Buongiorno, cari Naviganti!
Eccomi di ritorno con un'altra intervista dedicata ai viaggi e ai posti che restano nel cuore... oggi ospito Luca, amico e collega di lavoro che condivide con me uno strano sentimento, ovvero un amore inspiegabile e incondizionato per un luogo in particolare, un amore nato persino molto tempo prima di visitarlo. Sto parlando della Scozia!
Prima di leggere la bellissima intervista che mi ha rilasciato, voglio però ringraziarlo per il tempo che mi ha dedicato e per l'impegno col quale si è gettato a capofitto nell'impresa.
E ora... andiamo in Scozia!
Edimburgo. La prima tappa di una vacanza lunga 21 giorni. La prima domanda è: perché proprio la Scozia e non un altro paese... che so... la Norvegia? E cosa ti è piaciuto in particolar modo di questa città?
Perché la Scozia per me è stata da sempre... la Scozia! Sono innamorato della Scozia fin da quando ero bambino, non c'è un particolare motivo: non nutrivo una particolare attrazione per i fantasmi, né tanto meno allora ero attratto dal whisky, che ho imparato ad apprezzare un po' più avanti, né particolarmente dalle cornamuse o dal kilt. Semplicemente l'amore è nato così... o forse è sempre stato dentro di me, considerando anche le esperienze avute durante il mio viaggio.
Durante la seconda tappa, ti è giusto accaduto un fatto che ha dell'incredibile. Hai voglia di raccontarcelo?
Siamo arrivati e abbiamo soggiornato due giorni a Edinburgo, poi siamo partiti per il viaggio vero e proprio. La prima tappa prevista era un B&B a Pitlochry, paesino di cui ignoravo completamente l'esistenza. Beh. stiamo entrando nel paese quando vediamo un cartellone che pubblicizza una rappresentazione in costume che si sarebbe tenuta nel campo degli Highland Games.
"Che bello! Andiamo?" Chiedo ai miei compagni di viaggio.
"Figurati! Chissà dov'è!" Replica la mia fidanzata di allora (sempre pronta all'avventura...).
A questo punto, di getto e senza che avessi avuto il benché minimo sentore di localizzazione del posto ho detto:
"E' più avanti... basta voltare a sinistra alla seconda strada..."
Siccome guidavo, io sono andato avanti ed effettivamente, alla seconda a sinistra e poi, di nuovo a sinistra abbiamo trovato il campo degli Highland Games con tutti gli scozzesi schierati nelle loro uniformi (kilt e tutto il resto). Poi le cornamuse hanno intonato le prime note. La cosa strana è che ho puntato dritto e convinto verso il posto, senza che avessi nessun indizio di dove potesse essere.
Come se lo sapessi già...
Quali sono stati i luoghi che hai visitato fra Aberdeen e Aultbea?
In realtà solo due: Forres e Loch Ness.
Il primo, in realtà, dice poco: in effetti non abbiamo avuto nessun ricordo particolare se non la visita al pub del paese (siamo entrati e tutti ci hanno guardato come se fossimo gli unici bianchi in un bar di Harlem...) e il tramonto alle dieci di sera. Del secondo cosa si può dire di più che non sia stato già scritto? Loch Ness, a guardarlo, è un lago normalissimo (neppure troppo bello), ma se lasci andare lo sguardo sulla superficie dell'acqua dalla riva piano piano fino alle acque più profonde, ti sembra veramente di vedere qualcosa (una gobba ?) che si muove là sotto. Senza contare il fatto che quando siamo arrivati all'Urqart Castle (ormai i ruderi) che domina il lago, ci ha accolto la silhouette di uno scozzese in costume, stagliato contro il lago che suonava Amazing Grace con la sua cornamusa... splendidamente coinvolgente.
Se noi italiani riuscissimo a fare risaltare le nostre infinite vestigia così come fanno gli altri popoli con le loro poche cose, potremmo tutti vivere di rendita con il turismo.
Poi ci siamo immersi nel mare di erica delle Highlands, per arrivare su, fino a Aultbea, dalla signora McLennan... ferrarista convinta!
Cosa non bisogna assolutamente perdersi nella zona delle Highlands?
Semplicemente... le Highlands stesse! Le Highlands sono particolari: vegetazione generalmente bassa, cespugli di erica e cardi spinosi (il cardo è il fiore simbolo della Scozia, e questo la dice lunga...), strade strette, a una carreggiata con piazzole per fare passare le altre vetture e panorami brulli.
Occorre amare la terra selvaggia (ma non nel senso dell'Africa, con cui non ha assolutamente nulla a che fare, per fortuna).
Parlaci un po' dei castelli che hai visitato. C'è un posto che ti ha colpito in particolare, che magari ti ha suscitato emozioni forti e contrastanti?
Sicuramente i due castelli più "emozionanti" sono anche i più famosi: Dunnottar Castle (dalle parti di Aberdeen) ed Eilean Donan Castle (nelle Highlands).
Dunnottar è un castello (più che un castello ormai sono rovine) arroccato su una scogliera cui si accede attraverso un sentiero stretto. Non è MAI stato conquistato, anche perché l'ingresso principale è protetto da un contrafforte naturale e le mura sono a picco sulla scogliera. E' consigliabile visitarlo in un giorno brumoso: in quel caso offre il meglio di sé! (A Dunnottar, Zeffirelli ha girato e ambientato il suo Amleto).
Eilean Donan invece è di tutt'altro genere: è preferibile visitarlo in un giorno di Sole, è quasi intatto, spicca come la Luna piena nel paesaggio delle Highlands. E' sulla riva del mare e se si riesce ad aspettare il flusso di marea lo si vede passare da un castello appoggiato sulla battigia ad una semi-isoletta in mezzo alle acque... molto bello. (Ad Eilean Donan hanno ambientato parte del film "Highlander" con Sean Connery e Cristopher Lambert).
Gli altri castelli sono tutti molto belli, ma sembrano quasi "normali" in confronto a questi due.
So che dalle parti del castello di Eilean Donan hai avvertito una sensazione unica, molto "strana", che si può riassumere dicendo che ti sei sentito finalmente "a casa". E' una sensazione che conosco bene che provo ogni volta che metto piede a Helsinki, ma vorrei sentire anche da te, come ci si sente sul serio, perché se non lo si è mai provato, è quasi impossibile da comprendere.
E' stata la seconda strana sensazione che ho avuto nel mio viaggio in Scozia (dopo quella di Pitlochry): stiamo scendendo verso Glasgow e ci fermiamo lungo la strada (in un punto nei dintorni di Corran, nella parte est della Scozia), scendo dall'auto e mi siedo su un sasso ai lati della strada guardando il Loch Linnhe: ho avuto la netta, chiara sensazione di essere arrivato a casa... come quando si torna da un lungo viaggio e si oltrepassa l'uscio della propria casa: un senso di pace e tranquillità che non ho provato nemmeno quando siamo tornati a Bologna, e che in realtà non ho mai più provato in tutta la mia vita (come per Pitlochry, non avevo mai sentito nominare Corran...)
Oban e il suo Whisky. Parlaci un po' di lei.
"Uisge beatha" (acqua di vita), potrebbe già dire tutto. In realtà le isole le abbiamo solo sfiorate e viste dalla costa (c'era chi non amava il traghetto sul mare un po' mosso), ma per tutto il tragitto nella parte nordest della Scozia la tappa nei pub a degustare il loro whisky (meno alcolico di quello esportato) bevuto suggendolo rigorosamente assieme all'acqua della sorgente con cui viene fatto, è stato un "must".
L'ultima tappa, prima di tornare a Edimburgo, se non erro è stata Glasgow. Ti ha colpito qualcosa di questa città, che magari non ti aveva fatto lo stesso effetto a Edimburgo?
Edimburgo mi ha ricordato la mia città: un centro storico caratteristico che ti accoglie e raccoglie, ti abbraccia con i locali caratteristici e le strade strette, il castello che ti domina e dall'altra parte la collina di Holyrood (ovviamente c'è anche la parte più periferica e moderna, uguale a tante altre città).
Glasgow è completamente diversa: una città moderna che ricorda Milano o Torino, con molti più parchi e molto più verde sparso in giro per la città. In generale non ci sono cose particolari da vedere: cattedrali, musei e parchi. Però anche qua è successa una cosa particolare (nulla a che vedere con quanto mi è capitato a Pitlochry o a Corran).
A me piace il calcio e simpatizzo per una squadra scozzese: il Celtic di Glasgow, che è la seconda squadra della città (la prima è il Rangers). Il Celtic è la squadra di un quartiere di Glasgow e casualmente abbiamo prenotato il B&B proprio in quel quartiere, a due passi dal pub che è il ritrovo dei tifosi della squadra... non avrei potuto chiedere di più!
Veniamo a domande più prosaiche. Per noi italiani la gastronomia è una cosa sacra. Come e cosa si mangia, in Scozia?
Sono britannici, loro non mangiano, si nutrono.
Ho trovato molte differenze fra l'alimentazione delle Lowlands (tutte le regioni sotto la spaccatura del Loch Ness) in cui si mangia molto "all'inglese": carne, verdure cotte (rigorosamente non condite) qualche "pudding" e poco altro, e l'alimentazione delle "Highlands": più a base di pesce (soprattutto al nord), veramente squisito e di carne di pecora o montone (a chi piace) condito da molta più verdura cruda.
Dappertutto gli immancabili "fish and chips" ambulanti (ovviamente molti di più nelle grandi città, piuttosto che nei paesini).
Nei pub non si mangia... si beve.
Nel primo B&B mi hanno proposto tre tipi di colazione: all'inglese (con Black Pudding), alla scozzese (con Haggis) e all'europea (pane bianco, burro e marmellata). Le ho provate tutte e tre.
L'Haggis è fatto con le interiora di pecora... lasciamo stare!
Il Black Pudding è fatto con del sanguinaccio di toro... per carità!
Mi sono buttato sull'europea! Anche se poi in seguito non ho disdegnato altre colazioni diciamo... "fantasiose": ho mangiato salmone ai ferri e anche aringa affumicata, entrambi deliziosi!
Menzione d'onore per le marmellate (arancia e fragola soprattutto) e per il burro (salato).
E le persone? Quali impressioni hai avuto sulla popolazione scozzese?
Sono estremamente cortesi con gli stranieri e, a differenza degli inglesi, cercano di farsi capire, anche se il loro dialetto è veramente terribile (a questo proposito rimando all'aneddoto che ho descritto più avanti). Nelle grandi città la vita è ovviamente più frenetica che nei paesi, ma ho notato che tutti frequentano molto i parchi (nota: io sono andato in Scozia d'estate... probabilmente d'inverno si vede meno gente in giro.)
Quali soluzioni hai trovato per soggiornare e per spostarti?
Abbiamo scelto di utilizzare la formula Full Fly&Drive, prenotando da qui sia il volo, che l'auto, che i vari soggiorni nei B&B: ci siamo trovati ottimamente; l'unica difficoltà è stata trovare i vari B&B (soprattutto nei paesini).
La guida a sinistra non è risultata particolarmente difficile, basta avere un po' di attenzione soprattutto nelle rotonde, in cui si gira in senso opposto al nostro (sensazione stranissima !) ... e poi comunque i pedali dell'acceleratore, del freno e della frizione sono sempre nello stesso ordine!
Immagino che ti sarai portato a casa qualche souvenir! Cosa ti sei comprato per te, o da regalare ad amici e parenti?
Poca roba per me (solo un giaccone impermeabile Burberry e una bottiglia di whisky) e quasi nulla per gli altri (soliti ninnoli), anche perché le finanze erano limitate e i costi elevati (gli ingressi ai castelli costavano parecchio).
Il giaccone mi è durato molti anni... la bottiglia di whisky, molto meno!
Se un giorno decidessi di fare il tuo stesso tour, quali consigli mi daresti, per vivere questo viaggio al meglio? Parlo di mezzi di trasposto, gastronomia, pernottamenti, abbigliamento, usi e costumi e luoghi che non dovrei assolutamente perdermi.
Io, ovviamente, non rifarei lo stesso percorso, se non per alcune tappe fondamentali (Edinburgo, i castelli più famosi), ma consiglierei a tutti di fare, più o meno, il percorso che ho fatto io, con le stesse modalità: avere già tutto prestabilito può sembrare poco "nomade" ma, soprattutto nelle località più conosciute il turismo è veramente tanto e andando alla ventura si rischia di non trovare posto. E comunque consiglio un viaggio il più possibile "itinerante": non esiste un posto che meriti una tappa più lunga di quattro giorni al massimo (nemmeno Edinburgo).
Ci racconti un aneddoto che ti è successo in loco?
Nulla di particolare, ma che rende l'idea del clima scozzese. L'ultima tappa del viaggio è stata di nuovo Edinburgo e l'ultima sera prima del rientro abbiamo deciso di farci l'ultimo fish and chips. Era sera e la temperatura sarà stata intorno ai 22-23 gradi, noi eravamo vestiti con magliette e pullover mentre il ragazzo del carretto del Fish&Chips era in t-shirt. Per tutto il tempo della nostra permanenza in Scozia il tempo era stato più che clemente: sempre Sole (o comunque niente pioggia) tranne il giorno in cui abbiamo visitato il Dunnottar Castle: giorno di bruma e nebbiolina (che metteva in risalto i ruderi), così abbiamo commentato positivamente con lo scozzese la nostra fortuna in quel periodo:
"E' una bella estate, vero ?" commentiamo.
"No, it is not." Risponde lui.
"Why?" Chiediamo stupiti.
"It is a TORRID summer!" Replica.
Al che io guardo la mia fidanzata di allora chiusa nel K-Way imbottito con il bavero rialzato... e per fortuna non commento.
Se la Scozia fosse:
Un colore: Blu.
Un libro: Il signore degli anelli.
Un sentimento: Serenità e amore.
Un suono: La cornamusa (capisco che è scontato, ma è così).
Un sapore: Il whisky (idem).
Ecco la solita, ultimissima domanda alla Marzullo. Ovvero fatti una domanda e datti una risposta su questo straordinario viaggio, che immagino rifaresti senza ombra di dubbio!
Ovviamente lo rifarei anche domani.
La domanda è: Cosa mi è rimasto dentro della Scozia?
Risposta: La Scozia !
Molto alla Marzullo.
P.S. Ti ringrazio per avermi fatto fare quest'intervista... mi ha fatto ritornare dentro a una delle cose più belle della mia vita!
Luca