sabato 30 agosto 2014

​Listography #7: Your favorite teachers

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Il Listography di oggi è veramente corto. Parliamo di insegnanti preferiti.


Ne ho avuti davvero pochi. Delle due dovrei fare un post dedicato agli insegnanti pazzoidi, sciroccati e pericolosi, che ho avuto in ogni scuola, solo che non salterebbe fuori una lista, ma una saga di libri. Avrebbe talmente successo che il Signore degli Anelli diventerebbe una favoletta per mocciosi.

La lista parte, sempre in ordine cronologico, con Graziella C. – La mia maestra delle elementari. Brava donna e brava insegnante. Ho scoperto che è mancata qualche anno fa. Se ne è andata troppo giovane e la notizia mi ha fatto parecchio male.


Poi passiamo al fantastico Fabio C. – Sempre delle elementari. Il mio insegnante preferito in assoluto. Una persona unica al mondo, impegnata nel sociale, un uomo fantastico con la passione, come me, dei viaggi e delle fotografie. Siamo ancora in contatto dopo trent’anni e lui sembra non essere invecchiato un solo giorno. Ha tutta la mia invidia, la mia stima e il mio rispetto.


Luciana B. – La mia insegnante di igiene e puericultura (leggasi: scienza e biologia).  La mia “vice mamma” dell'epoca. Una donna fantastica e un’insegnante favolosa. Chissà come se la passa...


Rita – Il mio Maestro di Tàijíquán. Bravissima, paziente e molto Zen.


Bon. Come ho detto ho avuto solo insegnanti pazzi, disadattati, stronzi, fuori di testa, ubriaconi, cercatori di tesori nei bidoni dell'immondizia di fronte alla scuola e addirittura molestatori di ragazzine al punto da finire nei guai con la legge. Per fortuna non esiste una lista del Listography che contempli questa categoria, altrimenti dovrei assumere un ghost writer.

lunedì 25 agosto 2014

InterView: Helsinki - Fabiana

25 agosto 2 Comments
Oggi, per l'etichetta InterView, ho l'onore di ospitare Fabiana.
Una ragazza conosciuta su Facebook grazie alla mia pagina Helsinki Kiitos.

Fabiana è appena tornata da un viaggio in Finlandia, il secondo per l'esattezza, e ha accettato di collaborare con il mio blog rilasciandomi un'intervista che mi ha decisamente colpita. Ovviamente le mie domande non potevano essere troppo personali o particolarmente strane, ma lei a domande piuttosto comuni, ha fornito risposte per niente scontate. Un'intervista talmente ben fatta che non ho avuto bisogno nemmeno di revisionarla e le fotografie che mi ha allegato, scattate tutte da lei, sono davvero belle.

Ringrazio Fabiana per questo passaggio nel mio blog e nella mia vita e mi auguro di aver appena trovato una nuova amica.

E ora gente, gustatevi questa splendida intervista di cui vado orgogliosissima!

Come mai hai scelto per un tuo viaggio la Finlandia, nello specifico Helsinki, meta ancora non così turistica e inflazionata?

A dire la verità fino a qualche anno fa non avrei mai pensato un giorno di scegliere la Finlandia come meta per una vacanza. La Finlandia, fin da quando ero bambina a quel momento, per me era la casa di Babbo Natale: immaginato come un luogo freddo e sommerso di neve, lontano e “irraggiungibile”.
Ma per un caso fortuito, - o forse no, è ancora da vedere-, ho scoperto una band finnica, l’amore incondizionato per la loro musica e d’improvviso la Finlandia è diventata la “Terra Promessa”. Era un sogno da realizzare ad ogni costo.
Hai presente quando hai la sensazione che una persona, o un determinato posto aspettino te?
E’ venuto spontaneo e naturale quindi desiderare di prendere una valigia e partire, vedere i posti in cui nascono le musiche e i testi che tanto amo, respirare “l’aria”.
Abbiamo iniziato a parlare di partire per Helsinki un po’ per gioco e pian piano è diventata un’idea concreta. Non ho esitato neanche un secondo quando si è presentata l’occasione di andare. E a neanche una settimana dal nostro rientro, stiamo già progettando il prossimo viaggio!
Mi sono letteralmente innamorata di Helsinki, della sua semplicità, della sua essenzialità pulita. Del modo pacato che hanno i finlandesi di rapportarsi alla vita quotidiana. Non ho visto nessuno sbroccare ai semafori, nessuno che sbraita se un pedone ci mette un secondo in più ad attraversare sulle strisce, nessuno che in stazione o aeroporto urla e ti spintona.
E’ una città che ispira calma e serenità. Dove puoi respirare.
Una città che sembra quasi di provincia, ma con tutte le opportunità e i privilegi, le attrattive culturali di una metropoli. E’ anche vero che 8 giorni sono pochi per poter avere un’idea reale della città, essere obiettivi senza farsi prendere dall’ entusiasmo della prima impressione.
Ho avuto modo di visitare altre città europee ma nessuna mi è rimasta particolarmente nel cuore come Helsinki. E’ strano sentirsi “a casa” in un posto così lontano e diverso da quello in cui vivi, ma è proprio ciò che è successo. Helsinki durante l’inverno è “blu, bianca a grigio scuro”.

Sei andata con due amiche, loro che impressione hanno avuto di questa città?
Cosa ti ha colpito di più in assoluto? E cosa ti è piaciuto meno?

Kari Valo.
Un uomo dalla dolcezza infinita e dal sorriso furbetto, adorabile. Dall’abbraccio avvolgente. Cosa non mi è piaciuto? Difficile da dire... ho amato quasi tutto. Se dovessi trovare davvero qualcosa però direi il caffè: trovare un espresso fatto bene è difficilissimo! E’ davvero terribile!
Questa estate invece volevamo viverci la città, le strade, i parchi in maniera totale, “da abitanti”. Passeggiando per ore e ore, perdendoci, facendo dei giri assurdi. Volevamo vedere gli stessi posti visti l’inverno precedente, che aspetto avevano con la luce del sole e le differenze che c’erano. Dal momento che la prima volta non eravamo riuscite a visitare l’isola di Suomenlinna, - che è effettivamente un quartiere di Helsinki, sì lo so - ci eravamo promesse di farlo la volta successiva. Abbiamo beccato la giornata sbagliata: ci ha sorpreso un improvviso acquazzone ma è stato interessante lo stesso. Sapevamo che era ventosa e bisognava andar muniti con un equipaggiamento adeguato... ne hanno fatto le spese i nostri ombrellini da borsa!
Poi siamo state a Porvoo: un posto assolutamente incantevole! E’ questo l’aggettivo che per primo mi viene in mente! Deliziosa e pittoresca. Abbiamo scovato un negozietto minuscolo dove c’era roba vintage: abitini anni ’50, dischi, accessori e arredamento originale. Il ragazzo che lo gestiva è stato gentile – come ogni finlandese che abbiamo incontrato, del resto – dandoci una mappa della città in italiano, e indicazioni per trovare i posti più interessanti. La cosa che ci premeva era trovare la fabbrica di cioccolato, (che comunque non siamo state capaci di trovare: siamo ancora convinte che non esista affatto!) Abbiamo trovato solo il punto vendita però – e qui ci è venuto il dubbio che FORSE, da qualche parte esisteva davvero! – e ovviamente da golose senza ritengo abbiamo fatto incetta di cioccolatini!
La prossima volta vogliamo visitare Tampere, Turku e spingerci anche a Tallin – che non è in Finlandia, ma così vicina da non poter perdere l’occasione!
In realtà sono ancora tante le cose da vedere... tocca tornarci! ;)
Questa volta invece abbiamo comprato una maglietta fighissima al Rock Shop, con la scritta “Hellsinki”.

Che idea ti sei fatta della popolazione finlandese? E' così fredda come si dice in giro? E dal punto di vista dell'organizzazione, la città secondo te funziona o c'è qualcosa che cambieresti?

Sono discreti. Educati e silenziosi. Una qualità sconosciuta qui da noi.
Il rientro in Italia, all’Aeroporto di Fiumicino, con il suo caos e gente rumorosa è stato traumatico! Immagino lo shock per un finlandese abituato al silenzio e alla pacatezza, quando viene in Italia!
La città è molto ben organizzata e alla portata di tutti: è difficile perdersi a Helsinki, o non trovare un autobus e il tram all’esatta ora. Tutto ciò che ti serve è facilmente raggiungibile, dai centri commerciali ai teatri o musei.
L’idea comune era di fermarci a vivere lì. Seriamente! Probabilmente sarò scontata, ma ogni volta che vedo la Cattedrale, sulla piazza di Senaatintori provo un tuffo al cuore. E’ il posto che preferisco e non saprei dire il perché. Mi commuove e mi emoziona sempre.

Quando l'hai vista la prima volta, ha rispettato le tue aspettative o te l'immaginavi diversa?

Ecco: è ciò che è successo a me con Helsinki.
Avevo attacchi di “Fernweh”, nostalgia di un posto in cui non ero mai stata. Nel caso specifico di Helsinki.
Ho dovuto attendere qualche anno però prima di poter mettere piede sul suolo finnico. Nessuno dei miei amici era interessato a visitare la Finlandia e di partire da sola non me la sentivo, non conoscendo nessuno, non avendo appoggi di qualsiasi genere. Ho conosciuto “dal vivo” le mie compagne di viaggio ad un concerto della mia band del cuore, lo scorso ottobre a Milano: fino a quel momento, avevamo avuto modo di parlare solo via chat. E’ nata un’amicizia, un rapporto giornaliero che è andato al di là del social network.

Ci sei stata ben due volte per altro, d'inverno e d'estate. Perché questa scelta? Ci racconti le impressioni avute dalle due diverse stagioni?

Sì, vero: due volte.
Come detto sopra, la prima volta è stata per l’amore verso la band.
La seconda invece sono tornata per amore verso la città stessa.



Purtroppo non c’era la neve lo scorso inverno e ci sono rimasta malissimo! Io adoro la neve: vivo in un paesino di montagna e sono abituata a temperature rigide. In estate invece Helsinki assume colori vividi e pieni: è “azzurra, verde vivo, viola e arancio: come i tramonti infiniti”. Siamo capitate lì durante la settimana in cui si è passati dall’estate torrida – c’erano anche 30 gradi un giorno e mi sono ustionata le spalle! - all’autunno inoltrato e i nove gradi del giorno successivo. L’aria è sempre pungente però, anche perché c’è costantemente molto vento, quindi anche con i 30 gradi non si soffoca mai come nelle nostre città.
Posso dire con assoluta certezza che i sentimenti e le impressioni sono le stesse che ho provato io! Ogni volta che andiamo via, lasciamo lì un pezzo del nostro cuore... E non escludiamo affatto che in futuro si possa tornare per un periodo molto, molto più lungo!
Come ho già detto, la cosa che mi ha colpito di più è stata il sentirmi a casa, a mio agio. Di solito non mi lascio andare a romanticismi e facili entusiasmi, ma posso dire che Helsinki era nel mio cuore già da prima che toccassi il suolo, per ovvi motivi... Ed è ancora così. Mi ha colpito la gentilezza dei finlandesi, la loro serenità. La semplicità della gente.

Oltre a Helsinki hai visitato altre città della Finlandia?

Non tante quante ci sarebbe piaciuto, purtroppo!
La prima volta siamo andate in Finlandia solo per quattro giorni, con il preciso scopo di vivere il celebre concerto di fine anno dell’Helldone al Tavastia: un desiderio per qualunque fan degli HIM, per cui ci siamo limitate a gironzolare per i due giorni successivi. Freddo pungente e vento permettendo!



Ma vedere il profilo di Helsinki dal mare, le due cattedrali parallele sotto un cielo tempestoso e un arcobaleno mozzafiato... spettacolare! E comunque non vediamo l’ora di tornarci, in inverno questa volta e vedere il traghetto farsi largo tra i blocchi di ghiaccio!




Ci siamo poi godute la vista delle caratteristiche casette dipinte di rosso scuro in riva al fiume, alla luce del tramonto, sedute su una panchina di legno tra cespugli di rose selvatiche dal profumo fortissimo. Un momento davvero magico e intimo, ancora impresso negli occhi e nella mente.
Il Museo d’Arte Contemporanea Kiasma!
E il parco con il monumento a Sibelius! Era praticamente ad un soffio dal nostro appartamento e fino alla fine ci siamo dimenticate di inoltrarci per vedere la famosa scultura: imperdonabili!

Ci racconti un aneddoto in particolare riguardante qualche fatto accaduto lì?

Oddio... figuracce a parte?
Ne sono successi tanti e alcuni decisamente imbarazzanti... L’ultimo che mi viene in mente è l’improbabile conversazione con il gestore di un pub, decisamente alticcio: noi che facciamo per entrare e lui ci blocca sulla porta, parlandoci a raffica in finlandese. Noi che tentiamo di infilare tra il fiume di parole un “Sorry, we don’t speak Finnish!” e lui che sempre a raffica continua a parlarci. Abbiamo capito solo “Ravintola” in mezzo al “nuuiyanuuchamopulla kekkia ciiiuxuyuuc Mutta kekk asbrdam”, al che ci è venuto il dubbio che forse voleva dire che la cucina era chiusa – erano le 23.00 passate e pare che cenare oltre le 20.00 sia contro la legge! Sono stati 5 minuti di interessante interazione razziale tra due culture: noi con lo guardo ebete a tentare di svicolarci dal tizio, arretrando con lentezza e sorridendo con gentilezza e lui che forse ci invitava ad entrare, senza però cenare... vai a sapere che cosa ha detto?! Rimarrà un mistero!

Parliamo di cibo: cosa hai potuto assaggiare e in che locali? Ti è piaciuto tutto o hai trovato qualche alimento dal gusto particolare e non adatto al palato di noi italiani?

Adoravamo il mercato del porto: c’è un gazebo in cui cucinano delle verdure grigliate eccezionali. Era bello passeggiare tra le innumerevoli bancarelle e sentire i profumi di legno delle sculture fatte a mano, della verdura e frutta fresca, dei dolci alla cannella, del mare a due passi.



Non abbiamo avuto coraggio di assaggiare la carne di renna però! Abbiamo fatto scorpacciate di tortine di patate “Karjalanpiirakat” e “Pulla”, i dolci tipici al cardamomo: deliziosi!
E abbiamo lasciato il fegato al “Morrison’s”, un risto-pub nei pressi dell’Ateneum. Gli hamburger vegani e le patate speziate erano un pugno in piena faccia, ma almeno una volta bisogna farlo!

Immagino tu abbia comprato qualcosa da portare a casa, quali souvenir hai messo in valigia al tuo ritorno?

La prima volta, sì.
Abbiamo comprato portachiavi in legno fatti a mano, con renne stilizzate, sottopentola per le nostre mamme, sempre di legno che a contatto con il calore sprigiona un odore di legno davvero buono!
Dal momento che i prezzi sono abbastanza alti il rischio di tornare a casa senza un Euro era dietro l’angolo, per cui abbiamo tenuto a bada l’entusiasmo!


[Nota di 127.0.0.1 - 'Quella maglietta stupenda ce l'ho anche io!']

Assolutamente no.
Non trovo che siano freddi, anzi. Sono stati tutti gentilissimi e disponibili con noi: dalla commessa del supermarket al signore che vedendoci in difficoltà, tra cartine e mappe, aspettava paziente che ci decidevamo sul da farsi. Il tutto alla fermata del tram! O sulle strisce pedonali.

Dove hai alloggiato e che impressioni hai avuto dell'accoglienza finlandese al turista?

La prima volta in albergo.
La seconda invece siamo state in appartamento: avevamo la nostra cucina e abbiamo risparmiato considerevolmente.
Come ho già detto, i finlandesi sono cordiali e gentili pur non lasciandosi andare ad eccessi affettuosi.

C'è un luogo che in assoluto hai trovato a dir poco meraviglioso? Un locale, una chiesa, una via o ad esempio un parco, che ti è rimasto nel cuore?



Ho trovato meraviglioso il parco di Seurasaari: sarei rimasta seduta a guardare il mare dal molo di pietra tutto il giorno.

Non c'è due senza tre, dicono. Pensi di tornare per la terza volta in Finlandia prima o poi?

Più prima che poi!
Stiamo già progettando il prossimo viaggio! Magari in primavera o in autunno: ci dicono che con i colori autunnali sia spettacolare!
E’ esattamente come immaginavo.
E’ una città giovane, da scoprire. E’ una città con musica buona ad ogni bar o pub: potrei dire che si respira davvero la musica che amo.

Se Helsinki fosse:

Un libro: “Illusioni” di Richard Bach.
Una canzone: Ogni canzone degli HIM.
Un sentimento: Al momento struggimento, nostalgia.

sabato 23 agosto 2014

Listography #6: Your past jobs

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Per il Listography Project, oggi si parla di lavori svolti nella vita.
La lista è lunghetta, visto che ho fatto un po’ di tutto, ma vedrò di farla breve.
In ordine più o meno cronologico, alcuni lavori li ho fatti contemporaneamente:

- Il mio primissimo 'lavoro', inteso come “io svolgo una mansione e tu mi paghi per farla a prescindere dall'esistenza di un contratto firmato da entrambe le parti”, è stato la PR in discoteca. Ero veramente implume e sospetto che parecchi di voi ci siano passati : ) 
Solo che io l’ho portato avanti per una vita - diciamo circa 15 anni -, in svariati locali: col tempo l'ho ampliato aggiungendo mansioni di apripista (no, non ve lo dico di cosa si tratta, gugolate che mi vergogno) e in un caso addirittura di vigilanza in sala. In seguito anche con un regolare e fantasmagorico contratto a tempo indeterminato, con mansioni di responsabile del guardaroba, barista. Ricordo un periodo bello lungo dove lavoravo sette giorni su sette, di giorno in ufficio e di notte in discoteca, andando persino a scuola guida la sera. Fra ragazzo, i due lavori e la patente, dormivo più o meno 3 ore per notte. Se lo faccio adesso muoRo. ^^'

- Poi vediamo… ho fatto per un solo giorno in vita mia, l’operaia in una piccola ditta di impianti elettrici. No, non faceva per me e sono scappata a gambe levate stabilendo il record del singolo giorno di lavoro sul libretto. Assunta oggi, dimessa domani. Fighissimo.

- Ho fatto la segretaria da un paio di commercialisti, un incazzo continuo in un caso, un lavoro gradevole nell’altro.

- L’assistente alla poltrona in uno studio dentistico; davvero un’esperienza affascinante anche se un pelino splatter.

- Del tristissimo volantinaggio per arrivare a fine mese.

- La cameriera in una pizzeria. La ragazza che avrei dovuto sostituire, un giorno mi ha presa da parte, mi ha poggiato le mani sulle spalle e mi ha fissato negli occhi dicendo: "Scappa finché sei in tempo, e non voltarti indietro". Me lo disse in un modo così convincente, con uno sguardo così disperato che non feci domande e mi fidai, rinunciando al lavoro quando ero ancora in prova. Tutt'oggi mi chiedo cosa diamine accada in quella pizzeria.

- La commessa in un negozio di abbigliamento specifico sport & fishing. Non faceva per me in quel momento della mia vita, quindi mentre ero ancora in prova, dissi addio.

- La segretaria di direzione in una Onlus, dove ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare e per le quali vi invito a pensarci due volte prima di fare donazioni ad enti benefici. Ho anche pensato di scriverci un libro denuncia intitolato "Come ti rubo le donazioni, me ne sbatto dei bisognosi, evado le tasse, raggiro la legge e riesco a farla franca".

- Un lavoro bellissimo che ho fatto per cinque anni e che rifarei domani è quello svolto in un negozio di informatica. Vendita e assistenza, con colleghi a dir poco meravigliosi che ora sono miei amici, e clienti assurdi di ogni genere, dalla vecchietta che mi chiede la cartuccia del bianco per la stampante del marito al meganerd che compra una scheda video superincazz al mese per giocare. I miei utonti adorati, quanto mi mancano.

- Adesso, da otto anni, mi occupo sempre di informatica, ma in un ambito completamente diverso, quello sanitario. Non è il lavoro della mia vita, ma bisogna pur mangiare, no?

mercoledì 20 agosto 2014

127.0.0.Munchen, ovvero Monaco di Baviera

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Recuperando i post dal mio vecchio blog - che un giorno verrà definitivamente eliminato 
dalla rete - passo a parlarvi del mio primo viaggio a Monaco di Baviera: il posto, 
secondo solo a Helsinki, che ho nel cuore. 

Era l'estate del 2000, quindi le informazioni e le immagini scattate col cesso di macchina fotografica che avevo prima, risalgono all'epoca.

In ogni post aggiungerò anche un'immagine attuale, presa da Wikipedia, così da rendere un pochino meglio l'idea di questa stupenda regione tedesca.

Sono rimasta sempre molto informata sulla Baviera e nel tempo ci sono anche tornata (in aereo), quindi se qualcuno di voi fosse interessato a un bel viaggetto nella meravigliosa terra di Ludwig II, mi interpelli pure per avere informazioni aggiornate : )

Pronti a partire col mio diario di viaggio?

Diario di Viaggio - Prima tappa: La stazione - Munchen HBF


Hauptbahnhof, cioè stazione dei treni. 

La stazione di Monaco è una struttura enorme, piena di negozi luminosi e incredibilmente pulita. La cosa che mi ha colpito più di tutto è la quantità di forze dell'ordine che circola, di diversi corpi militari, tutti armati e tutti tranquilli. La stazione, a ovest della città è vicinissima al centro tanto che in 20 minuti a piedi si arriva in Marienplatz
I treni a Monaco arrivano e ripartono, ma non passano mai perché come per Milano centrale, la stazione è il capolinea. Parliamo di una stazione di testa. 

Siamo arrivati a Monaco verso le sette del mattino dopo un viaggio di circa 9 ore (126€ a testa con prenotazione) e la prima cosa che abbiamo fatto io e il mio compagno di viaggio è stato cercare un caffè, vista la notte passata insonne. Quando abbiamo letto 'espresso' non ci volevamo credere e anche quando ci hanno dato il conto non ci volevamo credere. Un caffè normale costa come da noi, ma un 'espresso', che evidentemente per loro significa 'italiano', costa 2.20 € ! 

A questo punto ci siamo procurati la IsarCard, il pass per usare i mezzi pubblici, efficienti come quasi in nessuna altra parte del mondo. Con 17.50€ si è coperti in due per tutta l'area urbana ed extraurbana per tre giorni (dal primo al sedicesimo anello, si chiama Partner Tageskarte ed è per la metropolitana). 

Il biglietto migliore per autobus e tram invece costa 7.50€ ed è valido dal primo al quarto anello. Fidatevi è poco, Monaco è enorme e va girata solo con i mezzi per goderla appieno.

Stanchi morti siamo andati in Hotel, un Best Western vicinissimo al centro e alla stazione dei treni, l'Atrium, in Landwehrstraße 59.  Consigliato per la posizione, ma non se cercate qualcosa di più raffinato.

sabato 16 agosto 2014

Listography #5: Your biggest fears

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Le mie più grandi paure. 

Perdonate l'assenza, ma ero bellamente in ferie, alla faccia vostra! ^^ 
Non avendo al momento un post pronto, mi butto con il Progetto Listography! 

Mica facile anche questa lista… se vogliamo essere seri e letterali, io di ​'​grandi paure​'​ non ne ho molte, in compenso ci sono parecchie cose che mi mettono ansia. Piccole paure, ecco.

Quelle davvero grandi, in ordine di terrore, sono: 

-          La perdita di chi amo.
-          Non esserci quando qualcuno che amo ha bisogno di me.
-          Morire per soffocamento (tipo annegare, malgrado ami moltissimo l’acqua e sia una brava nuotatrice).
-          Il cancro o chi per lui.

Di paure piccoline ne ho diverse,​ invece:


-          Le mantidi religiose... brr ^^'

-          I ragni. Affascinanti creature, ma mi fanno paura più o meno come a Ron Weasley​.
-          Le cimici… che schifo °_°
-          I cani Bull Terrier e la cosa mi dispiace molto perché io amo i cani, solo che questa razza mi fa proprio paura. Fra parentesi se gugolate “Cani col muso brutto” trovate proprio loro come primo risultato (porelli). Poi, per carità, saranno anche docilissimi, ma io li temo. Proprio patatosi non sono, che dite? ^^'



-          Il vuoto. Non tanto l’altezza, ma proprio il vuoto.
-          Le salite ripidissime con la macchina. Una stranezza, lo so.
-          La corrente elettrica. Se armeggio con qualcosa stacco sempre tutto prima.
-          L’autostrada, soprattutto quando girano anche i camion e li becchi in un tunnel.

domenica 3 agosto 2014

​Listography #4: Favourite bands

03 agosto 0 Comments
 
E via che si va col quarto post dedicato al progetto Listography: Band preferite.

Anche dal mare, precisamente dalla Versilia, continuo a postare imperterrita! : )
Di norma amo i solisti e non le band, ma ce ne sono alcune che apprezzo moltissimo. Che ne dite di ascoltare quattro esempi?

Vediamo, in ordine casuale:

The Rasmus – Non fate quella faccia solo perché la vostra conoscenza è limitata a In the Shadows. Provate ad ascoltare tutta la discografia prima di storcere il naso a quel modo!
​Razza di​ 'gnurant!​

Ascoltatevi: Chill


30 seconds to Mars – Che dire se non che li amo?

Ascoltatevi: A beautiful lie


Linkin ParkHybrid Theory, Reanimation e Meteora mi hanno aiutato a superare momenti difficilissimi e non smetterò mai di ringraziare
​i LP.​

Ascoltatevi: From the inside


estAsia – Lo so, li conoscono in pochi, ma provate ad ascoltare questo pezzo in cuffia ad alto volume e ditemi se non vi viene la pelle d’oca.

Ascoltatevi: Solidea


Poi apprezzo​, ma non conosco a fondo e lo ammetto: Subsonica, Lady Antebellum, Dave Matthews Band, Blue Öyster Cult, Toto, Dire Straits, Red Hot Chili Peppers, Deep Purple, Led Zeppelin, Pink Floyd, Queen, Rolling Stones e sicuramente almeno altri cinque o sei gruppi che al momento non mi sovvengono. Di norma m’innamoro di due o tre pezzi per band, difficilmente di un album intero, fatta eccezione per i primi quattro gruppi elencati, di cui amo praticamente tutta la discografia.

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