sabato 23 aprile 2016

Ancora un albero per te

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Vi ricordate che la sottoscritta, un paio di mesi fa, precisamente il giorno prima di San Valentino, ha deciso di regalare un albero a suo marito, per i primi 10 anni insieme? 

Ebbene, questa mia idea è stata talmente apprezzata dai miei suoceri, che hanno voluto imitarmi e sabato 19 marzo -ovvero la vigilia del primo giorno di primavera, che quest'anno è caduta il 20-, sempre grazie alla Fondazione Villa Ghigi, hanno piantato un ciliegio per i loro 42 anni di matrimonio e, in generale, per simboleggiare la famiglia.

Nel primo pomeriggio, attorno alle 15, ci siamo incontrati col direttore della Fondazione e la sua collega per mettere a dimora questo giovane ciliegio nel Parco della Villa. E' stata una giornata strepitosa, con un sole incredibile, circa 20 gradi e il cielo di un azzurro intensissimo. Il ciliegio è stato messo a dimora in un punto panoramico davvero suggestivo e che potete vedere nella foto all'inizio del post. Dalla cima di quel colle si vede una grande fetta di Bologna e l’albero fa parte di un filare che crescerà forte e rigoglioso, regalando col tempo una lunga scia d’ombra a chi passeggerà su quel vialetto delizioso. 

Per l’occasione, il Direttore ci ha letto un passo di una ballata inglese molto famosa, risalente al medioevo, che ci ha strappato più di un sorriso. Si chiama Cherry Tree Carol.

Ve ne riporto qua un pezzettino, in una delle sue tante versioni (ce n’è una di Branduardi e una persino di Sting), perché merita!


Giuseppe e Maria camminavano lungo un bel frutteto
Videro bacche e ciliegie bellissime.
Poi Maria, così docile e gentile, chiese un favore:
"Prendimi una ciliegia perché io ho un bambino!"
Rispose Giuseppe con parole scortesi:
"Fa raccogliere una ciliegia al padre di questo bambino!"
Allora chiese il bimbo nel grembo della madre:
"Prostrati, tu grande albero, e danne un po’ a mia madre!"
Allora il ciliegio si prostrò fino alla mano di sua madre.
Poi lei si lamentò: "Vedi Giuseppe, ho ciliegie a comando!"
Il ciliegio!
Finite queste prime piantagioni, la Fondazione ha inviato una mail per ringraziare tutti noi che abbiamo collaborato a questa magnifica idea. Eccola qua, a completamento e conclusione dell'esperienza meravigliosa che abbiamo fatto. Grazie a voi, per tutto quello che fate. Sono felice di aver conosciuto persone dall'anima profonda come voi.

Un albero per te


Concluse le piantagioni di alberi donati al parco; riprenderanno a novembre!
Il primo albero, un kaki, è stato piantato il 26 novembre dello scorso anno da un giovane abruzzese che vive a Bologna e ha fatto da apripista, scoprendo questa opportunità nel nostro sito prima che avessimo fatto qualcosa per comunicarla. Poi, dopo le feste, è stato un susseguirsi di telefonate, email, passaparola, incontri con persone contente di accogliere il nostro invito e con le quali abbiamo discusso piacevolmente della specie arborea da scegliere, della posizione, di altri dettagli. Ci sono stati articoli sulla stampa e interviste alla radio e in TV; l’informazione è girata nei social network. 

Per farla breve, anche se la stagione cominciava a essere avanzata, abbiamo messo a dimora già una trentina di piante, insieme agli addetti alla manutenzione del parco e alle persone che le hanno donate: 6 ciliegi, 3 roverelle, 3 cerri, 3 mandorli, 3 ginepri, 2 melograni, un kaki, un albero di Giuda, una farnia, un cotogno, un pero corvino, un pesco, un sorbo domestico, un nespolo e un gelso bianco. 

I nomi dei donatori e le belle motivazioni di ognuno si possono leggere nell’apposita sezione del nostro sito

Quello che possiamo aggiungere è che, per noi, le piantagioni di Un albero per te sono state un’esperienza umana non comune, che ci ha ogni volta arricchito, emozionato e commosso per la sensibilità e i sentimenti profondi che abbiamo percepito. Insieme ai donatori ci siamo inventati una piccola, sobria cerimonia, nella quale si assisteva alla piantagione, si raccontava qualcosa della specie botanica, delle sue caratteristiche e della sua storia e si leggeva qualche testo letterario in cui comparivano le singole specie (dal Cantico dei Cantici, in cui ricorre il melograno, sino ai poeti del Novecento, spaziando dall’Europa all’Asia e all’America).

La cosa più importante, tuttavia, è che tutti quelli che hanno compiuto questo gesto ora hanno il loro albero nel parco, che è anche un nuovo albero per tutti i frequentatori. In molti casi gli esemplari sono già fioriti o hanno messo le foglie. Come ci siamo impegnati a fare, seguiremo queste giovani piante, che per noi sono un po’ più speciali di tutte le altre, con la cura che meritano. In un paio di mesi il parco si è così arricchito di un filare di alberi da frutto nella parte alta e di altre piante in vari punti scelti con competenza e partecipazione. 

E di tanti nuovi amici, crediamo.

Abbiamo già una lista di piante da mettere a dimora nel prossimo inverno e nuove richieste continuano ad arrivare.

Un grazie di cuore a tutti quelli che hanno donato un albero e a quelli che hanno già pensato e stanno pensando di farlo.

domenica 10 aprile 2016

Imperial Assault - AT-ST

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Eccoci arrivati al secondo post dedicato a Imperial Assault, gioco da tavolo della Fantasy Flight Games, e alle sue miniature così divertenti da dipingere. Dopo aver terminato gli Stormtroopers, (potete leggere il relativo post cliccando qua) le mie manine fremevano per cominciare qualcosa di ancor più sfizioso, così sono passata subito agli AT-ST.

Queste miniature sono decisamente più grandi dei Troopers e occupano non una, ma ben sei caselle del tabellone di gioco, inoltre sono le uniche che vanno montate. Sono pochissimi pezzi però, - portellone superiore (sostituibile con il portellone o un ufficiale dell'Impero), corpo, zampe, arma destra, arma sinistra, arma frontale e basetta -, e solo due sono mobili: il corpo che ruota in orizzontale sulle zampe e l'arma frontale che si muove in verticale, quindi si tratta di un assemblaggio facilissimo e rapidissimo.



Sì, facilissimo tranne l'arma frontale, che in due miniature su due (anzi tre su tre, se contiamo anche quella del video di Sorastro) non si riesce a incastrare se non limando prepotentemente i due perni interni. Per fortuna, malgrado la limatura, l'arma resta comunque mobile, ma sospetto che sia un problema generico di ogni AT-ST.



Come per i Troopers, la primissima cosa che ho fatto è stata quindi limare le imperfezioni (rarissime) della miniatura, poi ho incollato le zampe alla basetta perché decisamente troppo instabili.

Subito dopo ho dato la passata di Primer, ahimé non grigio come consiglia il buon Sorastro, visto che ne sono sprovvista, ma bianco, che è comunque ottimo.

Atteso il tempo di asciugatura (la solita nottata) ho steso su entrambe le miniature il grigio Celestra Gray - Base a pennello rigorosamente asciutto. Questo colore ha una consistenza molto pastosa e stenderlo a pennello asciutto equivale quasi a intonacare una parete. Ho dato due mani leggere, attendendo fra la prima e la seconda solo una quindicina di minuti, stando attenta a evitare accuratamente le armi e la basetta. 



Le armi le ho dipinte di Mechanicus Standard Gray - Air non diluito e una volta asciutto ci ho passato uno smalto della Humbrol metallizzato per simulare la brillantezza del metallo. Il Met 11.



A questo punto però ho atteso molto di più, a memoria direi almeno 6 ore, dopo le quali mi sono divertita a stendere il Nuln Oil - Shade, cercando di sporcare l'AT-ST nei punti più realistici, come le zampe, le giunture più nascoste o i bulloni. Ho evitato, anche in questo caso, le armi e la basetta e ho creato delle leggere colature dalla testa alle zampe, simulando un'invecchiamento simile a quello causato dagli agenti atmosferici. Cosa che adoro, perché personalmente non amo le miniature "appena uscite dal concessionario"; sono davvero poco realistiche.



Una volta asciutto, mi sono sbizzarrita con un colore strepitoso che si chiama Typhon Corrosion - Technical. Dal nome potete intuire che si tratta di un colore specifico che simula magistralmente la corrosione data dalla ruggine. E' un prodotto eccezionale che, udite udite, corrode veramente (in modo quasi impercettibile, state sereni, la vostra miniatura non sarà in pericolo), quindi nel caso voleste usarlo, fate molta attenzione alla scelta del pennello perché ve lo rovinerà sicuramente. Usate un pennello sottile ma vecchio ed economico, che magari battezzerete solo per il Corrosion. L'effetto finale è a dir poco magnifico.

A seguire, dopo la sua asciugatura, ho simulato degli effetti luce con un mix di Celestra Gray - Base e White Scar - Layer, in particolar modo sulle zampe, sugli spigoli e sulle sporgenze, e poi li ho accentuati con lo smalto metallizzato della Humbrol. Fatto questo sono passata alla basetta.



Con lo Stirland Mud - Texture steso grossolanamente, formando anche piccole montagnette di colore, ho simulato la terra smossa dal peso dell'AT-ST. Una volta asciutto (ci vuole tutta la notte) ho simulato anche i sassi e le pietre con una passata leggerissima e a pennello asciutto, di Terminatus Stone - Dry.



Senza attendere l'asciugatura questa volta, ho incollato con qualche goccina di Revel Contacta Professional, i ciuffetti d'erba dell'Army Painter (Battlefields Swamp Tuft 6mm), mentre la parte esterna della basetta l'ho colorata con il nero Abaddon Black - Air.



Passate circa sei ore da queste ultime operazioni, ho finalmente protetto tutto il modellino con una passata spray di Tamiya TS13. 



Vi presento il risultato finale che, a mio parere, non è affatto malvagio, considerando - lo ripeto - che sono solo una neofita del modellismo.

Voi che dite?




mercoledì 6 aprile 2016

Listography #42 - #43

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Listography # 42 - Memorable birthdays or holidays.
Ovvero i miei compleanni o altre festività più memorabili.

Rieccomi con un post riempitivo, in attesa di terminare quello impegnato che ho in cantiere da giorni e che causa febbre altissima e bronchite non ho potuto finire. Oggi andiamo quindi di Listography, che come sapete ormai benissimo, uso solo come post filler. Un po' come le mille mila puntate inutili di Naruto :)

Dunque, compleanni memorabili direi che non ne ho mai avuti e non ho memoria nemmeno di altre festività degne di nota. Sì, certo, ci sono i compleanni e i capodanni all'estero... quelli sì. Praga, Helsinki, Monaco di Baviera... ma solo perché festeggiati in splendidi posti, non certo perché è stato memorabile quel particolare momento. 


Listography # 43 - The things you wish you had a second chance to do.
Ovvero quando avrei voluto avere una seconda possibilità.

Partiamo subito col dire che i momenti dove avrei voluto avere una seconda chance sono circa un fantastiliardo (così a sentimento), quindi vedrò di elencare solo quelli più importanti. Riflettendo attentamente sulla mia vita fino a oggi però, mi rendo conto di essere stata molto fortunata, perché le seconde chance spesso me le sono create da sola e sono sempre andate a buon fine. Parlo di quelle veramente importanti.

Il primo momento che mi viene in mente, in ordine cronologico, risale a quando da piccolina facevo ginnastica ritmica. Ero alle elementari. Le clavette mi scoraggiarono a tal punto che mollai il colpo quasi subito, al posto di lottare e continuare. Mi piaceva, ero bravina, secca come un bacchetto e snodatissima, adoravo cerchio e nastro (meno la palla), ma quelle dannate clavette così difficili da maneggiare mi hanno fatta desistere. Un vero peccato. 

Anni dopo, dalla disperazione, ho provato un po' di tutto. Nuoto, Tennis, Pattinaggio, Tai Chi Chuan, Jogging... ma niente. Alla fine mi sono "seduta" e non ho mai continuato nulla, così ora sono totalmente fuori allenamento e al primo cambio di temperatura le mie giunture scrocchiano come una vecchina incartapecorita ^^

Il secondo momento, sempre parlando di sport, riguarda i cavalli; mi pento di non aver portato avanti questa passione. Da piccola, diciamo alle medie, mio babbo mi portava a cavalcare al maneggio di un amico. Lì m'innamorai perdutamente dei cavalli -creature meravigliose- e nonostante abbia sempre desiderato fare equitazione, non l'ho mai iniziata. Il fatto poi che si trattasse di una disciplina costosa e io non avessi il becco di un quattrino, non mi ha di certo aiutato...

Sul percorso scolastico delle superiori non posso dire nulla, perché in quel periodo commisi un clamoroso errore (mi iscrissi a ragioneria), ma abbandonai immediatamente e mi diedi una seconda chance che infatti andò benone, scegliendo una scuola professionale che potesse piacermi, piena zeppa di ore di disegno e -udite udite- senza matematica per i primi tre anni!!! Ho sempre fatto schifo in matematica :)


Devo dire che tutti gli altri numerosissimi momenti dove avrei voluto avere una seconda possibilità sono proprio sciocchezze (tranne una, ma non ve la dirò, tiè), quindi ve li risparmio.


Concludo con l'ultimo fatto che mi viene in mente, roba che quando ci ripenso tutt'ora mi mangio le mani: a 17-18 anni circa, ricevetti una serissima proposta lavorativa come speaker a Radio Bologna International e io, cretina, dissi "No grazie, sto ancora studiando e non posso".


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