Eccomi di nuovo a parlare con Serena Scandellari che, come sempre gentile e disponibile, mi ha dedicato altro tempo per terminare l'intervista, parlandoci ancora una volta di lei e del suo secondo lavoro, questa volta. L'Anima al Diavolo.
Sentiamo
cosa ha da dirci!
Ciao
Serena, parto subito con una domanda complicata! Che cos’è l’Anima, per te?
L'anima è una parte di te che nessuno vede, nemmeno tu, e che rischi di
trascurare come tutto ciò che non hai sempre sotto gli occhi. Se la
trascuri troppo può finire per avvizzirsi, ammalarsi, soffrire e far
soffrire te.
E il
Diavolo?
Il
diavolo è come il Nulla di Fantàsìa. Avrete letto o almeno visto
tutti La storia infinita,
vero? Quel capolavoro meraviglioso che andrebbe studiato a scuola. Il
diavolo/Nulla è quello che arriva quando smetti di creare ed
inventare la realtà come la vuoi tu, quando ti fai bastare quello che
viene e che magari non ti piace nemmeno. E' un parassita che si nutre
di te, ma solo se glielo permetti.
Ci
spieghi come mai hai scelto questo titolo?
Perchè il libro parla proprio di questo: di una ragazza che si era persa e che
sta cercando di rimettersi insieme, nuova e migliore di prima, e non senza
difficoltà, naturalmente.
Parlaci
liberamente di questo tuo secondo lavoro, raccontaci di lui, come potresti
raccontarci di un amico. Chi è L’Anima al diavolo?
Lui è una lei, tanto per cominciare, perchè credo che l'introspezione sia
donna, salvo rare, seppur brillanti, eccezioni. E' una tipa che parla di
cose scomode, cammuffandole un po' con l'ironia, un po' con la leggerezza,
perchè spera così che possano capirla meglio tutti. E' una che racconta la
sua verità a chi la vuol sentire, e insieme a se stessa.
Quale
messaggio vorresti trasmettere ai tuoi lettori, con questo libro?
I
messaggi sono diversi. Il primo e più importante è che non importa quanto
hai sbagliato, quanto ti sei incasinato, quanto sei andato fuori strada: c'è
sempre un modo per rimediare, per sistemare, per ricominciare il viaggio.
Sempre. Gli altri messaggi saranno diversi a seconda di chi legge, perchè
il lettore fa il libro tanto quanto lo scrittore e li lascio quindi
trovare e decidere a voi.
Quale
dei due libri è stato scritto più di getto? Quale, quindi, aveva più fretta di
uscire dalla tua penna?
Entrambi. Sono argomenti diversi, ma sono tutte e due storie che dovevo
raccontare: L'amore è un
uccello ribelle soprattutto
a me stessa. L'anima al
diavolo, invece, a tutti.
L’idea
di spalmare il libro con simpatici estratti Wikipedia è stata, a mio parere,
davvero carina, come è nata?
Scopri come nascono le buone idee e diventerai ricca. Poi dimmelo, magari.
Sei
d'accordo con l'affermazione di Raymond Chandler "Non seguire alcun consiglio,
non mostrare mai il lavoro svolto, evitare i critici”?
Certo, se sei Raymond Chandler. Nel senso che sicuramente funzionava bene per
lui, quindi faceva bene a far così, ma ognuno ha i propri metodi. Io ho i
miei due o tre pre-lettori che trovo indispensabili, ad esempio, e anche dopo
aver finito un libro mi piace sapere che cosa ne pensano gli altri,
sennò tanto vale scrivere un diario e tenerlo chiuso nel cassetto.
Hai
qualche rito che metti in atto prima o durante la scrittura? Un luogo che ti
concilia, qualche particolare tecnica narrativa, una musica, ad esempio?
Non riesco a scrivere con la musica. Mi serve silenzio, perchè mi distraggo
facilmente. A parte questo, nessun rito particolare. Preferisco scrivere
di mattina, ecco, a mente fresca.
Cosa
stai leggendo in questo momento?
Sto leggendo un saggio di psicologia difficilissimo di cui non capisco quasi
niente, ma spero che mi si infili nel cervello in qualche modo subliminale. E'
un periodo che i romanzi mi annoiano, ma passerà, appena mi innamorerò di nuovo
di una storia.
E con
la speranza - e sicurezza - che Serena possa ancora innamorarsi di una storia,
la ringrazio per il tempo che mi ha dedicato e le auguro un grande futuro come
scrittrice. Sono certa che avrò l'onore di ospitarla ancora nel mio blog a
breve, magari con il suo terzo libro :)
Grazie
Serena, grazie per averci fatto vivere altre due vite, quella di Elisa e quella
di Bianca, perché come ha scritto il grande Umberto Eco...
"Chi
non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà
vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia,
quando Leopardi ammirava l’infinito... perché la lettura è un’immortalità
all’indietro."
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