martedì 20 dicembre 2016

Menù di Natale Gluten Free 2016

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Rieccomi da voi, come promesso, con il secondo menù di Natale, questa volta 2016, quindi quello che realizzerò  fra qualche giorno. A dire il vero, come nel post precedente, i menù saranno due, uno della vigilia e uno di Natale, ma quello di Natale è una sorpresa che voglio fare a mio marito, quindi non posso pubblicarlo prima del 25 Dicembre. Entrambi, come sempre, saranno gluten free.
Per ora vi racconto il menù della vigilia, chissà che non possa essere di ispirazione per qualcuno di voi :) Le dosi sono tutte per due persone.

Partiamo dall'antipasto

Bicchiere di Emmentaler, pachino, olio al basilico e gamberone argentino al pepe nero.

Semplicissimo, velocissimo, sano e goloso. 

Ingredienti: 
  • 80 grammi di Emmentaler
  • 80 grammi di pomodorini pachino
  • 2 gamberoni argentini
  • Basilico
  • Olio EVO
  • Sale
  • Pepe nero
  • Ghiaccio
  • Vino bianco

Tagliate il formaggio a dadini molto piccoli e mettete da parte. Lavate, asciugate e tagliate a dadini anche i pomodori pachino, unendoli poi al formaggio all'interno di un boule di vetro, eliminando il succo che il pomodoro rilascerà. 

Ora preparate l'olio. 

Lavate il basilico, asciugatelo e frullatelo con due grossi cubetti di ghiaccio (controllate che il vostro frullatore sia in grado di frantumare il ghiaccio, altrimenti rischiate la rottura delle lame). A questo punto aggiungete l'olio, un pizzico di sale e frullate ancora qualche secondo.
Unite l'olio al basilico alla dadolata e mescolate ancora. Riponete in frigo. 

Nel frattempo cuocete i gamberoni in padella e fateli sfumare nel vino. Sia fresco che scongelato, lavatelo, eliminate la testa (se volete potete lasciare la coda a scopo decorativo) e con l'aiuto di uno stecchino l'intestino (il filetto nero che, se dimenticato, rilascia un pessimo sapore amaro). Quando il vino sarà evaporato pepatelo a dovere su entrambi i lati. Basterà qualche minuto. 

Prendete dei bicchieri, possibilmente belli e riempiteli a metà con la dadolata, a quel punto poggiate il gamberone in cima.  


Come primo piatto, espressamente richiesto dal marito, farò dei tagliolini al salmone affumicato con burro di acciughe e capperi (il burro è un'aggiunta mia). Devo ancora decidere se acquistare i tagliolini senza glutine o farli con le mie manine, ma non avendo mai fatto una pasta fresca così stretta, penso che opterò per l'acquisto. Vorrei evitare di combinare un disastro ^^' In compenso farò il burro. Vi spiego come. E' ottimo anche da spalmare sui crostini per un aperitivo o un antipasto.


Ingredienti: 
  • 100 grammi di burro (se siete intolleranti al lattosio prendete, o fate, quello chiarificato).  
  • 40 grammi di acciughe sotto sale o sott'olio
  • 20 grammi di capperi sotto sale

Mettete il burro in una ciotola e fatelo ammorbidire. Se è troppo freddo aiutatevi a bagno maria.
Lavate le acciughe, se sono sotto sale, e privatele della lisca centrale e della testa. Asciugatele con la carta molto bene e tritatele finemente. Se le acciughe sono sott'olio, come le mie, allora asciugatele bene e tritatele.
Lavate i capperi, strizzateli e asciugateli, come avete fatto con le acciughe. A questo punto tritate anche loro finemente.
Unite i capperi e le acciughe al burro e mescolate fino a formare una crema omogenea, poi riponetela in una vaschetta chiusa e mettetela in frigo fino al momento dell'utilizzo.

Con questo burro un po' particolare, quindi, salterò i tagliolini ancora al dente in una padella insieme al salmone affumicato, pepando poi a piacere. 

Passando al secondo piatto e rimanendo sul modello facile, veloce, buonissimo e di sicuro effetto, farò un cotechino al profumo di tartufo. Per mio marito, visto che a me fa ribrezzo solo il pensiero. Il cotechino lo prenderò precotto; sarò sincera, non ho tempo né dimestichezza per cucinare un cotechino da zero.
Come saprete la cottura del cotechino precotto è a prova di scemo. Si tratta di immergere la carne, ancora nella sua busta, in molta acqua bollente per una ventina di minuti (per il taglio da 250 grammi). Una volta pronto si apre, si scola, e si affetta. A quel punto lo adagerò su una crema al tartufo che, per questione di costi, ho acquistato già pronta. L'avrei fatta anche con le mie manine, ma comprare una pepita d'oro per la cena della vigilia di una sola persona mi sembrava un filo eccessivo. :)

Per me, ma anche per lui come contorno, farò delle patate alle erbe aromatiche. Vediamo di cosa si tratta: 

Ingredienti: 
  • 300 grammi di patate di Zocca (se le trovate)
  • 1 cipolla dorata piccola o, se volete fare i fighi come Cracco, 1 scalogno
  • Erba cipollina
  • Basilico
  • Rosmarino
  • Prezzemolo
  • Aneto
  • Sale 
  • Noce moscata
  • Olio EVO

Lavate le erbe molto bene, asciugatele e tritatele finemente. Tritate lo scalogno (o la cipolla) e in un boule di vetro mescolate il tutto con l'olio, il sale e la noce moscata.
Lavate BENISSIMO le patate (visto che terremo la buccia), asciugatele e tagliatele a fettine sottilissime (massimo 3 millimetri).
Mettete le patate nel boule e mescolate delicatamente, ma molto bene, in modo che ogni fettina di patata si unga.
Disponetele in una teglia non molto grande e già oliata, possibilmente a raggiera e prima di infornarle aggiungete ancora un filo sottilissimo di olio Evo sulla superficie.
La cottura è in forno preriscaldato a 180 gradi, ventilato, per circa 30/40 minuti.
Volendo è possibile farle anche "al forno", inteso come a pezzettoni. Molto più classiche, insomma. In questo caso potete sbucciarle e sbollentarle qualche minuto prima di unirle alle erbe, per tenerle in forno meno tempo. 

A questo punto dovrei raccontarvi del dolce, ma visto che è lo stesso che mio marito mangerà a Natale (quindi non posso spoilerarlo) vi racconterò il dolce che ho fatto in occasione di un altro Natale, quello del 2014. La mia personalissima cheesecake al limone

Dovete sapere che la Cheesecake è il mio cavallo di battaglia. Sia quella da cuocere (che amo meno perché più pesante) sia quella fredda.
Nel tempo sono riuscita a semplificare sempre di più la ricetta, rendendolo un dolce molto meno calorico dell'originale americano e con pochi ma freschissimi ingredienti.
Ad esempio non uso la panna, la colla di pesce (che schifo), l'agar agar e nemmeno così tanto zucchero come vuole la ricetta. Vediamo come.

Ingredienti:
  • 150 grammi di biscotti secchi gluten free al limone Sarchio (Fior di Limone)
  • 60 grammi di Burro (di solito vegetale o senza lattosio)
  • 250 grammi di Philadelphia classico o, se volete, Light
  • 250 grammi di ricotta freschissima (non salata!)
  • 50 grammi di zucchero integrale
  • circa un cucchiaio di Maizena
  • 2 grossi limoni BIO con le foglie! Se non li trovate enormi, prendetene 4 più piccoli.
  • 1 bustina di vanillina
  • Acqua

(Nella versione più maiala c'è la panna fresca e anche un vasetto di yogurt al limone, che io però non metto mai.)

Imburrate una tortiera. Meglio se di 22-24 centimetri e apribile lateralmente.

Frullate i biscotti riducendoli in polvere, mentre in un pentolino fate sciogliere a fuoco bassissimo il burro. Togliete il pentolino dal fuoco, versateci i biscotti e mescolate. Con questo impasto farinoso ricoprite il fondo della tortiera e pressate con il dorso di un cucchiaio fino a formare una base liscia che riporrete in freezer per un quarto d'ora. 

Lavate, asciugate e grattugiate la buccia dei limoni, avendo cura di evitare la parte centrale più larga di uno dei due che dovrete invece affettare (servirà come decorazione). Lavate, asciugate e tenete da parte anche le bellissime foglie. Una volta ricavate le due/tre fettine sottilissime di limone, spremete il succo di entrambi in una tazza.

Nel frattempo, in un boule di vetro, versate il Philadelphia, la ricotta, lo zucchero, la bustina di vanillina, metà del succo del limone e metà della scorza grattugiata (mi raccomando di non grattugiare troppo a fondo, la parte bianca rende il gusto del limone amaro). Mescolate con un cucchiaio di legno. Quando il composto sarà bello cremoso e profumato, distribuitelo nella tortiera livellandolo con un cucchiaio e spostate il tutto in frigo. 

Ora prepariamo la gelatina che, come ho detto precedentemente, io faccio solo con zucchero, succo di limone, scorza e maizena. Prendete un pentolino, meglio se antiaderente, e mettete un cucchiaio di zucchero (30 grammi) a scaldare per circa un minuto, a quel punto unite il succo di limone e mescolate, poi stemperate la maizena un poco per volta, unite la scorza del limone e con un cucchiaio di legno, a fuoco basso, non smettete MAI di mescolare. Non vi ho fornito le dosi precise di proposito perché dovrete aggiungere un poco di acqua (o altro succo di limone) e maizena a seconda di quanto il composto si rapprenderà. A un certo punto vedrete che da una consistenza completamente liquida, il composto in fretta inizierà a diventare gelatina. Una volta raggiunta la quantità e la consistenza desiderata, spegnete la fiamma e lasciate intiepidire prima di versare la gelatina sulla cheesecake. 

Lasciate la torta in frigo per almeno un'ora, poi decoratela con le fettine e le foglie del limone che avevate tenuto da parte.

Ecco il risultato, che ne dite? 


Per qualsiasi nozione inerente la celiachia, vi rimando all’unico sito davvero attendibile nel quale potrete trovare risposta a ogni vostro dubbio. Il sito dell’Associazione Italiana Celiachia, AIC. Se però avete qualche domanda, più che altro incentrata sulla nostra esperienza personale, scrivetemi pure. 

domenica 18 dicembre 2016

Menù di Natale Gluten Free 2015

18 dicembre 0 Comments


Dovete sapere che nel 2015, in occasione delle feste natalizie, avevo scritto un post per raccontarvi il mio menù di Natale senza glutine, ma alla fine, fra una cosa e l'altra, non sono riuscita a postarlo. Lo faccio quindi oggi, così da suggerirvi ben due menù alternativi per queste imminenti feste.

Iniziamo col menù 2015! Fra qualche giorno posterò quello del 2016 :)

Dannata farina gluten free!!!

Oggi vi racconterò la mia prima esperienza col mattarello e la pasta fresca fatta con farina gluten free. Qualche giorno prima di Natale, mi ero messa in testa di fare a mio marito le pappardelle fatte a mano, ovviamente senza glutine, da condire con prezzemolo fresco, porro e porcini la sera della vigilia e con panna e salmone affumicato il giorno dopo, a Natale. Malgrado sia di Bologna non sono certo una “sfoglina” provetta, ma fino alle pappardelle o alle tagliatelle di solito ci arrivo senza troppi problemi.

Ebbene, questa volta ho dovuto sudare una ventina di camicie. 
La farina senza glutine è molto più difficile da tirare perché molto meno elastica. Avrei dovuto arrivarci da sola e magari farmi una bella cultura gugolando a destra e a manca, ma ahimé non l’ho fatto, commettendo l’errore più classico di tutti: credere che fra la farina “normale” e quella senza glutine, non ci fosse molta differenza.

L’idea iniziale era di tirare quasi 10 uova, per poi conservare la pasta già pronta da cuocere in congelatore, divisa per benino in monoporzioni; per fortuna il mio sesto senso mi ha fermata all’ultimo minuto, suggerendomi di provare prima con solo 3 uova, visto che non avevo mai tirato questo tipo di sfoglia

Gli ingredienti squindi sono stati:

  • 300 grammi di farina Schar senza glutine
  • 3 uova
  • Un pizzico di sale finissimo 

Una volta impastati gli ingredienti al meglio, ho lasciato riposare l’impasto, che alla vista e al tatto era ottimo, per una mezz’ora avvolto nella pellicola trasparente, dopo di che ho iniziato a tirarlo, ma la mancanza di elasticità sbriciolava la pasta ad ogni passaggio troppo pretenzioso di mattarello, così mi sono fermata e in preda allo sconforto mi sono attaccata al PC per indagare, scoprendo di non essere stata l’unica ad aver avuto questo problema. 
Fra i vari trucchi c’è chi aggiunge un uovo, chi il misterioso xantano, chi molta acqua. 
Io ho deciso di non fare nulla, ma di lasciar semplicemente riposare l’impasto più del doppio del tempo. Quindi in totale circa un’ora e mezza. Il mio trucchetto è servito e sono riuscita poi a tirare la sfoglia decisamente meglio di prima. 
Certo, non è venuta così sottile da poterci vedere San Luca attraverso (come dovrebbe essere secondo una vera sfoglina bolognese), ma è comunque venuta abbastanza bene. L’unico difetto è che ho dovuto fare pappardelle molto più corte rispetto a quelle classiche, proprio per il solito problema della mancanza di elasticità.

La prossima volta proverò con un uovo in più, oppure con lo xantano, anche se solo la parola mi disturba : )

Ecco le ricette dei due primi a prova di scemo, della vigilia e della sera di Natale: 

Pappardelle ai funghi porcini



  • Pappardelle gluten free tirate a manazza con estrema fatica e condite con svariati moccoli in più idiomi fra cui anche il Klingon
  • Aglio
  • Funghi porcini secchi
  • Porro
  • Prezzemolo fresco
  • Sale
  • Pepe nero
  • Olio EVO

Per prima cosa mettete a bagno i funghi porcini secchi. 
Io li lascio immersi circa un’ora e butto via l’acqua di ammollo solo se sono funghi di sconosciuta provenienza. Ho la fortuna di avere ancora dei funghi porcini meravigliosi colti in Trentino e fatti seccare da una coppia di amici espertissima nel campo che prima li pulisce accuratamente, al punto che l’acqua di ammollo è riutilizzabile come brodo. In caso contrario, chiaramente, non mi fido e l’acqua la getto via bellamente.

Fate imbiondire a fuoco basso lo spicchio d’aglio tritato, o in camicia se vi piace più delicato, con il porro tritato a rondelle sottili in un filo d’olio EVO. 
Una volta pronto aggiungete anche i funghi, precedentemente scolati, tamponati con uno scottex e tagliati a pezzettoni, nella stessa grande padella e alzate un filo la fiamma. 
Ci vorrà pochissimo. 
Nel frattempo cuocete le pappardelle in abbondante acqua bollente salata, scolatele abbastanza al dente e fatele saltare a fuoco vivace nella padella con i funghi e il porro al massimo un minuto, aggiungendo solo alla fine una “spolverata” di prezzemolo tritato grossolanamente. Pepate a piacere. 

Pappardelle panna e salmone 

  • Pappardelle gluten free idem come sopra con stavolta anche l'utilizzo dell'aramaico antico
  • Salmone affumicato
  • Panna di soia
  • Noce moscata
  • Pepe rosa in grani
  • Sale

Il procedimento non è dissimile dal condimento con i porcini. 
Partite tagliando a striscioline il salmone affumicato e tenendolo da parte. 
In una grande padella mettete la panna (io uso quella di soia, ma va benissimo anche quella di latte) e fatela scaldare a fuoco basso per qualche minuto. Quando abbastanza calda, aggiungete il salmone, il sale e la noce moscata, alzando leggermente la fiamma. 
Nel frattempo cuocete le pappardelle in abbondante acqua bollente salata, scolatele abbastanza al dente e fatele saltare a fuoco vivace nella padella con il salmone e la panna al massimo un minuto, aggiungendo solo alla fine qualche grano intero di pepe rosa. 

Se vi state chiedendo cos’altro ho fatto per queste due cene, ecco qua il resto del menù totalmente gluten free. Se qualche piatto dovesse intrigarvi, lasciate un commento e vi passo la mia versione della ricetta.


MENU' NATALE 2015


Antipasto vigilia e Natale:
Frittatine di grana e prezzemolo con strolghino di culatello e gorgonzola piccante
Dadolata di formaggio Edam, pere e noci
Primo:
Pappardelle ai funghi porcini
Pappardelle panna e salmone
Secondo:
Cotechino (precotto, perché non sono mica matta)
Pinzimonio di verdure con tagliere di formaggi misti
Contorno:
Lenticchie rosse alle erbe aromatiche
Cavoletti di Bruxelles brasati alla birra
Dolce:
Cheesecake al cioccolato




Per qualsiasi nozione inerente la celiachia, vi rimando all’unico sito davvero attendibile nel quale potrete trovare risposta a ogni vostro dubbio. Il sito dell’Associazione Italiana Celiachia, AIC. Se però avete qualche domanda, più che altro incentrata sulla nostra esperienza personale, scrivetemi pure.  

martedì 29 novembre 2016

Star Wars Destiny

29 novembre 0 Comments

Ben tornati, cari naviganti :)

Come avrete notato sono stata molto tempo senza postare nulla. Purtroppo un problema di salute mi ha tenuta a distanza da molte attività, blog compreso, ma oggi sono di nuovo qua con voi per aprire una nuova etichetta dedicata al neonato gioco di carte Star Wars Destiny della Fantasy Flight Games, distribuito da Asterion.

Per l'occasione io e la mia dolce metà, grandi fan della saga, abbiamo inaugurato anche un canale Youtube e una pagina Facebook. Vi lascio i link! 






Il gioco esce ufficialmente il primo dicembre 2016, ma noi siamo già in possesso degli starter kit di Kylo Ren e Ray, nonché di diversi booster pack, grazie a un launch party organizzato dai ragazzi del Goblin nella nostra città. 

Andiamo a vedere di cosa si tratta. 


Parliamo di un gioco di carte e dadi collezionabili che nasce inizialmente con due pack da 24 carte ciascuno e i relativi 9 dadi. Già così è possibile fare partite molto divertenti, ma acquistando qualche booster pack nel corso del tempo, il gioco prenderà una piega molto più interessante e complessa.   

Le regole, contenute in un singolo foglio fronte retro all'interno della confezione di gioco, sono molto semplici e si apprendono a una velocità disarmante. Dopo nemmeno cinque minuti di gioco, avrete già preso possesso della meccanica che, lasciatemelo dire, è del tipo "molto più facile a farsi che a dirsi". La parte più complicata sarà solo quella di trovare la giusta strategia per battere l'avversario.

Il gioco comprende svariati tipi di carte, nello specifico esistono: 
  • Le carte personaggio
  • Le carte miglioria
  • Le carte supporto
  • Le carte evento
  • Le carte territorio

Le carte personaggio, come si evince dal nome, sono dedicate ai vari protagonisti del gioco come Kylo, Rey, Finn, ecc.. Alcune di queste carte sono uniche, ad esempio non potrete avere in gioco due Ray. Quelle con questa particolarità sono contrassegnate da un piccolo asterisco visibile prima del nome. 

Ogni personaggio ha il suo relativo dado, ma in certi casi i dadi sono due. Alcuni personaggi, come Kylo Ren, ad esempio, possono essere giocati anche in versione elite, ovvero a due dadi. La cosa però vi costerà più punti. Chi ha un po' di dimestichezza con altri giochi simili, saprà che alcune carte costano punti e che non è possibile iniziare una partita superando la cifra prestabilita di punti che, nel caso di Destiny, è 30. 

Se deciderete di giocare Kylo Ren a un dado solo, la sua carta vi costerà 10 punti, ma se la scelta ricadrà sulla versione elite, allora vi costerà 13 punti. Questo, come avrete capito, modificherà la vostra possibilità di iniziare la partita con un numero X di personaggi. 


Le migliorie possono essere a uso singolo (vedi la granata), oppure no. Come per i personaggi, alcune carte miglioria hanno il loro relativo dado. Alla morte di un personaggio, certe migliorie possono passare agli altri eroi della nostra mano.

Anche i supporti possono o meno avere il proprio dado, come ad esempio il Caccia Tie. Capirete se una specifica carta è provvista di dado, dalla grafica stessa della carta, che ne riporterà le relative facce. 

Le carte evento, come si capisce chiaramente, sono eventi che è possibile scatenare durante la partita. Quasi tutte le carte hanno un costo in risorse, perciò per poterle giocare dovrete possedere il numero di risorse richiesto. 

Le carte territorio sono i campi dove si combatterà la nostra battaglia e ogni carta di questo tipo ha una sua peculiarità. 

Per quanto riguarda i token, abbiamo: 
  • I danni
  • Le risorse
  • Gli scudi

Ogni giocatore partecipa alla partita con un suo mazzo e inizia decidendo quali personaggi gettare nella battaglia, il tutto senza superare i famosi 30 punti in totale. 

Si posizionano sul tavolo le carte a faccia in su, con i relativi dadi poggiati sopra e si sceglie un territorio a testa. 

A questo punto si lanciano i dadi e chi fa il numero più alto, decide quale dei territori usare durante la partita. Il giocatore in questione decide anche chi degli altri giocatori inizia per primo, consegnandogli il territorio -volendo può anche tenerselo-. Chi possiede il territorio, come ho detto, ha sempre l'iniziativa, mentre gli altri giocatori posizionano a piacimento sui loro personaggi due scudi. Non è possibile avere più di tre scudi a personaggio. Gli altri territori, a questo punto, vengono scartati e messi via.

Tenete presente che si può giocare anche in tre o quattro persone, ma (parere personalissimo della sottoscritta) in due è molto più bello. 

La fase successiva sarà quella di mescolare il proprio mazzo, che deve essere di 30 carte e pescarne 5 che, dopo una prima occhiata, sarà possibile sostituire in numero variabile. Si guarda la propria mano e si decide se può andare bene così com'è oppure no, poi, se è il caso, si sceglie quante carte cambiare (volendo, anche tutta la mano) rimettendo nel mazzo (e rimescolando) le carte che non ci piacciono. A quel punto si ripesca il numero di carte mancante all'intera mano, che non deve superare il numero di cinque. 

I giocatori prendono quindi due risorse a testa da mettere nella propria riserva -questo accade a ogni inizio round-. L'operazione termina la fase di preparazione alla partita. 



Ora siamo pronti per giocare! 

Chi ha l'iniziativa, quindi il territorio, decide l'azione da fare. Salvo abilità speciali, è possibile fare una sola azione alla volta. 

Le azioni possibili sono diverse: 
  • Attivare un personaggio ruotando la sua carta in orizzontale e lanciando i rispettivi dadi. (attacco)
  • Attivare un supporto, ruotando la sua carta in orizzontale e lanciando il rispettivo dado. (attacco)
  • Usare una carta evento pagandone il relativo costo in risorse.
  • Mettere in campo una miglioria o un supporto, pagando il relativo costo in risorse (e se è il caso, posizionando sulla carta anche il relativo dado).
  • Rivendicare il territorio, attivando quindi l'abilità speciale di quella carta e terminare così il proprio turno fino alla fine del round.
  • Risolvere uno o più dadi dal suo pool. 
  • Scartare una carta per ritirare da uno a tutti i dadi del pool.
  • Passare senza fare nulla.

Fatta la nostra azione, toccherà all'avversario e così via fino alla fine del round, quando entrambi i giocatori decideranno di passare. A questo punto si ripristinano le carte esaurite (voltandole di nuovo in verticale e rimettendo su di essere il rispettivo dado), si prendono due nuove risorse da aggiungere alla riserva e si pesca un numero di carte utili a far tornare la nostra mano completa, ovvero di cinque carte. Volendo, prima di pescare, è possibile scartare qualche carta che non ci piace.

Trovo inutile, a questo punto, darvi ulteriori spiegazioni sulla meccanica di gioco, visto che dopo 5 o 6 alternanze di queste azioni, sarete senza dubbio padroni della tecnica. L'importante sarà leggere attentamente il contenuto delle carte e muoversi di conseguenza, usando in modo astuto le risorse, gli scudi e soprattutto le abilità di ogni carta. 

Parliamo piuttosto dei dadi. Quelli usati da Destiny sono classici dadi a 6 facce e ogni faccia ha un suo bel simbolino che dopo poco imparerete a memoria :) 

I simboli che incontrerete saranno: 
  • Colpo in mischia con o senza modificatore.
  • Colpo a distanza con o senza modificatore.
  • Scudo con o senza modificatore.
  • Risorsa con o senza modificatore.
  • Distruzione di risorse con o senza modificatore.
  • Scarto dalla mano dell'avversario con o senza modificatore.
  • Concentrazione.
  • Abilità speciale.
  • Blank.
Vediamoli uno per uno. 

Il colpo in mischia infligge uno o più danni (le due spade incrociate) e non si differenzia da quello a distanza (il blaster), se non per la diversa possibilità di difendersi dall'uno o dall'altro da parte dell'avversario. 

Lo scudo ci permetterà di mettere uno o più scudi sui nostri personaggi. 

La risorsa ci permetterà di prendere una o più risorse. 

La distruzione elimina una o più risorse dalla riserva dell'avversario.

Lo scarto elimina una o più carte dalla mano dell'avversario. 

La concentrazione ci permette di voltare un dado su una faccia a nostra scelta.

L'abilità speciale attiva, appunto, l'abilità della relativa carta di quel dado. 

Il modificatore cambia il numero di danni/scudi/risorse/ecc... di quel dado e necessita 
SEMPRE di un altro dado simile senza modificatore. 

Esempio: Se esce 1 danno in mischia e un dado +2 danni in mischia, il totale di danni sarà tre, ma se esce un +1 danno in mischia e un dado +2 danni in mischia, nessuno dei due dadi avrà effetto. 

Il blank è ovviamente un risultato vuoto.

La vittoria della partita verrà decretata da uno dei seguenti fattori: 

  • I personaggi dell'avversario sono stati tutti uccisi. 
  • L'avversario ha terminato sia le carte in mano, che nel proprio mazzo. A questo punto, quando entrambi i giocatori passeranno la mano, quello che ha finito tutte le carte sarà considerato sconfitto. 

Termino questo mio primo post dedicato a Star Wars Destiny, lasciandovi con il trailer di gioco ufficiale della Fantasy Flight Games, e mi raccomando... che la Forza sia con voi!






sabato 1 ottobre 2016

Imperial Assault - Nexu

01 ottobre 0 Comments

Cari naviganti, torno in mezzo a voi dopo svariati giorni a parlare nuovamente di modellismo. 
Quest'oggi vi racconterò passo passo come ho realizzato i Nexu: docili creaturine pelosette e patatose dell'universo Star Wars. 
Fra le miniature di Imperial Assault, gioco da tavolo della Fantasy Flight Games, ci sono anche due di questi simpatici animaletti tutti occhi, denti e artigli. 
Prendendo come sempre spunto dai bellissimi video tutorial del buon Sorastro, ho dipinto queste due miniature al meglio delle mie possibilità e, devo dire, ne sono abbastanza soddisfatta. 

Ecco qua la carta del Nexu e la relativa miniatura così come esce dalla scatola. 



Veniamo ai singoli passaggi da me effettuati. 
I colori Citadel utili a dipingere i Nexu sono i seguenti: 

Rakarth Flesh, Screaming Skull, Nuln Oil, Agrax Earthshade, Tyrant Skull, Lahmian Medium, Stormvermin Fur, Deamonette Hide, Bugman's Glow, White Scar, Ushabti Bone, Steel Legion Drab, Druchii Violet, Mephiston Red, Evil Sunz Scarlet, Eshin Grey, Abaddon Black, 'Ardcoat, Mechanicus Standard Grey.


Si comincia con il solito primer, in questo caso grigio, e si attende l'asciugatura. 

Il secondo passaggio avviene con il Rakarth Flesh steso sul corpo del Nexu, evitando coda, occhi, escrescenze sulla schiena e bocca, ripassando solo alcune zone di luce (la parte alta della schiena, delle cosce, delle zampe anteriori, le costole, le parti sporgenti delle zampe...), con lo Screaming Skull

Terminato questo passaggio, la mossa successiva è il dark wash, con una parte di Nuln Oil e una di Agrax Earthshade ripassando ogni zona precedentemente dipinta. 

Il passo successivo, con il Tyrant Skull, è una passata di colore a pennello rigorosamente asciutto su tutta la pelliccia. 

A questo punto, un altro bagno di colore si effettua con il Lahmian Medium mixato all'Agrax Earthshade. Tre parti di Lahmian e una di Agrax. Questo "bagno" però servirà solo per le zone d'ombra e dove vorremmo far risultare sporca la pelliccia del Nexu. Sotto la pancia, nella zona inguinale, sotto il mento e sulla parte finale delle zampe, vicino agli artigli. 

Con il solito mix di Nuln Oil (3 parti) e Agrax Earthshade (due parti), andiamo a fare le striature della pelliccia, rendendo il nostro Nexu tigrato.

Una volta asciutto, con il Stormvermin Fur, andiamo a colorare le escrescenze sulla schiena. Una successiva passata di Nuln Oil darà loro un effetto sfumato.

E' la volta dell'interno bocca e delle gengive, che dipingeremo con il Deamonette Hide, evitando accuratamente le zanne. 

Mentre attendiamo che la bocca si asciughi, schiariamo le escrescenze della schiena, unendo allo Stormvermin Fur una punta di Screaming Skull. Possiamo fare questo passaggio quante volte vogliamo, schierendo sempre un po' di più, per far risaltare la cima degli spuntoni che dovranno venire più chiari.



Con il Bugman's Glow, schiarito con una punta di White Scar, andiamo a fare la coda. Il colore ottenuto lo andiamo poi a mixare con il Deamonette Hide, per sfumare la bocca, in particolare la lingua. Passaggio che faremo più volte per donare alla bocca ulteriori punti luce. 

Con il Steel Legion Drab andiamo a sporcare i denti, dando risalto alla zona più vicina alle gengive, per rendere le fauci del Nexu molto "cattive". La bocca, in questa miniatura, è forse la cosa più importante e vale la pena spendere del tempo per sfumarla e darle un'aspetto davvero spaventoso. Con l'Ushabti Bone, andremo a ripassare i denti, facendo attenzione a non coprire la zona vicino alle gengive. Il dente va sfumato ancora, fino a rendere bianca la parte più appuntita delle zanne con il White Scar. 
Una volta asciutta, passiamo a un Dark Wash, con Druchii Violet (tre parti) e l'Agrax Earthshade (una parte), evitando ovviamente i denti. Con lo stesso mix, andiamo a fare anche la coda. 



Eccoci arrivati agli occhi. Con il Mephiston Red, coloriamo tutti e 4 gli occhi e una volta asciutti li ripassiamo con il mix che abbiamo usato per coda e bocca precedentemente. A questo punto creiamo un punto luce con l'Evil Sunz Scarlet. 
Con il Bugman's Glow e un pochino di White Scar diamo luce alla coda e nuovamente alle gengive e alla punta della lingua. 

Siamo quasi pronti per passare alla colorazione della base, ma prima dobbiamo dipingere gli artigli delle zampe con l'Abaddon Black, creando sfumature e punti luce con l'Eshin Grey e il White Scar

Con il Lahmian Medium andiamo a simulare la saliva, bagnando quindi la bocca, i denti, le gengive e parte del pelo sotto al mento.

Per la basetta ho fatto di testa mia e non ho usato il grigio che usa Sorastro, ma un bel verde, decorandolo poi con ciuffi d'erba dell'Army Painter. Uno dei due Nexu l'ho contraddistinto da una banda rossa sulla basetta e poi ho passato una spruzzata di Tamiya T80 opaco su tutta la miniatura una volta asciugata completamente. 

L'ultimissimo passaggio l'ho fatto con l'Ardcoat. Un Gloss che serve a lucidare le parti che ci interessano. In questo caso l'ho passato di nuovo in bocca, sugli occhi e sugli artigli.




Vi lascio con il bel video di Sorastro, dove potrete vedere ogni singolo passaggio :)




Happy Painting! 

giovedì 8 settembre 2016

InterView: Helsinki - Tiziano

08 settembre 0 Comments
E' con enorme piacere che vi ri-presento l'amico di "tastiera" Tiziano
Chi, fra i miei lettori, ha buona memoria, si ricorderà la splendida intervista 
che mi ha rilasciato non molto tempo fa, al suo ritorno da un viaggio in Finlandia.

Chi ha pessima memoria, invece clicchi qua :)

Ebbene, Tiziano è ritornato in Finlandia questa estate e il suo amore per questa terra non ha fatto altro che crescere.
Ovviamente non potevo lasciarmi scappare l'occasione di un'intervista nuova di zecca e così, eccola qua. 

Ringrazio Tiziano per il suo tempo e per l'affetto che prova per la mia amata Finlandia. Lo ringrazio perché non tutti sanno coglierla come ha fatto lui. Della sua scorsa intervista ricordo una frase in particolare, che mi ha fatto capire quanto lui sia un'anima lieve. Disse:
"Per me Helsinki ha il profumo dell'aneto e del mare."

Ed è così che è.

Vorrei inoltre esprimergli tutta la mia vicinanza e porgere un saluto qua, pubblicamente, all'amico che lo ha soprannominato l'Astronauta. Un amico che non c'è più, ma che sicuramente veglia su di lui in ogni momento.

Passiamo all'intervista, che dite?





So che è la seconda volta che ti rechi in quel della Finlandia. Ci sei voluto tornare solo perché "ti è piaciuta", o sotto sotto c'è qualche motivazione più intima e personale?


Prima di partire dei clienti mi chiedevano "dove te ne vai per le ferie?" A Casa, era la mia risposta. Non stavo mentendo, in Finlandia mi sento a casa, perciò certo, ci sono delle motivazioni personali, quelle di chi si sente bene in quel posto, semplicemente questo.

La prima volta che hai visto la Finlandia, l'anno scorso, sei partito da solo, senza conoscere una parola di finlandese (tranne olut, che significa birra!), e con un inglese molto elementare, tanto che ti è stato dato il soprannome di Astronauta. Hai viaggiato da solo anche questa volta?


Oh sì assolutamente, ma più preparato, solo il fatto di conoscere certe abitudini rende l'approccio più facile. Inoltre nei mesi precedenti mi ero preparato con delle lezioni di colloquio in inglese. Allo stesso tempo non ero solo perché il mio amico, da una vita, che mi aveva soprannominato Astronauta stava morendo, e lo fece proprio mentre ero in Finlandia, perciò non ero solo, ero con il suo ricordo, con i suoi pensieri e il giorno che se ne andò non sapevo se Helsinki era piena o vuota di lui. E' stata molto dura, perché gli ero stato vicino per tutta la sua malattia, ma lui voleva che partissi lo stesso e continuassi a fare l'astronauta. E ciò ho fatto.

Che soluzione hai trovato, riguardo l'alloggio? E che posti hai visitato in più, rispetto alla volta scorsa?


Per l'alloggio non mi sono proprio sforzato, stessa agenzia, stesso appartamento in Kallio. Punto strategico e a me comodo per gli spostamenti. A parte alcuni posti che volevo rivedere, come il caffè Vanilla a Suomenillina, solo per prendere un caffè e godermi l'incantevole posto o il Kiasma, che comunque propone sempre mostre diverse, per il resto ho visitato altri posti di Helsinki, ma anche due città: Porvoo e Turku.




Quando mi hai contattata per avere alcune dritte, mi hai chiesto se fosse possibile visitare qualche location dove fosse presente un faro. Come sai, la domanda mi ha fatto un immenso piacere, essendo io un'appassionata di fari marittimi. (Per chi non lo sapesse, ne possiedo una discreta collezione) Sei riuscito nel tuo intento?


Sì, e con grande piacere. Ero molto indeciso se andare a Söderskär, partenza in battello alle nove del mattino e rientro alle tredici, solo un'ora e mezza sull'isola, il costo non era propriamente economico per così poco tempo... ma lo rifarei ora, immediatamente.
Se piacciono i fari e le isole brulle è un viaggio che vale. Io ho avuto la fortuna che eravamo solo tre viaggiatori per Söderskär quel giorno, perciò sull'isola, o meglio sulle tre isole collegate tra loro da ponti, non c'era confusione e si poteva assaporare il piacere dell'isola con il suo vento, il sole, il rumore del mare e la vista del faro. Appena sceso dalla barca l'addetto apre il faro e poi ognuno si muove sulle isole e nel faro come vuole... il massimo per godersi appieno quest'esperienza.




Durante le nostre chiacchierate via mail, mi hai detto di essere un erborista e che ti sarebbe piaciuto trovare, in Finlandia, qualche negozio legato alla tua professione. Dicci, esistono le erboristerie, così come le conosciamo noi in Italia oppure no?

Mettiamoci d'accordo per cosa intendo io per erboristeria. Un negozio che vende e conosce le erbe, quelle sfuse, quelle per tisane ed infusi e non solo prodotti pronti. Perciò no, non ne ho trovate di questo tipo, solo un negozietto a Porvoo aveva una ventina di erbe sfuse ma non era solo un'erboristeria. Per il resto non ne ho trovate, ho visto solo dei negozi di prodotti bio e naturali, ottimi ma diverse dalle erboristerie.

So che sei stato al Nuuksio National Park e insieme a una guida hai fatto una passeggiata fra foreste e laghi di circa 15 chilometri. E' un'esperienza che feci anche io, qualche anno fa e devo dire, la trovai meravigliosa. Ce la racconti?

Quando ho iniziato ad organizzare questo viaggio mi son detto: "Ok Helsinki, ok le isole e il mare, ma la Finlandia è soprattutto foreste e laghi, devo visitare anche questo aspetto della natura" Scopro così il parco nazionale di Nuuksio. 

Perfetto, non lontano da raggiungere, ovviamente ci sono i mezzi pubblici ecc... poi mi son detto che da solo in mezzo a un parco avrei fatto un giretto “classico” senza vederlo bene. Scopro un sito che organizza passeggiate nel parco, gli scrivo e mi da' alcune date disponibili per il periodo che mi interessava, ma siccome il viaggiare da soli permette di scegliere sul momento quello che vuoi fare, non volevo prenotare e ancorarmi ad una data, così quando arrivo ad Helsinki decido per una data, ma il gruppo era al completo e la guida mi dice che però sarebbe stato disponibile la domenica seguente. Rispondo che ok, è pure l'ultimo giorno del mio viaggio e mi sembra perfetto per il parco. Al mattino dell'appuntamento mi ritrovo solo io con la mia guida, lo aveva fatto lo stesso pur essendo solo io.

La passeggiata la si potrebbe riassumere in poche parole: verde, tanto, acqua, tappeti muschiati, uccelli, tanta aria buona, un paio di scarpe rotte, tanti frutti di bosco e funghi. Meno in sintesi dico che l'esperienza è stata piacevole e istruttiva allo stesso tempo, la mia guida, biologo, conosceva ogni sentiero ufficiale e non del parco, ma soprattutto è stato ricco di informazioni sulla conformazione geologica e biologica della zona e della Finlandia. La passeggiata con pranzo in un'area attrezzata con griglie è stata piacevolissima seppur stancante per uno come me non avvezzo a tale scarpinate. 


Un aneddoto: al primo dei quindici laghi che abbiamo visto la guida mi dice che l'acqua si può bere, perplesso non dico nulla, al terzo lago me lo ridice e gli chiedo: Sei sicuro? Si china sul bordo del lago e beve... a quel punto i miei dubbi cedono e bevo anche io... beh sono qui che scrivo senza malattie di sorta e con il gusto di un'acqua leggera ed effettivamente pura.

Sei rimasto sulla terraferma, o hai messo piede su qualche isola?


Penso che metà del mio tempo di questa vacanza lo abbia trascorso su battelli e isole. Ho visitato Vallisaari, aperta al pubblico dal maggio di questo anno, è praticamente di fronte a Suomenlinna, parte dell'isola non è ancora visitabile perché protetta dal punto di vista naturalistico. Vallisaari è molto bella con i suoi bastion,i ma l'isola ad essa collegata Kuninkaansaari è ancora più incantevole, ha una piccola baia dove sono rimasto per ore, ma non ti fornisco le coordinate precise, la voglio solo per me :-)


Poi come detto prima sono stato a Söderskär, ma anche per andare a Porvoo ho scelto di prendere il battello che faceva un bel giro sull'arcipelago dando un'idea delle centinaia di isole che emergono dal mare, alcune abitate, altre solo da uccelli e piante altre ancora solo spuntoni di roccia con sopra un albero giunto lì chissà come.
Poi a Turku, un'isola molto abitata per i canoni finlandesi, dove ho visitato l'Art Chapel un'opera architettonica sull'esempio della Cappella di Kamppi, tutta in legno, ma con forma e struttura diversa, un'oasi di pace.




Qual è stata la tua impressione quando hai rivisto Helsinki per la seconda volta? L'hai trovata cambiata? Se sì, in meglio o in peggio?

No, non l'ho trovata cambiata nonostante il tempo sia stato più freddo e piovoso dello scorso anno. Era più bagnata :-) ma sembra che quello che per me era pioggia per i finlandesi era solo un leggero disturbo umido, imperterriti senza ombrello e a maniche corte... io no.

Credi che ci tornerai ancora, in Finlandia? Quali altri posti ti piacerebbe visitare, della Terra dei Mille Laghi?


Immagino che la prima parte della domanda sia retorica :-) 

Certo che sì, forse in inverno o più facilmente in estate. Dove? Verrebbe da dire ovunque, anche se un pensiero forte va verso appunto la zona dei laghi e le isole Åland. I laghi perché ne ho fatto un assaggio a Nuuksio e mi sono piaciuti molto e poi sono l'emblema di questa nazione. Le Åland perché ho un debole per le isole e il mare.

Ti sei portato a casa qualche souvenir?

Solo un cioccolato della Fazer con i pop corn salati all'interno. I veri souvenir li ho nel cuore. Certi paesaggi e la quiete che donano sono nelle mie foto, ma soprattutto dentro di me.




C'è un posto, fra tutti quelli che hai visitato la prima volta e questa, che ti è rimasto particolarmente nel cuore? E perché?

Sedersi su delle rocce levigate dal tempo, assaporare il profumo del mare, l'aria pulita e godersi il silenzio che si crea dentro... ovviamente tutto ciò non toglie bellezza ai tanti posti visitati.

Come molti sanno, la cucina finlandese non è per tutti i palati, in particolar modo non è adattissima al palato italiano. So però che a te è piaciuta molto e hai voluto assaggiare molti piatti del posto. Hai mangiato qualcosa di nuovo, rispetto alla prima volta? E cosa ti è piaciuto e cosa no?

Ho gustato di nuovo tanti loro piatti che avevo già provato, poi ho cercato, trovandolo, il Kalakukko (un pane ripieno di pesce) e la birra Sahtia (nella lavorazione e nel filtraggio viene usato anche il ginepro) il primo è un piatto impegnativo e sicuramente più invernale, in agosto, nonostante il tempo piovoso, non ci dice proprio. 

La seconda mi è piaciuta, non la si beve con la leggerezza con cui si beve una comune birra ma è decisamente da provare, anche perché una volta le birre erano sul tipo della Sahtia, aromatizzate, intense, corpose.
Vorrei aggiungere per chi vuole andare in Finlandia e pensa che sia tutto costoso... è vero ma si può anche spendere meno, molto meno di quello che si pensa. Nei mercati coperti, meglio quello di Hakaniemi, si trovano tanti di quei piatti pronti al costo di un fast food, ma qualitativamente cento volte meglio. I ristoranti li ho provati, ottimi, ma decisamente molto più costosi di quelli italiani.


So che ami molto la letteratura finlandese e in particolar modo Arto Paasilinna, del quale hai letto tutti i libri. Quale, tra questi, consigli a qualcuno che non è mai stato in Finlandia, ma ha voglia di scoprila grazie alle pagine di un libro?

Sicuramente “L'anno della lepre”, “Il mugnaio urlante” e “I veleni della dolce Linnea”, anche se secondo me andrebbero letti tutti. Per chi invece ha visitato Helsinki e volesse rivivere la città attraverso dei romanzi, divertenti e profondi allo stesso tempo, propongo la trilogia, tradotta in italiano, di Minna Lindgren.

Ricordo che l'anno scorso non interagisti molto con la gente del posto. Questa volta è andata meglio? Che impressione ti sei fatto?

Come detto mi ero preparato con l'inglese e conoscevo anche qualche parola in più in finlandese. Potrei dire che è andata meglio, ma non ne sono molto contento, mi domando ancora se è colpa della mia timidezza o della riservatezza finnica, ma non è stato facile interagire oltre alle frasi convenute da cliente. Rimane pur sempre la loro cordialità ma se vuoi attaccar bottone in Finlandia devi proprio essere un bravo sarto :-)


Fortunatamente proprio sotto il mio appartamento c'era un pub che sembrava fosse uscito dagli anni '60 con tanto di juke box originale e funzionante. Ogni sera ci ho fatto un salto e come si dice negli stereotipi dei finlandesi quando bevono sono più disponibili, ho parlato con un paio di ragazzi e mi ha fatto piacere confrontarmi e ridere delle stranezze delle nostre nazioni, con uno di questi ho messo a dura prova il mio inglese, perché un finnico alticcio non pronuncia proprio bene l'inglese :-)


Allo stesso tempo ho avuto il privilegio di essere invitato nella casa del responsabile dell'agenzia di b&b e fare una lunga chiacchierata. Lo stesso dicasi con la guida di Nuuksio, otto ore insieme si parla per forza. E mi è piaciuto il suo punto di vista sulla riservatezza finnica. Mentre passeggiavamo, in un sentiero dall'altro lato, sale una donna che appena ci incrocia abbassa lo sguardo, la guida si gira verso di me è dice: "In Finlandia è semplice: non si è obbligati a salutare quando si va in montagna. Non è più semplice?"
Effettivamente è vero, è più semplice. Però mi ha dato una dritta dicendomi che la popolazione del Savo, zona dei laghi, invece è definita dai Finlandesi del sud più chiacchierona. Peccato che non ho chiesto cosa significa in pratica... dicono forse tre parole invece che due? Chissà.




Siamo di nuovo al momento Marzullo. Fatti una domanda, e datti una risposta :)

Pensavo che con la seconda intervista questa domanda venisse evitata :-)


Vediamo... mi domanderei: Perché rilasci queste interviste sulla Finlandia?


Per condividere le mie esperienze, le mie avventure. Per riviverle io per primo e magari avvicinare qualcuno a questa bella nazione. Qualora invece l'effetto sugli altri sarà opposto... beh tanto meglio, vorrà dire che ci saranno meno turisti e più spazio per me in Suomi :-)


In questa intervista, ho una domanda in più. 

Se la Finlandia fosse:

Un oggetto: La Vihta, i ramoscelli di betulla che usano nella sauna per “frustarsi”. Scelta obbligata per via dei tanti alberi di betulla e sia perché la Vihta si usa in uno dei momenti più intimi per i finlandesi: la sauna.

Una canzone: I walk alone di Tarja, il titolo e la canzone, se la senti, dice tutto.

Un'aforisma: Questa è davvero difficile perciò copio e incollo Oscar Wilde con “Ho dei gusti semplicissimi, mi accontento sempre del meglio.”



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