sabato 22 aprile 2017

Torta salata di asparagi Gluten Free

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Rieccomi qua, in mezzo a voi, per parlare di cucina Gluten Free. 
Come ormai sapete, il mio maritino si è scoperto celiaco da circa un anno e io mi sono dovuta adattare alla situazione, imparando a cucinare anche senza glutine o eventuali contaminazioni.
Di norma riporto qua sul blog solo le ricette un po' etniche o particolari, quelle insomma che riguardano piatti che lui non può più mangiare al ristorante e che io non cucino spesso, ma oggi farò un'eccezione perché questa torta salata che ho fatto qualche sera fa, mi è venuta particolarmente bene e il marito mi ha "intimato"di rifarla prima possibile!

Dovete sapere che ho la fortuna di avere uno spacciatore personale di asparagi e costui me li prende direttamente dal contadino, nella prima periferia della mia città. Sono quindi freschissimi, buonissimi e a chilometro super zero. Ogni anno ci facciamo una bella scorpacciata perché sia io che mio marito ne andiamo matti. Di solito faccio paste e risotti, secondi con le uova e contorni, ma questa volta mi sono voluta cimentare in una torta salata. Premetto che l'ho fatta di mia iniziativa totalmente, quindi non so se troverete una ricetta identica online. Simile certamente, ma identica non saprei.

Vediamo come l'ho realizzata :)

Ingredienti (per una tortiera da 24 cm):

  • 400 grammi di ricotta di pecora freschissima
  • 500 grammi di asparagi sottili freschissimi
  • 3 uova medie biologiche
  • Zenzero fresco
  • Pasta sfoglia senza glutine rotonda (io per comodità la compro spesso già fatta)
  • Pepe nero in grani
  • Sale
  • Parmigiano Reggiano
  • Un po' di porro, circa 150 grammi
  • Olio Evo

Pulite gli 
asparagi, lavateli benissimo ed eliminate la parte finale sempre molto dura e coriacea. Consiglio un lungo taglio diagonale, così da permettere una cottura migliore del fondo. Cuocete gli asparagi in acqua poco salata per il tempo necessario (dipende dal tipo e dalle dimensioni), poi scolateli e passateli sotto l'acqua bella fredda così da mantenerne il colore verde brillante. Una volta freddati, fateli a pezzettini con un coltello molto affilato. Tenete da parte qualche asparago intero per la decorazione della torta, magari quelli più sottili, cotti meglio e più belli.

In un boule di vetro mettete la ricotta di pecora, le tre uova medie, il pepe nero macinato fresco, un pizzico di sale e un pochino di Parmigiano Reggiano (circa due cucchiai). Mescolate con un mestolo di legno fino a formare una crema morbida e senza grumi.
In una padellina fate scaldare un cucchiaio d'olio Evo e pian piano fate appassire il porro tagliato a rondelle e lo zenzero fresco grattugiato sul momento. Una volta pronto spegnete e unite il porro agli asparagi. Mescolate e di nuovo unite gli asparagi e il porro al composto di ricotta. Mescolate nuovamente il tutto molto bene.

Foderate la teglia tonda con della carta da forno e posizionateci la pasta sfoglia bucherellandola con i rebbi di una forchetta. Versate il composto nella teglia e livellatelo col dorso di un cucchiaio. Posizionate gli asparagi interi per decorare la superficie della torta e spolverate di Parmigiano Reggiano grattugiato. Infornate a 200 gradi per 35-40 minuti, gli ultimi dieci dei quali ventilati così da gratinare la superficie e asciugare la torta.
Una volta pronta (fate la prova stecchino o punta di un coltello), lasciatela riposare fuori dal forno, scoperta, per un po'. E' buonissima sia calda che fredda (io la adoro a temperatura ambiente) e in frigo si mantiene per circa tre giorni!

Buoni asparagi a tutti! 




GLI ASPARAGI, da Wikipedia: 


Il gusto dell'asparago evoca il sapore del carciofo; quando è fresco ha un sentore di spiga di grano matura, in particolare si distinguono:
  • L'asparago bianco, che germogliando interamente sotto terra (e quindi in assenza di luce) ha un sapore delicato.
  • L'asparago violetto, dal sapore molto fruttato, è in realtà un asparago bianco che riesce a fuoriuscire dal suo sito e, vedendo la luce, quindi a sua volta attuando la fotosintesi, acquista un colore lilla abbastanza uniforme. Ha un leggero gusto amaro.
  • L'asparago verde che germoglia alla luce del sole come quello violetto, ha però un sapore marcato e il suo germoglio possiede un gusto dolciastro. È il solo asparago che non ha bisogno di essere pelato.
In cucina si utilizzano germogli verdi o bianchi: gli steli dovrebbero essere duri, flessibili, resistenti alla rottura, dello stesso spessore e con le punte ancora chiuse, la base deve essere mantenuta umida, per mantenere il prodotto fresco.

Per qualsiasi nozione inerente la celiachia, invece, vi rimando all’unico sito davvero attendibile nel quale potrete trovare risposta a ogni vostro dubbio. Il sito dell’Associazione Italiana Celiachia, AIC. Se però avete qualche domanda, più che altro incentrata sulla nostra esperienza personale, scrivetemi pure.

venerdì 14 aprile 2017

127.0.0.Nella Vulcano

14 aprile 0 Comments

Bentornati cari amici Naviganti! 

Come promesso nello scorso post, oggi ho l'onore di ospitare sul mio blog l'autrice del bellissimo libro Sulle Orme Di Martin, ovvero la scrittrice Nella Vulcano. Dopo aver letto il suo libro mi sono detta: perché non fare una bella intervista a questa autrice che ha appena esordito col suo primo lavoro? Così l'ho contattata e lei, con grande gentilezza, ha accettato dedicandomi un po' del suo prezioso tempo. 

Come molti di voi avranno capito, la sottoscritta è sempre molto affascinata dagli esordi. Esordi su ogni fronte. Musicale, letterario, cinematografico, ecc... amo scoprire cosa si nasconde dietro una passione che prende forma per la prima volta tramite un lavoro concreto e adoro scoprire i retroscena, grazie ai quali spesso si scoprono persone piene di talento, brillanti e per niente scontate. Persone che magari di giorno sono anonime impiegate in un ufficio e di notte si trasformano in scrittrici, musicisti o attori. 

Nella di giorno lavora in una multinazionale, ma di sera, d'estate, di notte si tramuta in una scrittrice provetta e questo libro ne è una gran bella prova. Andiamo a sentire cosa ci racconta, che ne dite?    

Carissima Nella, prima di tutto ti ringrazio per aver accettato di rilasciare questa intervista e per il tempo che mi hai dedicato! Benvenuta sul mio blog :) Partiamo con la prima domanda, quella obbligatoria. Chi è Nella Vulcano? Come ti presenteresti a qualcuno che non ti conosce e che non ha mai letto il tuo libro?

Cara Serena, sono io che ti ringrazio di cuore per la tua recensione accurata e soprattutto per avermi invitata sul tuo blog.

Un blog molto interessante dedicato agli “amanti della lettura”. Davvero Complimenti!

Eccomi qui, partiamo dal nome.
Nella Vulcano: una preposizione articolata su cui posso fare dell’autoironia; un cognome che mi rappresenta da sempre.
Una mamma che ama profondamente la propria famiglia e i propri figli, con un lavoro che è una passione….e poi…. poi ci sono gli attimi magici, quelli solo miei, con la musa che mi sussurra delicatamente e che guida velocemente le mie dita sulla tastiera, che mi porta in paesi sconosciuti e mi presenta personaggi con un’identità ben definita.


Parlaci liberamente di Sulle Orme di Martin, raccontaci di lui come se descrivessi un amico; chi è Sulle Orme di Martin?

Sulle orme di Martin è l’amico che ti accompagna in un viaggio stupefacente; è l’idealista che instancabilmente lotta per difendere i diritti umani e i valori di lealtà, giustizia, amore in cui crede profondamente; è il narratore che ti tiene con il fiato sospeso in un thriller che si aggroviglia tra due Paesi, ma è anche il connubio delle debolezze umane dai piccoli difetti alle malvagità che rasentano il sadismo.

Mi hai detto che di solito scrivi “di getto” ed è una cosa che abbiamo in comune, quindi capisco perfettamente cosa intendi dire. Ci racconti come sono nate le prime frasi di questo libro? Dov’eri, cosa stavi facendo, cosa ti ha spinto a buttare giù le prime righe?

Una smania improvvisa di passare dalle poesie, inno alla natura, a un tema più importante.
Una magica notte dell’estate del 2010, ho iniziato a scrivere le stesse righe che potete leggere nel libro. Il tutto è nato dall’amore per il mare, dall’immaginare questa barchetta che fluttuava tra le “placide” acque del mediterraneo, placida come a volte è la nostra coscienza quando non si ribella alle ingiustizie che si perpetuano nel mondo o accanto alla nostra porta.

Ho mentalmente paragonato l’anima di questa barchetta a Esmeralda, un imponente veliero che fu testimone di atroci crudeltà e da lì è nato romanzo.


Una cosa che spicca moltissimo è la mole di lavoro che c'è dietro. So che non sei mai stata in Cile, eppure le descrizioni dei luoghi e dei paesaggi sono davvero ben scritte. Come ci sei riuscita?

Devo ringraziare moltissimi amici, Luca Tazzetti, Alberto Benvenuto e tanti altri che mi hanno portato svariati materiali: CD, fotografie, libri di cucina, ricette inedite di una vecchia zia, cartine geografiche persino depiliant pubblicitari.

Sempre parlando della mole di lavoro presente dietro le quinte, devo farti i complimenti per quanto riguarda la storia dell'Argentina e del Cile, nel periodo della dittatura di Pinochet. Quanto tempo ti ha portato via lo studio di quel periodo storico?

All’inizio qualche sabato trascorso nell’emeroteca delle biblioteche Nazionale e delle Camere, poi, sarà stato il fato, il karma o il caso, la mia strada si è incrociata con molti sconosciuti che queste cose le hanno viste o vissute sulla loro pelle o sulla pelle di amici e parenti.

Sulle Orme di Martin è anche un libro "denuncia", se così vogliamo dire, rispetto alle torture (psicologiche e fisiche) subite dalla popolazione argentina e cilena a causa della dittatura. Denuncia sulla terribile sorte dei desaparecidos. Sulla corruzione politica e miliare e su molti altri risvolti tremendi legati ai crimini contro l'umanità. Fra i tuoi lettori c'è qualcuno che si è sentito toccato sul vivo da questi argomenti e che ti ha contatta dopo averlo letto? Qualcuno che magari ha vissuto sulla pelle quel periodo storico?

Sì! E’ corretto, cara Serena, “Sulle orme di Martin” è un libro denuncia; è un romanzo “Para no ovlidar”, per non dimenticare: una generazione scomparsa, i desaparecido, le persone torturate, le atrocità commesse in passato in una terra a noi lontana ma non dissimili da quelle odierne in altre parti del mondo.
Sulle orme di Martin è però anche la forza e il coraggio di chi lotta per difendere i diritti umani.


Te ne cito solo due:

Il primo ha letto il libro in formato tesi, prima che fosse pubblicato, mi ha chiesto di vederci di giorno in un locale pubblico, dalla raffica di domande a cui mi ha sottoposto era chiaro che fosse convinto che appartenessi ai servizi segreti o peggio. Era rimasto scosso per l’intensità e la veridicità degli argomenti trattati. Ora è un grande amico.


Il secondo, che ha vissuto il tutto in prima persona, mi ha emozionato con le sue parole:

“Fa male leggere, ma grazie per aver scritto un pezzetto della nostra storia, è importante che si sappia dello sterminio di un’intera generazione… non farmi piangere”.

Gli voglio un bene dell’anima.


Mi collego alla domanda precedente e ti chiedo: che relazione c'è fra Nella Vulcano e il Cile? Cosa ti ha spinto a scrivere proprio di questo argomento? Di norma uno scrittore impegnato nel suo primo libro, tende a mettere molto di sè nella sua opera o nel protagonista principale della storia, ma nel caso di Sulle Orme di Martin questo non si percepisce. Nella Vulcano c'è in questo libro oppure parla di qualcosa che ti è distante?

Sono un Vulcano, non sono semplice ;-)

In questo romanzo c’è molto di Nella, forse c’è quella più nascosta, quella meno appariscente, quella più intima.

Gli ideali per cui i miei personaggi lottano sono quelli che mi sono stati trasmessi dai miei genitori, sono quelli in cui credo.


Ci racconti un paio di aneddoti che ti riguardano, legati a questa tua opera?

Uno in particolare tra i mille che potrei rievocare.

Il libro è stato scritto durante le estati tra il 2010 e il 2015, soprattutto all’alba o durante la notte, in quei momenti magici e solo miei.

Un’estate sono stata impossibilitata a scrivere, per tutto il periodo invernale successivo sono stata perseguitata nei miei sogni dai protagonisti.
Erano lì fermi nella Valle di Cochamò, premevano per continuare il loro viaggio, la loro missione o forse come nel film Titanic…. Sono diventati reali nei miei sogni perché le storie vere non potevano cadere nell’oblio. Il libro che all’inizio era solo mio aveva ormai una sua vita, era diventato un romanzo da pubblicare.


Te ne aggiungo un altro più leggero.
… a volte, quando la musa non riesce a rimanere in silenzio, anche in periodi diversi dall’estate, mi fermo nei luoghi più impensabili con una matita, un lapis o una biro in mano, in piedi o appoggiata in bilico da qualche parte, mi ritrovo a scrivere su pezzetti di carta, fazzolettini, scontrini…

Lei non riesce a tacere e io non posso non ascoltarla.


Mi hai accennato al fatto che molte testimonianze riportate nel tuo libro sono vere. Da dove le hai tratte? Hai avuto modo di parlare direttamente con qualche sopravvissuto e testimone?

Sì. Molti di loro li ho incrociati per caso, l’elemento che li ha spinti a raccontarmi le loro esperienze pur non conoscendomi rimane un mistero.
Non ne conosco i nomi, il loro volto potrebbe essere reale o alterato dal tempo e dalla memoria, ma queste persone fanno parte ormai della mia vita del mio essere, anche se le loro vite hanno un solo punto di intersezione con la mia.


Uno scrittore non può definirsi tale, se non è anche un grande lettore. Chi sono i tuoi autori di riferimento? Quelli da cui trai maggiore ispirazione?

Da ragazza ho fagocitato tutti i libri che erano in casa, non contenta ho attaccato le riserve dei miei amici. Ero arrivata dalla Germania, dove ho trascorso la mia infanzia, avevo la necessità di migliorare (diciamo pure imparare) l’italiano.

I libri di qualsiasi genere hanno sempre avuto per me una loro anima, una magia particolare.
Durante la stesura di “Sulle orme di Martin” ho volutamente evitato di leggere libri, la magia era quella che doveva essere raccontata e non letta, l’anima da far emergere, era quella di “Sulle orme di Martin”.


Mi hai detto di non esserti autopubblicata, ma di aver trovato una piccola casa editrice disposta a investire su di te. E' stato difficile questo percorso? Molti scrittori alle prime armi trovano nella ricerca di una casa editrice disposta anche solo a leggere il manoscritto, lo scoglio più grande. Per te come è stato?

Ho rifiutato una prima proposta di una casa editrice che mi avrebbe permesso di pubblicare il libro a febbraio del 2016.
Non avendo molto tempo per cercare una casa editrice, l’idea dell’auto pubblicazione non era lontana, avevo già la foto per la copertina.Poi a luglio 2016, alla presentazione di un libro promosso dall’azienda in cui lavoro, ho incontrato la direttrice editoriale dell’Erudita.Sono arrivata alla presentazione in ritardo, era già finita.

Poi Walter che mi dice qualcosa del tipo: “Ma non hai un libro da pubblicare, lì c’è il direttore editoriale, buttati!”.

Raffaella che mi accompagna da Maria Francesca, Paolo che si era fatto dare l’indirizzo email... in pratica un po’ di colleghi, tra cui un fantastico CEO, da ringraziare.


Il libro piace, sarà pubblicato a ottobre… ma l’avventura non è ancora finita, della casa editrice conoscevo solo Maria Francesca, che decide di lasciare l’Erudita per intraprendere nuove sfide. Un po’ di sano panico non guasta mai, stavo già elaborando altre soluzioni o di ritornare all’idea dell’auto pubblicazione, in fondo la foto della copertina (scattata da Elena o da Fabio, chi può dirlo) era già pronta… per scoprire che rientravo nel piano editoriale della pubblicazione di ottobre.
No, pubblicare un libro non è facile, ma nei sogni bisogna crederci e persistere per realizzarli.


Hai in cantiere un seguito di Sulle Orme di Martin? E se sì, puoi anticiparci qualcosina?

Sono in molti a chiedermi il seguito… così come sono in molti a chiedermene la traduzione in spagnolo.
I protagonisti del sequel sono già presenti.

Un’anticipazione?

Si parte da un personaggio di “Sulle orme di Martin”, un uomo, ma non svelo chi, con un carattere diverso da Lorenzo, che pure sarà presente con Isabel.
Questa volta la protagonista femminile sarà una bella cerbiatta mulatta… e la trama s’intreccerà su tre continenti.

La lotta “en defensa de derechos humano” prosegue. Nel mondo ci sono tante storie che devono essere raccontate.
… probabilmente però, poiché anche questo avrà i suoi tempi, nel frangente scriverò anche un libro per bambini.

E manoscritti nel cassetto già finiti o in corso, che magari un giorno vorresti pubblicare?

Diverse poesie inedite, che non credo interessino nessuno, in tutte si esaltano la bellezza della natura, la magnificenza delle costellazioni… se guardo un albero, vedo le diverse gradazioni di colori, se guardo un bosco, le sfumature diventano infinite, ma nulla si avvicina alle energie e alle emozioni scatenate dalla profondità e tempestosità del mare, dall’orizzonte infinito che si profila in lontananza.

Le mie interviste terminano sempre in modo particolare, di solito con una domanda alla Marzullo. Che ne dici di farti una domanda, su di te o sul libro, e darti una risposta?

Qual è la domanda che a questo punto potrei pormi? Sì, le ho entrambe: domanda e risposta, ma svelerebbero un'altra sfaccettatura del mio carattere a molti non noti.

Grazie ancora a te e agli ormai numerosi lettori,

Nella





Chi fosse interessato a una presentazione del libro di Nella Vulcano, può recarsi qua: 

Piazza Campo dei Fiori - Borgo di Sopra - 
Venerdì 26 maggio dalle ore 18:00 alle ore 19:00 

oppure qua: 



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