sabato 30 maggio 2015

127.0.0.Tikal, Guatemala - Giorno 4

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Città del Guatemala, aeroporto La Aurora, Terminal della Taca
13 Aprile 2007 Ore 06.07 AM

La sveglia ha suonato alle 03.45 di notte e dopo una breve e poco rigenerante dormita, siamo scesi a far colazione alle 04.00, per la gioia dello staff dell’hotel al quale abbiamo scombussolato sicuramente i turni di lavoro, uscendo in strada all’alba; erano le 05.00 AM.

In questo momento ci troviamo sull’Airbus A319 della compagnia aerea Taca che ci porterà a Flores e stiamo vedendo albeggiare (sono le sei di mattina!); siamo appena saliti e attendiamo il decollo.

Mi chiedo se possiamo chiamare "aeroporto" il Terminal della Taca che effettua voli interni, visto che è venuto il “custode” ad aprirci con le chiavi ^^’
Al varco ci hanno fatto togliere persino le scarpe. Ci hanno sequestrato gli accendini, ma non a tutti. A uno di noi hanno fatto storie per la soluzione salina delle lenti a contatto, ma a un altro non hanno detto nulla per due bottiglie d’acqua da mezzo litro ciascuna. Mah, che razza di sicurezza raffazzonata che hanno in questa città… pensate che la sala d’attesa di questa compagnia è grande come camera mia e le sedie per i passeggeri sono di plastica bianca, da giardino!

Il volo su questo trabiccolo durerà circa un'ora, ma siamo più che altro preoccupati per il ritorno (sempre ammesso di non precipitare prima ^^), perché ben sei di noi hanno solo la prenotazione, ma non la carta d’imbarco. E’ pure venerdì 13 :)

Speriamo che le cose continuino ad andare per il verso giusto… a tal proposito vi racconto questa: sia ieri mattina che ieri l’altro, a Città del Messico, ho creduto di avvertire distintamente due belle scosse di terremoto.
Pochi minuti fa ho avuto conferma della cosa, dalle telefonate di alcuni parenti preoccupati in Italia che ci hanno parlato di qualcosa come 6.2 gradi della scala Richter, non molte ore fa, quando ormai noi eravamo già arrivati in Guatemala. Per fortuna la scossa ha fatto qualche danno, ma nessun morto; la gente si è riversata tutta in strada.
Ero certa che non fossero le mie gambe a tremare per la salita sulle piramidi di Teotihuacan, era troppo netta la sensazione del pavimento che si sposta sotto i piedi, ma la totale assenza di reazioni dei messicani al bar dell’hotel mi ha fatto pensare di aver sognato. Loro ci sono certamente abituati, considerando che Città del Messico è zona altamente sismica, ma io no.


Sta accadendo qualcosa di strano mentre scrivo; dal sistema di areazione dell’aereo sta uscendo una sostanza gassosa e molto vistosa, che un nostro compagno di viaggio (battezzato da me Indiana, visto quanto ha girato il mondo) ha riconosciuto come disinfettante. Mai visto prima, quanto meno mai ad occhio nudo così chiaramente. Tra poco decolliamo, sta anche iniziando a piovere nonostante il bel sole che sta sorgendo alla mia destra, rosso in mezzo alle nuvole grigie.

Ieri sera abbiamo cenato benissimo al ristorante dell’albergo spendendo 400 Quetzal, o ‘quintali’ come li abbiamo soprannominati, che corrispondono circa a 24 Euro in due. 

Il nostro Indiana è una barzelletta vivente, sia perché è simpatico da morire, sia perché racconta barzellette a raffica, ne conosce centinaia… non so davvero come faccia. Ne ha appena detta una sugli aerei (che cadono… glom ^^) e passaporti arrotolati e ficcati nel… ahem ^^’, che calza a pennello con la situazione attuale. Siamo tutti cappottati dal ridere con le lacrime, questo gruppo sembra una scolaresca di bambini, altro che un tour di adulti. Ecco la “demostracion de siguridad” della hostess. Si parte tra cinque minuti, il tempo di rollare sulla pista!

Mantenga su cinturon abrochado, chaleco salvavidas debajo de su asiento, vamos a Tikal amigos! Facciamo le cornaaaa!!!


Ore 23.25

Siamo finalmente a letto… E’ stata una giornata lunghissima, ma soprattutto caldissima e mostruosamente faticosa. Da raccontare ci sarebbero almeno venti pagine di diario. Tikal è una cosa spettacolare. Capisco perché ci hanno girato Star Wars: perché sembra di essere su un altro pianeta. Ora sono davvero stanca quindi descriverò il tutto una volta tornata in Italia. Buenas Noches a los todos!





Tikal, Flores, Guatemala (scritto in differita)


Siamo atterrati senza problemi nel piccolo aeroporto di Flores e con un altrettanto piccolo pullman ci siamo diretti verso il Dipartimeno di Petén, dove si trova Tikal, e che dista circa 30 chilometri.

Non potete capire il caldo che fa. Si respira acqua, non aria. E’ una cosa indescrivibile. Non penso di aver mai sentito un caldo simile. E’ dannatamente umido e afoso ed è scientificamente impossibile non inzuppare i vestiti di sudore. Marzo, aprile e maggio sono i tre mesi estivi e le temperature possono raggiungere i 50 gradi con il 100% di umidità. Oggi abbiamo abbondantemente passato i 40 e c'è davvero il 100% di umidità.


In occasione della visita a Tikal, abbiamo avuto una guida diversa e Rafael ha gentilmente lasciato il posto all’enciclopedia vivente Carlos Garcìa; un personaggio unico, con una risposta a qualsiasi domanda possa saltare in mente, che ci ripeteva in continuazione di bere, di idratarci per reintegrare i liquidi e i sali minerali persi con la sudorazione. Chissà quanti turisti sono svenuti di fronte al suo sorriso divertito. Non faccio nessuna fatica a immaginarlo. Credo che ne abbia visti parecchi cadergli ai piedi come mosche.
Carlos è stato uno degli “aspetti” che ho amato di più in questo viaggio, al punto da scrivere un racconto breve che parla anche di lui. Chissà, magari un giorno lo pubblicherò qua sul blog. E' un amante dei detti popolari e spesso coglieva l'occasione per citarne qualcuno, scatenando l'ilarità di tutto il gruppo. Pensate che ha avuto il triste compito di fare da guida al nostro ex presidente del consiglio, proprietario del povero Dudu. :)


Carlos
Carlos lavora come guida per la Aventuras Mayas, tour operator che vi consiglio caldamente.

A tutti voi sarà capitato di vedere qualche fotografia, o magari un documentario, su questo sito Maya che si può tranquillamente definire il più importante del mondo, ma vi posso assicurare che dal vivo è tutta un’altra cosa.

Si tratta della più estesa delle antiche città Maya, attualmente in rovina, che ora fa parte del Parco Nazionale di Tikal, patrimonio dell’UNESCO, situato a metà strada fra il nord dello Yucatan e il Pacifico e tra il Golfo del Messico e il Mar Caribe.

Le “rovine”, che risalgono al 600 a.C. (parliamo di un popolo pre-Maya che si stabilì in quella zona e che diede vita a tutto il resto) si trovano immerse nella foresta pluviale, costituita da cedri tropicali, mogano e Ceiba, albero sacro ai Maya, chiamato anche albero della vita. La Ceiba che accoglie i visitatori di Tikal in particolare, è alta più di 35 metri e il suo tronco ha un diametro di oltre 4 metri. Non sono riuscita a farla stare tutta in foto. E' pazzesca. Guardate qua, come sono piccolina :)


Nella giungla vivono anche moltissime specie diverse di animali più o meno pericolosi come scimmie urlatrici, scimmie ragno, tarantole, pavoni, tucani, pappagalli, giaguari, pantere, puma, ocelot, cervi, coccodrilli, serpenti velenosi, avvoltoi, tapiri, procioni, iguana e molto, molto altro.

Tikal, fortunatamente non fu distrutta, ma semplicemente abbandonata e rimase intatta e sepolta sotto un intricato strato di vegetazione per circa 1000 anni. 

Tranquilli, eviterò di raccontarvi l’affascinante Tikal fin nei minimi dettagli e passerò, invece, a illustrarvi cosa mi ha colpito personalmente.

Prima di tutto l’aspetto “cosmico” della città, profondamente legato alla volta celeste. 

In secondo luogo le dimensioni (176 km quadrati): nel massimo splendore Tikal annoverava circa 200 templi di straordinaria grandezza e stile e le sue dimensioni anche attuali restano immense, nonostante delle 10.000 costruzioni inghiottite dalla giungla, sembra che solo il 20% sia stato riportato alla luce. E’ possibile camminare a lungo in mezzo alla foresta pluviale senza incontrare nemmeno una rovina, per poi svoltare alla fine di un sentiero e piombare nel centro di una distesa piena zeppa di templi ed edifici. Tanto per farvi capire quanto è grande, vi dico che dall'ingresso del parco al centro visitatori ci sono 17 chilometri!

Ho amato il momento nel quale il maestoso e gigantesco Tempio del Giaguaro ha fatto capolino alla fine di un tunnel rigoglioso in mezzo alla giungla. Un’inattesa visione ha riempito i miei occhi e l’impatto visivo, vi assicuro, è clamoroso. Ricordo ancora la reazione dei miei compagni di viaggio che in coro hanno esclamato un emozionatissimo e pieno di stupore Woooooooooaaaahhwww

Ecco, lo volete un consiglio coi fiocchi? Dico davvero. Se deciderete di fare un viaggio fra i siti Maya del Messico e del Guatemala, tenete Tikal per ultimo.
In questo caso la frase fatta “Visto uno, visti tutti” è dannatamente vera. Non commettete l’errore di andare a Tikal come prima tappa del vostro viaggio o tutto ciò che vedrete dopo, inteso come sito Maya, perderà irrimediabilmente di fascino.



Poi la natura. Flora e fauna del Guatemala sono incredibili. La vegetazione fittissima, lussureggiante, quasi intatta e gli animali che coabitano in questo immenso polmone verde sono un patrimonio planetario che dovremmo a tutti i costi proteggere. Si tratta del secondo polmone verde in America dopo l'Amazzonia ed è il quinto polmone verde del mondo. Tikal è a 300 metri sul livello del mare e il suo nome significa Luogo delle voci e dei sussurri degli spiriti Maya e i suoni che si odono camminando nel fitto della foresta pluviale sono davvero affascinanti ed evocativi.

Vi lascio con una perla di Carlos e vi aspetto al prossimo post :)

"Chi va piano va sano e va lontano, 
torna a casa sano e salvo, 
chi va forte va alla morte, 
c'è più tempo che vita e finché c'è vita c'è speranza."  

domenica 24 maggio 2015

127.0.0.Città del Guatemala - Giorno 3

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Ciudad De Mexico
12 Aprile 2007 Ore 11.09

In questo momento siamo nella hall dell’albergo Casablanca che stiamo per abbandonare alla volta dell’aeroporto diretti a Ciudad De Guatemala. Stamattina la neosuocera ha pensato bene di telefonare in albergo alle 6.00 svegliandoci, confusa dal fatto che in Italia fossero le 13.00. Verso le 7.00 e qualcosa mi ha pure suonato la sveglia che avevo dimenticato di togliere e alle 9.00 ci hanno bussato i nostri compagni di viaggio. Insomma, abbiamo dormito pochissimo. Per ora siamo in dieci, tutte coppie, ma più avanti diventeremo quarantadue perché verremo uniti ad un secondo gruppo. Abbiamo fatto colazione e penso ci abbia colto una leggera forma di Maledizione di Montezuma data forse dal succo di frutta. Ora siamo seduti qua, moribondi, che stiamo aspettando il resto dell’allegra brigata per partire.

Torneremo in Messico tra cinque giorni circa, ma questa volta in pullman, con un viaggio di oltre 1500 km. Domani ci aspetta la meravigliosa Tikal.

Aeroporto di Città del Messico
Ore 13.32

L'Aeroporto Internazionale di Città del Messico "Benito Juárez" si trova nella delegazione Venustiano Carranza. Una volta arrivati abbiamo espletato le pratiche burocratiche e con tutto il gruppo stiamo per mangiare qualcosa di messicano. Il volo parte alle 15.25 (o meglio a quell’ora inizia l’imbarco). Durerà circa due ore e all’aeroporto di Città del Guatemala ci aspetta una guida del posto. Speriamo che sia brava, gentile e simpatica come la nostra Silvia, di padre cubano, madre messicana e nonni spagnoli.

Ore 16.02

Abbiamo appena poggiato le sacre chiappe sul volo e tra due minuti decolliamo verso Città del Guatemala. Domani abbiamo un altro volo interno al mattino prestissimo (farei meglio a dire notte) per Flores, e alla sera di nuovo in volo per il ritorno nella capitale. Prevedo una giornata faticosissima, ma i nostri -per ora solo otto- compagni di viaggio ci rendono piacevole questo straordinario viaggio. Siamo in compagnia di persone davvero simpatiche. Ecco che rolliamo... vi devo salutare.


Ciudad De Guatemala
Ore 18.35


Siamo atterrati sani e salvi con l'Airbus A320 all’aeroporto “La Aurora” di Città del Guatemala dove ad attenderci c’era Rafael, la nostra guida guatemalteca. All'apparenza sembra come Silvia, bravo e simpatico anche se decisamente più timidone. Già dall’aeroporto s’intuisce che questa città è notevolmente più povera di Città del Messico e nel venire in hotel lo abbiamo notato dalle strade, dalle case e dalla gente. Rafael ci ha detto che in Guatemala c’è il 45% di analfabetismo, che non è affatto poco.

Mi chiedo come mai non sia prevista, all'interno del nostro tour, una visita approfondita, quindi a piedi, della città. Se si tratta esclusivamente del pericolo criminalità (che pare essere piuttosto alto) o forse perché non ha molto da offrire al turista... oppure chissà, forse ci manca semplicemente il tempo. Eh sì che la capitale di questo Stato conta due milioni di abitanti ed è il più grande agglomerato urbano dell’America Centrale. Città del Messico è a 2500 metri sul livello del mare, mentre Città del Guatemala a 1500. E’ una città chiassosa, con un traffico intenso, confusionaria e disorganizzata.
Ho letto, sempre sulla guida, che ci sono guardie armate dappertutto e che gli autobus che circolano sono spesso sgangherati, senza finestrini e alcuni persino senza freni, ma comunque misteriosamente puntuali. Il cuore pulsante della città è Plaza Mayor, affollatissima sempre, ma in particolar modo la domenica dove migliaia di persone amano passeggiare e rilassarsi ascoltando musica classica. Altri punti di riferimento per i cittadini sono il Parco Centrale, la Catedral Metropolitana e il Mercado Central, regno dell’artigianato locale. La stessa guida cartacea che ho letto dice che, tutto sommato, non c’è molto altro da vedere, se non gustarne la particolare e pittoresca atmosfera. Probabilmente, insomma, il gioco non vale la candela e il nostro Tour Operator ha scelto di bypassare la visita alla città.

Prima di raggiungere l’hotel Tikal Futura, che si trova in Calzada Roosvelt 22, abbiamo cambiato 150 Euro in Quetzal, la moneta locale.

 
Questo albergo è letteralmente da fantascienza, fuori c’è una miseria incredibile e qui dentro un lusso sfrenato che non avevo mai visto dal vivo, nemmeno all’Hotel Bauer di Venezia che è un cinque stelle lusso. Anche in quel caso si è trattato di un regalo di nozze, altrimenti col piffero che potevo permettermelo. La hall è da paura, enorme e lussuosissima in legno scuro e oro, alta non so quanti metri, con tre ascensori in vetro pieni di luci che danno sulle balconate esterne dei vari piani, DENTRO la stessa hall che mi ricorda molto la location di un film di James Bond. All’ultimo piano c’è la piscina, la palestra, la sauna, la Jacuzzi e non so bene quante altre cose strepitose.


Ci è stato dato il cocktail di benvenuto e in camera c’è la RAI italiana, l’aria condizionata, il telefono, la cassaforte, una grande vasca, il frigobar, mille asciugamani, accappatoi, ciabattine di spugna e un sacco di altre cose. Nell’albergo stesso ci sono la bellezza di 146 negozi fra bar, ristoranti, una SPA, il servizio lavanderia e chi più ne ha più ne metta. E’ tutto così pulito e tirato a lucido che si potrebbe mangiare sul pavimento.


Poi guardi fuori dalla finestra e ti corre un brivido freddo lungo la schiena. Se quelli dell’agenzia di viaggio volevano farmi sentire una merda fatta e finita, beh ci sono riusciti alla grandissima.

Appena messo il piede in camera ha suonato il telefono della stanza e indovinate chi era? La suocera! Ammazza che puntualità! Ci sta seguendo manco fossimo in un reality! La cosa ha dell’inquietante. Tra poco scendiamo per cenare con i compagni di viaggio, poi nanna prestissimo perché abbiamo la sveglia alle 4.00 di notte! Domani ci aspetta la misteriosa e umidissima giungla!

domenica 17 maggio 2015

127.0.0.Teotihuacan - Giorno 2

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Ciudad De Mexico - Stati Uniti Messicani
11 Aprile 2007 Ore 20.50

Rieccoci in Hotel; come avevo pronosticato siamo stanchi morti. Ed è solo il secondo giorno di viaggio…  
Ci hanno tirato giù dal letto alle 6.25, svegliati dall’albergo tramite il telefono in camera e alle 7.00 eravamo a fare colazione con un buffet all’americana enorme, pieno di prelibatezze per tutti i gusti. Alle 8.00 ci siamo trovati nella hall con la simpatica guida Silvia (diversa da quella che ieri ci ha accompagnato in Hotel dall’aeroporto). Una donna rotondetta e nanerottola, con un bel sorriso, occhi e capelli neri come il carbone e un accento spagnoleggiante stupendo.

In Messico tutto inizia e finisce nella capitale, che con i suoi 2.640 km quadrati è la metropoli più grande del pianeta. Fu fondata dagli aztechi nel 1325, al centro di un vasto altopiano, dove sorgeva l’antica Tenochititlàn. Nel secolo XVI fu invasa dagli spagnoli e divenne il punto di incontro di due civiltà che ne hanno deciso il destino. Da allora Ciudad De México è il cuore di un paese in continua evoluzione e movimento. La storia antica della capitale è scritta nel suo Centro Hìstorico, che in questi ultimi anni è stato sottoposto a un radicale e completo restauro. Molte delle strade sono state pedonalizzate, molti palazzi trasformati in musei sono stati aperti al pubblico e inoltre sempre nuovi negozi e ristoranti accolgono i turisti.

Plaza de las Tres Culturas





















La prima tappa è stata Plaza de las Tres Culturas, detta anche Plaza de Tlatelolco
La Piazza Delle Tre Culture si trova in centro città e prende il nome dagli edifici che la circondano, costruiti in tre diverse epoche importanti per la storia del Messico. 
La prima, che precede la conquista da parte degli spagnoli, è rappresentata da una serie di piramidi e rovine precolombiane, del popolo Tlatelolco
La seconda è la cultura spagnola, sin dai tempi della conquista fino all’indipendenza. E’ rappresentata da un convento e dalla Chiesa cattolica di Santiago
La terza è la cultura messicana moderna, la cultura creola. Rappresentata dalla Torre Tlatelolco, sede della segreteria di relazioni estere del Messico. La piazza è stata testimone di vari momenti importanti nella storia messicana, come il massacro di Tlatelolco.

Come riporta Wikipedia:
  • Il suo mercato fu visitato da Hernán Cortés, prima della guerra di conquista. Qualche giorno dopo, ebbe luogo l'ultima e decisiva battaglia contro i mexica il 13 agosto 1521 quando sconfitto, Cuauhtémoc fu obbligato ad arrendersi a Cortés. Il Cronista Bernal Diaz del Castillo descrisse che la mattanza dei mexica, quel giorno, fu così sanguinaria che era impossibile camminare per i tanti cadaveri sparsi nella piazza, più di 40.000 indigeni furono uccisi.
  • Si firmò nel 1967 il trattato di Tlatelolco dando origine all'America Latina come zona libera dalle armi nucleari. Il trattato fu opera principalmente del diplomatico Messicano Alfonso Garcia Robles, che vinse il Premio Nobel per la pace nel 1982.
  • Il 2 ottobre del 1968 vi ebbe luogo un secondo Massacro di Tlatelolco, 400 anni dopo il primo. Vi persero la vita centinaia di civili, principalmente studenti, per mano dell'esercito e della polizia e per ordine del presidente Gustavo Diaz Ordaz. Vari scrittori messicani hanno denunciato i fatti, sempre negati dal governo.
Basilica di Nostra Signora di Guadalupe
La seconda tappa è stata al Santuario di Nostra Signora di Guadalupe, patrona del Messico. Un posto incredibile. Non tanto per il luogo in sé, quanto per la sua ‘energia’. Si respira un’aria veramente spirituale. I messicani sono grandi credenti ed è possibile notarlo ad ogni angolo di strada. Il Santuario è il principale luogo di culto cattolico del Messico e dell’intera America Latina. Ogni anno circa 20 milioni di pellegrini fanno visita da tutto il mondo. La chiesa è enorme e molti paesi hanno collaborato alla sua realizzazione. I lampadari vengono da Murano, mentre il marmo bianco da Carrara, in Italia. Tutto il legno scuro e caldo viene dal Canada, mentre il marmo scuro è messicano. 

E’ un complesso formato da varie chiese ed edifici tra i quali ci sono La Basilica di Santa Maria di Guadalupe (che vanta marmi di Carrara e vetri di Murano), il Tempio espiatorio a Cristo Re, il Tempio del Pocito, la Parrocchia delle Cappuccine, la Cappella del Cerrito e la Parrocchia degli Indios.

Per visitare questo complesso ci vuole tempo e pazienza, visto che è pieno zeppo di gente, ma ne vale la pena. Vedere le persone andare all’altare a fare la comunione scalze e in ginocchio, è emotivamente potente, persino per una non credente come me.

Ogni nastro, col suo colore, rappresenta una grazia ricevuta. Osservate l'espressione della signora sullo sfondo...
Terminata la visita a Nostra Signora di Guadalupe, siamo risaliti nel nostro pullman.

In giro ci sono un sacco di taxi bianchi e verdi piuttosto buffi, visto che come auto usano il Maggiolone. Dopo queste due tappe cittadine ci siamo diretti a Teotihuacan.


Si tratta del più grande sito archeologico precolombiano del Nord America e misura 82,66 km quadrati. Il comune di San Juan che lo ospita è a circa 50 km da Città del Messico e le rovine di questi templi sono stati dichiarati patrimonio dell’Unesco.


Il suo nome viene tradotto come La città degli Dèi” o “Luogo dove nascono gli Dèi”. Venne fondata nel 150 a.c. in una posizione strategica, in grado di controllare i traffici diretti verso il Golfo del Messico. 

La grande via sacra, l’Avenida de los Muertos, collega l’imponente piramide del Sole, con i suoi 365 ripidissimi scalini e alta 65 metri, a quella della Luna (43 metri), al Tempio delle Farfalle, alla Cittadella e al Tempio di Quètzalcoatl.

Teotihuacan - Se osservate bene, potete notare la cappa di smog, su Città del Messico
Stremati dal sole, dal caldo e dai chilometri a piedi, abbiamo fatto una sosta rigenerante presso una famiglia di artigiani dell’Agave e dell’Ossidiana, rispettivamente pianta e pietra tipiche del Messico. Con l’Agave, nota pianta in uso da noi italiani più che altro come ornamento, fanno veramente di tutto; ad esempio tre tipi diversi di bevande alcoliche: il Mescal, la Tequila e il quasi sconosciuto (almeno in Italia) Pulque, che ci hanno fatto assaggiare. Abbiamo potuto assaggiare anche la Tequila alla mandorla, rarissima e prodotta soltanto presso questa famiglia.



Dalle foglie di questa carnosa e gigantesca pianta producono anche canapa resistente per fare amache e altri mille oggetti, dalle ceste ai maglioni. Con una dimostrazione sul posto ci hanno fatto vedere che usano le foglie come ago e filo (l’ago è la punta a spina della foglia e il filo è la fibra della pianta), poi ci hanno mostrato come è possibile colorare in modo naturale le fibre di quello che sembra cotone a tutti gli effetti.



Il simpatico personaggio messicano che ci ha illustrato tutti gli usi dell’Agave, con un sorriso ci ha donato il lungo filo che ha creato e colorato come la bandiera dell’Italia. :) Inoltre, usano questa pianta come sapone e i fogli di carta simile alla pergamena che si ricavano da essa, possono venir usati scrivendoci sopra con la punta della stessa foglia, usandola come penna imbevuta d’inchiostro.


La bandiera dell'Italia


Abbiamo tutti comprato qualcosa da questa simpatica e solare famiglia numerosissima, composta dai due genitori e da ben 22 figli! Ci hanno anche mostrato come si lavora l’ossidiana, una pietra nerissima e dura di origine vulcanica, con stupefacenti sfumature di diverso tipo, dall’arcobaleno, al dorato, all’argento, al verde o blu. Gli oggetti creati con questa pietra sono moltissimi e quelli esposti per la vendita andavano da bellissime scacchiere a posaceneri, da splendidi gioielli a enormi… ehem… come dire… peni. ^^’

Avete letto bene. Non mi credete!? Ecco una prova, scettici che non siete altro! :)


Prima di rientrare a Città del Messico, ci siamo fermati in un bel ristorante e abbiamo pranzato a buffet con specialità del posto davvero ottime e molto piccanti.

Di nuovo in città abbiamo visitato la Piazza della Costituzione (Zocalo), la Cattedrale (per loro l’equivalente del nostro duomo) e il Palazzo Nazionale.

Zocalo

Murales di Diego Rivera


La Plaza de la Constitucìon, meglio conosciuta come lo Zocalo, è la quarta piazza più grande del mondo; pensate che misura quasi 43 mila metri quadrati. Affacciati su di essa ci sono il Palazzo Nazionale a Est, eretto nel 1524 da Cortés e sede del Presidente della Repubblica, la Cattedrale a Nord, la più vasta chiesa di tutto il Messico che con la sua facciata barocca sorge sul muro di teschi utilizzato dagli aztechi per esporre il cranio delle vittime immolate agli dèi (Tzompantli) e il Palazzo Comunale a Sud.

All’interno del Palacio Nacional abbiamo assistito casualmente a una manifestazione della polizia locale e militare, e visto i coloratissimi murales di Diego Rivera, marito della famosa pittrice Frida Kahlo. Accanto al palazzo sorge il Museo National de las Culturas, ricco di reperti archeologici, al centro del quale sorge il Templo Mayor, portato alla luce nel 1978 e ridotto oggi a sommarie rovine. 

Al momento sono qua in Hotel che scrivo, il neomarito si è fatto una doccia e ora, stremato, guarda i Simpson in spagnolo in televisione. Io ho scaricato le foto di questa prima giornata messicana sul portatile e scrivo per inerzia perché sono stanchissima. Tra poco crollo dal sonno, quindi per oggi vi saluto con questo splendido video. 


¡buenas noches!

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