque Arcangelo Corelli che, come
leggenda vuole, sentì suonare il violino da un pretino del paese e, da
Fusignano, Lugo, Bologna, arrivò a Roma per diventare uno dei più grandi
violinisti e compositori del mondo. Cresciuta nel palazzo del casato a Lugo, in
una famiglia colta e numerosa, Imelde non poteva che seguire il destino di una
vita di estro, studio, immaginazione. Eccola studentessa al liceo classico di
Lugo, laureanda a Bologna in storia antica, con la passione per i gioielli,
accesa dai racconti onirici dell’elegantissima nonna Imelde. Con le idee molto
chiare in testa, chiede la tesi a Giancarlo Susini sulla tecnologia dell’oro
nell’antichità. Ma non le basta sapere, lei vuole imparare a fare i gioielli...
1 - Innanzitutto ti ringrazio per il tempo che hai
voluto dedicarmi e per avermi fatto l’onore di poterci dare del tu. Passiamo
immediatamente alla prima domanda. Se dovessi descriverti a un pubblico che non
ti conosce e non sa nulla delle tue creazioni, che parole useresti? Chi è
davvero l'artista Imelde Corelli Grappadelli?
É una
signora curiosa.
A volte per approfondire cose che mi incuriosiscono percorro strade che mai avrei pensato. Una sorta di Alice nel paese delle meraviglie, step by step aprendo porte chiuse che si aprono su altre porte chiuse... e il viaggio così continua.
2 - Come e quando è nato l'amore per l'arte e la creazione di gioielli?
A volte per approfondire cose che mi incuriosiscono percorro strade che mai avrei pensato. Una sorta di Alice nel paese delle meraviglie, step by step aprendo porte chiuse che si aprono su altre porte chiuse... e il viaggio così continua.
2 - Come e quando è nato l'amore per l'arte e la creazione di gioielli?
Da
bambina piccolissima, ascoltavo rapita i racconti di mia nonna Imelde che
apriva il suo cofanetto e descriveva i gioielli che il nonno le aveva
donato. Ecco, è tutto molto semplice.
3 - Ho letto in una rivista che ami ascoltare Richard Wagner quando lavori. E' un personaggio storico, un compositore al quale sono legata anche io, malgrado non sia stato sempre un sant'uomo, anzi... Che cosa ti affascina della musica di Wagner e quale, delle sue opere, ti aiuta a lavorare e a concentrarti meglio?
3 - Ho letto in una rivista che ami ascoltare Richard Wagner quando lavori. E' un personaggio storico, un compositore al quale sono legata anche io, malgrado non sia stato sempre un sant'uomo, anzi... Che cosa ti affascina della musica di Wagner e quale, delle sue opere, ti aiuta a lavorare e a concentrarti meglio?
Con
Wagner ritorna in scena mia nonna e un suo racconto. Un paio di orecchini in
diamanti che indossò a Milano, alla prima della Scala nel 1913 per il centenario
della nascita di Wagner. Lei biondissima, occhi azzurrissimi, diamanti
scintillanti alle orecchie e una camicetta di seta rossa... era in viaggio di
nozze. Wagner lo amo tutto, soprattutto ascolto le overture.
4 - Le tue sculture vengono anche definite "patafisiche". Che cosa si intende esattamente per scultura patafisica?
La
Patafisica è una corrente artistica che nasce a Parigi nel 1896 alla Sorbona,
facoltà di Fisica. Significa “scienza delle soluzioni immaginarie”. Grandissimi
artisti si riconoscono in questa corrente, come Enrico Baj o Ugo Nespolo.
5 - Abbiamo un altro "amore" in comune ed è Leonardo Da Vinci, al quale so, hai dedicato parte di una mostra. Artista, inventore, precursore dei tempi e incredibile scienziato, ha esplorato ogni lato dell'arte e della scienza. Quale aspetto di Leonardo ti ha colpita in particolar modo?
5 - Abbiamo un altro "amore" in comune ed è Leonardo Da Vinci, al quale so, hai dedicato parte di una mostra. Artista, inventore, precursore dei tempi e incredibile scienziato, ha esplorato ogni lato dell'arte e della scienza. Quale aspetto di Leonardo ti ha colpita in particolar modo?
La
pittura, assolutamente.
6 - Nella stessa rivista ho letto un tuo commento, che personalmente ho trovato bellissimo e che condivido in pieno. Hai detto che il tuo studio, dove fai accomodare le clienti, pieno di libri e gioielli da te creati, è come un "vagone ferroviario", perché "quando sono qui, inizia sempre un viaggio". Ci racconti quale posto ti è rimasto nel cuore più di altri?
6 - Nella stessa rivista ho letto un tuo commento, che personalmente ho trovato bellissimo e che condivido in pieno. Hai detto che il tuo studio, dove fai accomodare le clienti, pieno di libri e gioielli da te creati, è come un "vagone ferroviario", perché "quando sono qui, inizia sempre un viaggio". Ci racconti quale posto ti è rimasto nel cuore più di altri?
Vagone
ferroviario con destinazione le Alpi. Adoro l'Italia e le sue Alpi. Credo che
siano una delle cose più emozionanti; tutto cambia in un attimo, colori, luci,
poi la vastità, il profumo dell’aria, il silenzio, lo spazio, le distanze.
7 - Fra i tuoi sogni e desideri c'è anche il ritorno al pezzo unico. Un abbandono quindi del modello commerciale che, ad
esempio, prevede l'acquisto di quello stesso anello a Milano, New York o una
contraffazione in una qualunque bancarella asiatica. La rinascita del pezzo
unico, artigianale e fatto a mano, ispirato all'energia spirituale della
cliente che, teoricamente, si sposa solo con quella particolare donna per la
quale il gioiello è stato creato. Ovviamente questo tipo di approccio è
difficile in un mondo fatto di grandi catene commerciali o importanti marchi d'oreficeria.
Qual è, secondo la tua esperienza, lo scoglio più difficile da superare, per
ottenere questo risultato?
Ieri
sera ho visto il magnifico film Turner, che consiglio assolutamente. Ad un
certo punto il pittore si approccia al dagherrotipo, precursore della macchina
fotografica e domanda se riesce a fare le immagini a colori.
Credo che questo riassuma tutto, il prodotto commerciale ad alto contenuto tecnologico e di diffusione va benissimo, ma non ha nulla dell’immenso patrimonio artistico, emotivo, culturale, intuitivo che il cervello umano può esprimere. Personalmente non mi sono mai posta il problema, anche perché il mio approccio è sempre stato quello di realizzare un’opera degna di essere esposta in un museo e null´altro.
8 - Ennesima affermazione che, in quell'articolo da me letto sul tuo lavoro, mi ha colpita molto e nella quale mi rispecchio. Hai detto: "Quello che ricerco è la bellezza, la singolarità. Nulla è causale". Imelde Corelli Grappadelli quindi non crede alle coincidenze?
Credo che questo riassuma tutto, il prodotto commerciale ad alto contenuto tecnologico e di diffusione va benissimo, ma non ha nulla dell’immenso patrimonio artistico, emotivo, culturale, intuitivo che il cervello umano può esprimere. Personalmente non mi sono mai posta il problema, anche perché il mio approccio è sempre stato quello di realizzare un’opera degna di essere esposta in un museo e null´altro.
8 - Ennesima affermazione che, in quell'articolo da me letto sul tuo lavoro, mi ha colpita molto e nella quale mi rispecchio. Hai detto: "Quello che ricerco è la bellezza, la singolarità. Nulla è causale". Imelde Corelli Grappadelli quindi non crede alle coincidenze?
Coincidenze
intese come cose che accadono insieme? Questo sempre , tutto può accadere.
9 - Quali sono le tecniche che usi di più quando crei gioielli e che cos'è, di preciso la granulatura?
9 - Quali sono le tecniche che usi di più quando crei gioielli e che cos'è, di preciso la granulatura?
Io mi
sono laureata all’università di Bologna, alla Facoltà di Storia Antica nel
1980, discutendo una tesi dal titolo "Tecnologia dell'oro nella
antichità". La granulazione é una tecnica utilizzata dai popoli antichi e
in particolare etruschi e significa “saldatura di granuli submillimetrici su
lamine sub millimetriche, senza saldatura”. Quindi assolutamente
misteriosa. Io l’ho studiata molto e il mio lavoro è stato pubblicato dal
ministero dei Beni Culturali e mostrato prima al museo civico archeologico di
Bologna e poi al museo archeologico Crespellani di Bazzano.
10 - Qual è stato il primo gioiello che hai forgiato con le tue mani?
Un
anellino in filo di argento con un cuoricino.
11 - La fascinazione per San Giorgio e il Drago e per la simbologia nascosta dietro l'immagine del cavaliere che con una lunga lancia attacca il rettile e salva la principessa, ti ha ispirato la creazione di un’opera. Nell'intervista dove parli di questa "scultura" però dici che il tuo drago non è molto convinto di voler combattere: perché?
11 - La fascinazione per San Giorgio e il Drago e per la simbologia nascosta dietro l'immagine del cavaliere che con una lunga lancia attacca il rettile e salva la principessa, ti ha ispirato la creazione di un’opera. Nell'intervista dove parli di questa "scultura" però dici che il tuo drago non è molto convinto di voler combattere: perché?
Sì, sto
lavorando a un grande S. Giorgio e il drago, con la collaborazione della
Bottega Gatti di Faenza, ‘grande’ perché parliamo di 1,50 x 1 mt. In terracotta
maiolicata, sarà magnifico. Il drago è azzurro, molto giocoso, per questo non
combatte, è un drago patafisico.
12- So che hai studiato anche psicologia e ingegneria;
sei un’assidua studiosa e ricercatrice, e lavori nel tuo laboratorio
incessantemente. La donna di tutti i giorni che si nasconde dietro questa
grande e appassionata professionista, invece com'è?
Una
tennista.
13 - Fra i tuoi studi ne spicca uno che apparentemente sembra fuori contesto ed è l'astronomia.
13 - Fra i tuoi studi ne spicca uno che apparentemente sembra fuori contesto ed è l'astronomia.
Le
stelle e gli astri sono assolutamente da studiare!
14 – Saluto Imelde, e la ringrazio nuovamente per la
sua incredibile gentilezza, con un’ultima domanda: Fra tutte le tue opere, a
quale sei più legata in assoluto e perché?
Il mio
primo bracciale forchetta, a cui devo il mio successo.
Potete trovare Imelde nel suo studio di Bologna, in via Torleone 32.
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