giovedì 30 gennaio 2014

127.0.0.Serena Scandellari - Intervista seconda parte

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Eccomi di nuovo a parlare con Serena Scandellari che, come sempre gentile e disponibile, mi ha dedicato altro tempo per terminare l'intervista, parlandoci ancora una volta di lei e del suo secondo lavoro, questa volta. L'Anima al Diavolo.

Sentiamo cosa ha da dirci!

Ciao Serena, parto subito con una domanda complicata! Che cos’è l’Anima, per te?

  L'anima è una parte di te che nessuno vede, nemmeno tu, e che rischi di trascurare come tutto ciò che non hai sempre sotto gli occhi. Se la trascuri troppo può finire per avvizzirsi, ammalarsi, soffrire e far soffrire te. 

E il Diavolo?

  Il diavolo è come il Nulla di Fantàsìa. Avrete letto o almeno visto tutti La storia infinita, vero? Quel capolavoro meraviglioso che andrebbe studiato a scuola. Il diavolo/Nulla è quello che arriva quando smetti di creare ed inventare la realtà come la vuoi tu, quando ti fai bastare quello che viene e che magari non ti piace nemmeno. E' un parassita che si nutre di te, ma solo se glielo permetti.

Ci spieghi come mai hai scelto questo titolo?

  Perchè il libro parla proprio di questo: di una ragazza che si era persa e che sta cercando di rimettersi insieme, nuova e migliore di prima, e non senza difficoltà, naturalmente.

Parlaci liberamente di questo tuo secondo lavoro, raccontaci di lui, come potresti raccontarci di un amico. Chi è L’Anima al diavolo?

  Lui è una lei, tanto per cominciare, perchè credo che l'introspezione sia donna, salvo rare, seppur brillanti, eccezioni. E' una tipa che parla di cose scomode, cammuffandole un po' con l'ironia, un po' con la leggerezza, perchè spera così che possano capirla meglio tutti. E' una che racconta la sua verità a chi la vuol sentire, e insieme a se stessa.

Quale messaggio vorresti trasmettere ai tuoi lettori, con questo libro?

  I messaggi sono diversi. Il primo e più importante è che non importa quanto hai sbagliato, quanto ti sei incasinato, quanto sei andato fuori strada: c'è sempre un modo per rimediare, per sistemare, per ricominciare il viaggio. Sempre. Gli altri messaggi saranno diversi a seconda di chi legge, perchè il lettore fa il libro tanto quanto lo scrittore e li lascio quindi trovare e decidere a voi. 

Quale dei due libri è stato scritto più di getto? Quale, quindi, aveva più fretta di uscire dalla tua penna?

  Entrambi. Sono argomenti diversi, ma sono tutte e due storie che dovevo raccontare: L'amore è un uccello ribelle soprattutto a me stessa. L'anima al diavolo, invece, a tutti.

L’idea di spalmare il libro con simpatici estratti Wikipedia è stata, a mio parere, davvero carina, come è nata?

  Scopri come nascono le buone idee e diventerai ricca. Poi dimmelo, magari.

Sei d'accordo con l'affermazione di Raymond Chandler "Non seguire alcun consiglio, non mostrare mai il lavoro svolto, evitare i critici”?

  Certo, se sei Raymond Chandler. Nel senso che sicuramente funzionava bene per lui, quindi faceva bene a far così, ma ognuno ha i propri metodi. Io ho i miei due o tre pre-lettori che trovo indispensabili, ad esempio, e anche dopo aver finito un libro mi piace sapere che cosa ne pensano gli altri, sennò tanto vale scrivere un diario e tenerlo chiuso nel cassetto.

Hai qualche rito che metti in atto prima o durante la scrittura? Un luogo che ti concilia, qualche particolare tecnica narrativa, una musica, ad esempio?

  Non riesco a scrivere con la musica. Mi serve silenzio, perchè mi distraggo facilmente. A parte questo, nessun rito particolare. Preferisco scrivere di mattina, ecco, a mente fresca.

Cosa stai leggendo in questo momento?

  Sto leggendo un saggio di psicologia difficilissimo di cui non capisco quasi niente, ma spero che mi si infili nel cervello in qualche modo subliminale. E' un periodo che i romanzi mi annoiano, ma passerà, appena mi innamorerò di nuovo di una storia.

E con la speranza - e sicurezza - che Serena possa ancora innamorarsi di una storia, la ringrazio per il tempo che mi ha dedicato e le auguro un grande futuro come scrittrice. Sono certa che avrò l'onore di ospitarla ancora nel mio blog a breve, magari con il suo terzo libro :)
Grazie Serena, grazie per averci fatto vivere altre due vite, quella di Elisa e quella di Bianca, perché come ha scritto il grande Umberto Eco...

"Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito... perché la lettura è un’immortalità all’indietro."

venerdì 24 gennaio 2014

L'anima al Diavolo di Serena Scandellari

24 gennaio 0 Comments

Dopo la pubblicazione de L’Amore è un uccello ribelle, Serena Scandellari ci riprova - e ci riesce magnificamente - con L’anima al Diavolo edito dalla Felici Editore.

Ecco un pochino di trama!

Bianca aveva un lavoro in un’agenzia di aspiranti modelli e attori, un lavoro strapagato. Ora, dopo un tracollo nervoso, è ridotta a fare la sostituta centralinista interinale. Nel frattempo sta scrivendo un libro dal contenuto misterioso e lotta con tutta una serie di malattie psicosomatiche che racconta in modo tragicomico al suo psicologo. Poco alla volta, Bianca spiega al dottore quale fosse il vero scopo dell’agenzia.

E come ho fatto per L’amore è un uccello ribelle, ecco cosa ne pensa la sottoscritta de L’anima al Diavolo.

Mi è piaciuto.
Mi è piaciuto anche più del primo libro, tanto che sto già fremendo per leggere il prossimo (non ho dubbi che ci sarà). 
Malgrado mi sia immedesimata di più nella Elisa de L’Amore è un uccello ribelle - caratterialmente parlando - la storia di Bianca mi è piaciuta molto. 
Peccato dover limitare questa mia recensione per non correre il rischio di spoilerare qualcosa, perché avrei davvero molto da dire.

Posso dirvi che Bianca dice quello che pensa, senza filtri. Racconta al terapeuta le sue “disgrazie” con un’autoironia fuori dal comune.  Bianca è una ragazza psicologicamente insofferente e insoddisfatta, soprattutto del mondo del lavoro e somatizza questa ansia e frustrazione in fastidiose malattie psicosomatiche di svariata natura che, per altro, le si manifestano nei momenti meno opportuni. Malattie e stranezze che Serena ci descriverà brevemente piazzando qua e là per il libro un estratto da Wikipedia, strumento che la sua Bianca è solita consultare per quasi tutto, soprattutto per il pessimo vizio dell'autodiagnosi che accomuna parecchie persone.  

 Il testo si snoda in un modo molto originale: capitolo uno, capitolo uno e mezzo e così via.
Avete letto bene! La trama si alterna fra presente e passato, fra la vita attuale di Bianca, e il racconto del suo passato presso l’agenzia di moda, che lei snocciola seduta dopo seduta al suo terapeuta, o come ama chiamare affettuosamente: Doc.

La lettura di questo libro è scorrevole, forse ancor più del primo lavoro di Serena. Io l'ho letteralmente divorato. Questo espediente narrativo dell'alternaza passato e presente non mi permetteva di scollare gli occhi dalle pagine. 
Ne L'anima al Diavolo vi imbatterete in colpi di scena niente male. Capirete che spesso niente è come sembra e penserete che a volte le coincidenze proprio non esistono. C'è sempre un momento nel quale è possibile redimersi e la speranza non va mai persa. E' un libro che ci mette in guardia, che ci fa riflettere sul mondo e sulla nostra interiorità e che ci pone almeno due quesiti: dov'è il limite della nostra coscienza? Quand'è che cominciamo a sentirci davvero colpevoli?

Le mie ultime parole voglio dedicarle ad una chicca: la suoneria del cellulare di Bianca, personalizzata per quando a telefonarle è sua madre. Non ve lo voglio svelare. Mi limiterò a confessarvi che mi sono ribaltata dalla sedia dal ridere! :)

L'AUTRICE

Serena Scandellari è nata nel 1975 a Bologna, dove vive. E’ laureata in Lingue e letterature straniere moderne. Ha fatto tanti lavori, nessuno che fosse collegato con la laurea in lingue: PR, centralinista, impiegata in una finanziaria, barista, direttrice di una catena di negozi d’abbigliamento, booker presso un'agenzia di moda della quale non intende rivelare il vero nome neanche sotto tortura. E’ stata attrice amatoriale a teatro, e si è molto divertita; adesso organizza eventi culturali, mostre, cene letterarie, corsi di scrittura e workshop come libera professionista, perché ha deciso che non vuole mai più avere un capo in vita sua. L’anima al diavolo è il suo secondo romanzo (il primo, "L’amore è un uccello ribelle", è stato pubblicato nel 2013 da Miraviglia Editore). 

mercoledì 22 gennaio 2014

127.0.0.Serena Scandellari - Intervista prima parte

22 gennaio 0 Comments

Eccomi qua con un nuovo post incentrato sull'amore per i libri. Oggi, ospite di 127.0.0.1 è Serena Scandellari, di cui vi ho parlato nel post precedente. Ho deciso di farle una breve intervista così che possiate conoscerla!

Partirei con qualche domanda che non c’entra con L’amore è un uccello ribelle, tanto per presentarti un pochino ai lettori del mio blog.

Quando hai cominciato a scrivere e perché?

    Ho iniziato a scrivere romanzi intorno al 2008, uscita da un periodo tosto, perché avevo un paio di storie che spingevano per uscire ed essere raccontate. In un modo o nell'altro, comunque, ho sempre scritto.

Chi sono i tuoi autori preferiti, da chi trai ispirazione?

    Mi piacciono principalmente gli americani. I minimalisti americani come Chuck Palahniuk e James Frey sono quelli che leggo più volentieri, perché sanno fare di ogni frase una schioppettata perfetta, che arriva dritta al cervello senza giri inutili, con tutta la potenza che può avere la parola scritta. Amy Hempel è bravissima in questo. Mi piace anche lo stile brillante di David Sedaris e Augusten Burroughs, entrambi maestri dello humour autobiografico che ti fa ridere fino alle lacrime.

Il tuo libro preferito in assoluto?


    Il libro che devo rileggere ogni tanto, tipo guida esistenziale da tenere sempre sul comodino, è Invisible Monsters di Palahniuk. Ogni riga è un capolavoro stilistico e filosofico.

Quanto c’è di autobiografico in ciò che scrivi?

    Tanto, almeno finora.

Hai altri libri nel cassetto già finiti, che magari un giorno pubblicherai?


    Ne ho uno scritto insieme a Gianluca Morozzi, un noir brillante, in attesa di editore. Vediamo.

Stai lavorando ad un terzo libro in questo momento?


    No, per ora no.

E ora parliamo de L’Amore è un uccello ribelle, il tuo primo libro: Se tornassi indietro lo riscriveresti esattamente uguale o c’è qualcosa che cambieresti?

    Non bisogna mai farsi queste domande. Se tornassi indietro magari non lo scriverei affatto, chissà. Quando riprendi in mano un tuo libro di quattro o cinque anni fa, ti dici: ma l'ho scritta io quella roba lì? A volte quello che rileggi ti piace, a volte - spesso - ti fa schifo, ma ormai è fatta, e va bene così.

I personaggi presenti nel libro sono tutti frutto della tua fantasia o qualcuno di loro esiste realmente?

    Si prende quasi sempre spunto dalla realtà quando si crea un personaggio, anche solo per un nome, o un tic, o un modo di parlare, ma anche quando hai in mente una persona vera - perfino te stesso - e cerchi di copiarla pari pari, il personaggio finisce sempre per avere un'identità propria ed andarsene per i fatti suoi.

Trovo l’idea della colonna sonora davvero brillante, come ti è venuta e con che criterio hai scelto i brani?

    Sai che mi han detto che Fabio Volo ha fatto la stessa cosa nel suo ultimo libro? Non ho verificato, ma a quanto pare l'idea era nell'aria: io l'ho solo raccolta un attimo prima di lui. I brani sono principalmente quelli che hanno accompagnato la mia vita nel periodo che ha dato ispirazione a questa storia, oppure quelli che mi sono sembrati più adatti ad accompagnare una scena mentre la stavo scrivendo.

Una domanda di rito: Perché l’amore è un uccello ribelle, secondo te?

    Perché io, alla mia età, dopo tutti i fidanzati, tutti i racconti delle amiche, tutti i film, tutti i libri, tutte le canzoni, ancora non ho capito come funziona. Parafrasando Bizet: l'amore è un uccello ribelle che non si può addomesticare, ed è davvero inutile chiamarlo se ritiene di rifiutare. Meglio di così non me l'aveva mai spiegato nessuno.

Ringrazio Serena per la bellissima intervista e per il tempo che mi ha dedicato! Vi lascio con il suo Booktrailer :)





sabato 18 gennaio 2014

L'amore è un uccello ribelle di Serena Scandellari

18 gennaio 0 Comments
Quest'oggi vorrei dedicare uno spazio (che sarà spalmato su 4 post in ordine cronologico) ad un'amica: Serena Scandellari.
Ci conosciamo ormai da una vita, ma per parecchi anni ci siamo perse di vista. Il caso e Facebook, come per molte amicizie ritenute ormai perdute, hanno permesso di ritrovarci abbastanza di recente e ne sono veramente felice.
La nostra è stata un'amicizia particolare e per un lungo periodo strettissima. Del tipo che ero in pianta stabile a casa sua oppure lei era in pianta stabile a casa mia, eppure chiacchierando, qualche sera fa, ci siamo accorte di aver rimosso entrambe il momento esatto nel quale la nostra amicizia è nata.
Mi piace pensare che sia capitato e basta, senza un perché.

Ci hanno unito diversi interessi, due fra tutti la passione per la scrittura e il disegno. Passavamo ore a inventare storie e personaggi e nel contempo a disegnarli, ascoltando come sottofondo un sacco di musica. Ricordo Luca Carboni, con il suo (per me unico) album Persone Silenziose (parliamo del 1989-90!). Riscoperto da poco per molti grazie al suo recente duetto con Tiziano Ferro.
Quell'album per me è Serena. Ogni volta che lo ascolto mi rivedo seduta al grande tavolo di casa sua a disegnare, invidiando il suo immenso talento e la sua bella casa accogliente.

Beh, tutto questo per dire che Serena è riuscita a realizzare un suo sogno. Pubblicare libri, diventare scrittrice. Ne sono usciti due per ora, ma visto che voglio andare con ordine, oggi parlerò del primo. L'amore è un uccello ribelle, edito dalla casa editrice Miraviglia.


Ecco un pochino di trama:

Elisa è una ragazza bolognese dalla vita apparentemente perfetta: è bella, guadagna bene facendo un lavoro che le piace, ha un fidanzato affascinante e una cockerina di nome Scema. Ha degli amici che adora, come Angela detta Gigi, innamorata di un chitarrista rock che un giorno è partito per un tour e non è più tornato, e Gian, un tenore gay con un grande senso dell'umorismo e una vita sentimentale piuttosto frivola. Elisa dovrebbe solo smettere di tormentarsi il cervello. Dovrebbe accettare la sua vita così com'è e smettere di chiedersi sempre la stessa cosa. Sempre la stessa. Tonino si è trasferito a Bologna dalla provincia di Napoli. Fa l'art director in un'agenzia pubblicitaria ed è sempre incasinato, arruffato come Massimo Troisi nei film o come Superman nei panni di Clark Kent. Una mattina, per caso, si imbatte in Stefania, una ragazza siciliana che entrerà con prepotenza nella sua vita e con la quale potrebbe essere amore; potrebbe, se non fosse per il ricordo di quegli occhi che Tonino ancora cerca in tutti gli altri occhi. Basterà una proiezione mattutina di Eternal Sunshine of the Spotless Mind a ricordare che, per quanto ci si provi, è difficile cancellare dalla mente la persona che si è amata davvero.

  
Ed ecco cosa ne pensa la sottoscritta:

Mi è piaciuto.
Serena, e non lo dico perché si tratta di un'amica, ha talento da vendere. Possiede uno stile narrativo particolare, scorrevole e pulito. Una pagina tira l'altra. Uno di quei libri da cui non è facile staccarsi, uno di quelli che ti seguono dappertutto. E' ironico e divertente, ma con una storia seria e delicata, che fa riflettere. Strappa risate ad alta voce alternate a malinconici sospiri. Ci sono scene talmente esilaranti che vi verrà voglia di leggerle ad alta voce a qualcuno per poter ridere insieme e altrettante emozionanti che avrete voglia di tenere solo per voi, come un piccolo segreto.
Gli amici di Elisa sono i nostri amici. Ognuno di noi ha un amica come Angela, un amico come Gian e ognuno di noi può facilmente rispecchiarsi nella trama di questo libro.
Serena racconta le vite di questi ragazzi in modo brillante, accompagnando il tutto con una bella colonna sonora. Avete capito bene, è un libro corredato da una splendida soundtrack. Qua e là sono sparsi suggerimenti su quale brano ascoltare durante la lettura e personalmente trovo questa cosa a dir poco geniale. Vi consiglio, come ho fatto io, di leggerlo seguendo le istruzioni! Infilatevi una cuffia, piazzatevi davanti a Youtube e ogni qual volta Serena vi suggerisce un brano, mandatelo in play continuando a leggere.

Se proprio devo trovarci un difetto, da bolognese quale sono, posso dire che mi aspettavo di vedere più città. E' vero che la trama rapisce completamente e Bologna diventa solo un contorno, ma un pochino mi è mancato leggere di Piazza Maggiore, dei portici di Saragozza o della bellissima Piazza Santo Stefano.

Ciò che mi ha toccato in particolar modo, invece, è il concetto di fondo che L'amore è un uccello ribelle affronta; cancellare da cuore e mente qualcuno che abbiamo amato sul serio è davvero un'impresa titanica.
Vero, verissimo.

Insomma, ritengo che sia una lettura consigliatissima. Sono certa che non ve ne pentirete. Per ora vi lascio qua, ma il prossimo post avrà un ospite d'onore :)

venerdì 17 gennaio 2014

Impronte – il mio primo Horcrux

17 gennaio 4 Comments

Con un mese esatto di anticipo rispetto a ciò che avevo previsto, ieri mi sono state consegnate alcune copie del libro Impronte, di cui vi avevo già parlato. Si tratta del nuovo numero (l’ottavo) della collana di poesia contemporanea, della Casa Editrice Pagine, dove insieme ad altri 12 autori ho pubblicato alcune delle mie poesie.
Sono molto soddisfatta. E’ una bella sensazione sapere di aver lasciato un’impronta, appunto, nel mondo. Piccolissima, infinitesimale, apparentemente inutile, ma che mi sopravviverà.
Qualcosa di me rimarrà ai posteri, anche dopo che io non ci sarò più e non importa quanto sia piccola;  è comunque un pezzetto della mia Anima.

E’ come un Horcrux.

I fan di Harry Potter capiranno cosa intendo dire, a tutti gli altri dico che un Horcrux è un oggetto in cui un Mago Oscuro ha nascosto un frammento della propria anima al fine di raggiungere l'immortalità. (Wikipedia)

Fra pochi giorni il libro sarà in vendita sul sito della Casa Editrice e su Amazon!
Non appena avrò una data certa, farò un nuovo post ovviamente corredato da tutti i link utili all’acquisto!

Vi lascio con una delle mie poesie contenute nel libro. 

Controluce

Foglie d’autunno danzano controluce
in un vortice di vento sul finir d’ottobre,
il silente tramonto nel frusciar di betulle
dipinge d’oro il sentiero del colle mio caro.

Indugio sul passo col capo chino
tessendo la trama di antichi pensieri,
le mani in tasca e lo sguardo perduto
ostaggio arreso a indelebile memoria.

martedì 14 gennaio 2014

Concorso Letterario "Natale che storia"

14 gennaio 0 Comments

Sto partecipando a un concorso letterario indetto dalla Camst, intitolato “Natale che storia”. 
Il concorso è in piedi dal 2 dicembre 2013 e scadrà il 31 gennaio 2014, termite ultimo per votare i racconti in gara.
Purtroppo il metodo con cui le storie vengono valutate non è molto meritocratico, considerando che vinceranno i racconti più votati dal popolo della rete (in sostanza non vince il racconto scritto meglio, ma solo chi ha più amici, parenti e colleghi).
Un po' come in politica :)

In ogni modo ho partecipato come sempre, con spirito goliardico. Così, per gioco.
Sono stata fra i primi 10 in classifica per un po’ e poi ho, senza pensarci, smesso di farmi pubblicità condividendo il racconto su Facebook, Twitter, Google+, ecc… scivolando così inesorabilmente al 54esimo posto.
Da ieri l’altro, ho ricominciato a postarlo a destra e a manca in rete, e lentamente sto scalando di nuovo la classifica. Oggi sono al 31esimo posto.

Considerando che il concorso scade il 31 gennaio, ho ancora tempo per entrare nella rosa dei primi 10 (coloro i quali saranno premiati), quindi ho pensato bene di dedicare un post sul mio blog al racconto così che possiate leggerlo e darmi un piccolo aiutino.

Potrete votare sia via Facebook che via mail.

Ringrazio tutti quanti fin da ora!

Sarà possibile fornire le proprie valutazioni nell’apposita area del sito internet dalle ore 00:00 del 2 dicembre 2013 alle ore 23:59 del 31 gennaio 2014.

Nota del 30/06/2016

Il racconto potete leggerlo facendo un click qua.

giovedì 9 gennaio 2014

Coming Soon!

09 gennaio 0 Comments
Dovete sapere che una delle mie più grandi passioni è la scrittura e nella mia vita ho scritto chilometri di righe. Tutte senza un risvolto editoriale, fondamentalmente per due motivi. Il primo è che di norma scrivo per me stessa. Il secondo è la mia proverbiale pigrizia.
Per il momento, gli unici due riconoscimenti arrivano da Trenitalia e dalla Casa Editrice Pagine del poeta Elio Pecora.
Trenitalia perché ho vinto un concorso chiamato Racconti in Linea, partecipando con un racconto breve intitolato Una Freccia nel cuore. Il tema del concorso, come avrete capito, era incentrato sui viaggi in treno e nel mio piccolo raccontino parlo di una grande amicizia che si è consolidata anche grazie alla Freccia Rossa Milano-Bologna.
Nei prossimi giorni farò un post a parte con il racconto, il podcast che lo staff di Racconti in Linea ha preparato e l’intervista radiofonica che mi è stata fatta. Riguardo l’intervista non nascondo che la cosa mi imbarazza non poco. Beh, magari la trascriverò, così che non dobbiate sorbirvi la mia voce imbarazzatissima per l’emozione e per le domande a cui non ero stata preventivamente preparata. : )

La Casa Editrice Pagine invece pubblica racconti, ma anche poesia contemporanea e spesso realizza concorsi alla ricerca di nuovi talenti. Qualche mese fa ho partecipato a un concorso di poesia assolutamente per gioco e dopo pochi giorni, la Casa Editrice mi ha chiamata per congratularsi con me visto che la poesia è piaciuta molto. Durante il corso di quella telefonata mi è stata proposta anche una collaborazione per un libro di poesie che sta per uscire, parte di una collana.
Purtroppo il mondo dell’editoria è un covo di truffatori, con qualche eccezione ovvio. Quasi tutti fanno pagare al novellino scrittore un contributo che varia a seconda del grado di “lucro” della casa editrice. Questa politica è estremamente scorretta, e non è certo un parere solo mio, ma dal mio punto di vista c’è comunque un grosso MA.

Nessuno fa niente per niente.

E’ giusto, secondo me, chiedere all’esordiente (il quale non ha niente in mano come garanzia di guadagno per la casa editrice) un piccolo contributo per l’aiuto e la visibilità che viene concessa. Certo, ci sono Editori che chiedono una fortuna, ho sentito di gente a cui sono stati spillati anche tremila Euro e l’obbligo per l’autore di acquistare un certo numero di copie del proprio libro, parliamo anche di due o trecento.   
Nel mio caso sono stata fortunata perché Pagine mi ha chiesto una cifra  tutto sommato davvero modesta in cambio però di parecchie cose. Uno spazio personale sul loro sito come visibilità, la pubblicità del libro nella loro trasmissione televisiva su Sky, uno spazio sul loro profilo ufficiale Facebook, la realizzazione di un video promozionale con una poesia scelta dall’autore stesso, la consegna di sei copie cartecee, la distribuzione del libro di poesie nelle fiere del libro di tutta Italia e la messa in vendita del libro su Amazon e sul sito della Casa Editrice, oltre che due libri di poesie in ‘omaggio’, messo tra virgolette visto che comunque fanno parte della cifra.

Ho accettato. Ho accettato per due motivi, del resto i motivi sono sempre due.
Il primo è appunto la cifra modestissima, in confronto al resto dell’editoria, che mi è stata richiesta e il secondo è perché la poesia che Pagine ha notato è dedicata al mio amatissimo papà, recentemente scomparso.
Il pensiero di veder pubblicata in un libro quella poesia, per me non ha prezzo.

Tutto questo per raccontarvi che sto per pubblicare, insieme ad altri 12 autori, un libro di poesie per la Nuova Collana di poeti contemporanei Impronte.
Se i tempi editoriali verranno rispettati, l’uscita del libro dovrebbe essere prevista per Aprile 2014, mentre potrò mettere le mani sulle primissime copie cartacee fra un mesetto.



Intanto vi anticipo il video che Pagine ha realizzato per me.


martedì 7 gennaio 2014

Trieste, una principessa che si mangia le unghie...

07 gennaio 1 Comments

Quello di oggi è un tema che mi tocca da vicino e riguarda una delle mie passioni: la letteratura.
E’ un post difficile, perché le sfaccettature dell’argomento che vado a trattare sono moltissime e mi è tecnicamente, ed empaticamente, impossibile descriverle tutte con lo scopo di farvi capire a fondo quanto di bello ci sia dietro, ma ci proverò e chi avrà la pazienza di leggerlo tutto, ne sono certa, ne uscirà un poco più ricco.

Come ogni storia che si rispetti, anche quella che mi appresto a raccontarvi, ha un personaggio principale e una location.
Il personaggio in questione è Romina Mazzara, la mia migliore amica. La mia sorella d’anima.
Ci legano moltissime cose, ma le due principali sono l’amore per la scrittura e per i viaggi, in particolar modo per due città.

La mia location, come molti di voi sapranno ormai molto bene, è Helsinki.
La location di Romina è Trieste.

Due città lontane centinaia e centinaia di chilometri, ma con un’Anima comune. Due piazze aperte sul mare, due architetture per certi versi molto simili, due città del vento, due terre che si sono trovate a lottare poiché contese da svariate parti a causa della loro posizione strategica assai allettante, come un tiro alla fune senza orizzonte. Due luoghi di confine, senza un’apparente identità, due mete che tutto sono fuorché turistiche. La maggior parte della gente non sa nemmeno indicarle su una mappa, eppure ci sono. Sono lì, pulsano, vivono, ricordano e soprattutto entrambe esorcizzano.
In maniera differente, ne convengo.

Helsinki esorcizza il suo dolore passato, le sue cicatrici, ricamandoci sopra storie di uomini coraggiosi, uomini di mare e boscaioli delle immense foreste che forti della loro identità profondamente radicata, hanno combattuto con onore resistendo a guerre e a tremendi inverni e che alla fine hanno vinto, a dispetto di due incredibili potenze belliche e politiche come Russia e Svezia. Helsinki esorcizza con la fierezza, con l’amore per la Natura, per la terra, per il mare, per le foreste e per i quasi duecentomila laghi che punteggiano la Finlandia. Helsinki è una città che ama se stessa.

Chi arriva a Helsinki viene accolto con una carezza, con l’anima serena di una popolazione che ha raggiunto finalmente la pace e il riconoscimento della propria identità come popolo di una Repubblica tangibile. I finlandesi hanno combattuto come eroi per conquistare la loro terra e ora che hanno vinto, la amano immensamente, incondizionatamente, come farebbe un cavaliere che ha combattuto all’ultimo sangue, con le unghie e con i denti, per la sua dama.

Trieste invece  esorcizza il suo dolore passato, le sue cicatrici, in un modo completamente diverso, oserei dire opposto. Trieste ne ha viste di cotte e di crude, davanti ai suoi occhi si sono srotolate carrellate di orrori indicibili. La storia di Trieste è quella di un bambino orfano che immobilizzato su una sedia ha dovuto assistere al macabro orrore della Risiera di San Sabba, l’unico campo di concentramento su suolo italiano con il forno crematorio. Malgrado le sue cicatrici tremende, la crisi economica che l'ha quasi rasa al suolo, l'occupazione tedesca e mille altri traumi, Trieste ha sfornato decine di letterati d’immensa fama, come James Joyce, Italo Svevo, Umberto Saba o anche i più contemporanei Susanna Tamaro, Mauro Covacich e Paolo Rumiz. L'esorcizzazione di Trieste sta nella convivenza. Trieste convive con il trauma da sempre, è magistralmente esperta nel fare buon viso a cattivo gioco, convive con la Bora che la flagella continuamente, con il ricordo di quel forno che ha visto morire innumerevoli innocenti. Trieste non dimentica.

Chi arriva a Trieste viene accolto con uno schiaffo a mano aperta d'aria fredda e pungente.

Quando conobbi Romina, non potevo immaginare di avere così tanto in comune con lei e la cosa che ci ha vicendevolmente colpito è stato proprio l'amore incondizionato, anche se di diversa sfumatura, per queste due città. Non è la bellezza che ci attrae, non è il fascino del luogo lontano e sconosciuto, non è un'attrazione di tipo meramente turistica, ma è qualcosa che va oltre. E' un frinire di cicale in mezzo al petto, una pioggia d'estate sull'erba appena tagliata, un vibrare d'azzurro che graffia l'anima, è la melanconia di una città che ci appartiene senza un palese perché. 
Ecco perché amiamo queste due città, le amiamo perché non c'è alcun bisogno di domandarsi perché. 

Romina ha deciso di ricambiare ciò che Trieste le ha dato in questi anni scrivendo su di lei la sua Tesi di laurea. Una tesi che tesi non è, ma piuttosto si potrebbe definire come la più sentita delle dichiarazioni d'amore. Dichiarazione che ora è diventata libro. Un saggio, che è stato da poco pubblicato e che s'intitola Trieste, una principessa che si mangia le unghie

Al momento ha fatto una sola presentazione, a Bologna, ma presto ci saranno altre date. A Milano, a Trieste e probabilmente ancora a Bologna. 

E' stata un'emozione per me essere presente sia alla sua Tesi, assolutamente unica nel suo genere tanto da commuovere ogni singola persona presente, sia alla presentazione di Bologna. Un 110 e lode con stretta di mano accademica che non dimenticherò mai. 

Io non so se voi siete pratici di Trieste o se solo l'avete sentita nominare, ma poco importa. Se nel vostro cuore c'è un luogo speciale, un posto dove rifugiarsi, una città che vi scalfisce dentro come un punteruolo, una panchina, magari sul molo di un porto o sulla cima di una vallata che vi smuove qualcosa dentro, che vi regala brividi di gioia, che vi fa stare bene e vi inumidisce lo sguardo rapito dalla bellezza del tutto e del più piccolo dettaglio, allora dovete farvi questo regalo e leggere questo libro. 

Se anche voi, siete soliti mangiarvi le unghie, allora fatelo. 

"L'ho sempre immaginata così, Trieste.
Come una principessa, appunto, come la descrive Covacich.
Che si mangia le unghie.
Me la sono sempre immaginata così, adolescente, poco più che ragazzina, nel Limbo, inquieta, circospetta, incazzata, con un mantello fatto di paura.
Me la sono costruita così, con il piercing alla lingua, una salamandra tatuata sul collo, un top che lascia scoperto l'ombelico.
Ma, sotto una frangia bionda alla moda, gli occhi seri, composti e turbati di chi, della responsabilità dell'essere principessa, ne farebbe volentieri a meno.
Me la sono vista, questa principessa in imbarazzo, questa ragazzina come tante, questa figlia di nessuno, addossata ad un muro sporco di graffiti, con le scarpe da ginnastica, i jeans consumati, l'aria di sfida, le mani affusolate, in un cantuccio da cui non riesce ad uscire.
E' bella, la Trieste fatta ragazzina, è friabile, è disincantata, è feroce, urla per un nonnulla, è capricciosa e insoddisfatta, è intelligente ma non si impegna, è tormentata e troppo grande, troppo orgogliosa e troppo ferita per mettersi lì, a chiedere una stretta di mano, una pacca di incoraggiamento o addirittura un abbraccio di consolazione.
Però bisogna guardarla bene, questa ragazzina, dall'alto, da dietro, ed osservare cos'ha lì, nascosto, cosa tiene stretto tra le mani intrecciate dietro la schiena, rasente il muro sporco, attaccata al suo cantuccio buio, per comprenderla davvero.
Nessuna corona, nessuno scettro, nessuna canna da fumare al momento più opportuno.
La principessa che si mangia le unghie, nascosto dietro la schiena, ha un orsacchiotto di peluche consumato.
Il ricordo più bello di quando era bambina."  


- Romina Mazzara -

“Trieste, una principessa che si mangia le unghie” è un saggio concepito come un romanzo e insieme come la più sentita delle dichiarazioni d’amore per Trieste, che l’autrice definisce sua città dell’anima, e per tutto quello che per lei Trieste significa, attraverso l’analisi, il più possibile appassionata e mai troppo scientifica, di tre personalità fuori dal comune, che in modo ugualmente fuori dal comune hanno raccontato e in un certo qual modo tentato di “salvare” Trieste: Mauro Covacich, Jan Morris e Anita Pittoni. Questo romanzo-dichiarazione d’amore è stato scritto in una settimana: Romina Mazzara non ha ancora capito (e se lo domanda spesso!) se Trieste può esserne davvero orgogliosa.

Romina Mazzara ha trentun’anni, ma vorrebbe averne ancora venticinque, perché dice che suona meglio, una laurea cum laude in Lettere e un’insana passione per Madonna, Sex and The City , il mare, la lavanda, i lampioni antichi, i viaggi con gli amici, i trolley consumati e il profumo del caffè. Adora fare colazione, insegna, scrive da quando aveva sei anni e ha un fratello in cielo e un fratello e una sorella d’anima, un gatto che si crede un cane e una famiglia che, ricambiata, adora. Ha conosciuto Trieste a 18 anni, c’è andata la prima volta a 24, e da allora non si è ancora fermata: per una nomade come lei, nulla come il nessun luogo può essere la migliore delle case.

lunedì 6 gennaio 2014

127.0.0.San Leo

06 gennaio 0 Comments

Scrivo questo post il 6 Gennaio dalla plancia della mia astronave di Bologna, ma in realtà riguarda la giornata di ieri.

Avendo il Last Check Out dell'hotel alle 13.00 ed essendo Verucchio così vicino a Bologna, abbiamo deciso di sfruttare tutta la giornata, prima di tornare a casa, così dopo la colazione sempre ottima e i saluti di rito con i gentili e professionali gestori dell'Oste del Castello, abbiamo gironzolato per Verucchio acquistando un paio di prodotti tipici da regalare ad amici e parenti in un negozietto molto carino gestito da una coppia di coniugi cortesi e disponibili. Dopo di che ci siamo presi un caffè nel bar centrale e poi, dopo aver preso i bagagli, siamo partiti alla volta di San Leo.

Tutti questi posti: Verucchio, Rimini, San Marino e San Leo li avevo già visitati più di una volta in passato, ma sono luoghi talmente belli che un saltino ogni tanto fa sempre bene.
San Leo poi è di una bellezza e un fascino veramente particolari.
Ci sarebbe moltissimo da dire su San Leo, ma forse l'evento più affascinante risale a quando venne imprigionato all'interno dell'enorme e inespugnabile Rocca, accusato di eresia dalla Chiesa Cattolica, Giuseppe Balsamo, conosciuto nel mondo come Il Conte di Cagliostro.
La sua storia è lunghissima e piena di fascino e intrighi. Vorrei potervela raccontare, ma è talmente densa di avvenimenti e personaggi storici di rilievo (vedi Maria Antonietta) che dovrei fare una serie di post a parte e non escludo che un giorno possa farlo. Vi consiglio una lettura, magari dalla pagina di Wikipedia.

Terminata la lunga visita alla rocca, siamo ripartiti verso Bologna. Questa piccola vacanza è purtroppo terminata, ma stiamo già progettando la prossima meta! Si accettano suggerimenti! :)

sabato 4 gennaio 2014

127.0.0.Rimini

04 gennaio 0 Comments

Scrivo il presente post appena uscita dalla vasca idromassaggio di questo magnifico hotel, quindi ok, vi autorizzo a invidiarmi!
Questa mattina, dopo la solita ottima colazione siamo andati a fare un bel giro al mare. Nello specifico a Rimini. Ci ha accolto una giornata uggiosa, ma come ieri siamo stati fortunati perché a un certo punto il cielo si è aperto ed è uscito uno spiraglio di sole.
Abbiamo passeggiato tantissimo e siamo anche stati sulla ruota panoramica che è stata allestita sul lungo mare, verso il molo. E' alta sessanta metri e da lassù si gode di una splendida vista su Rimini e sul mare.

Abbiamo visitato anche il presepe di sabbia. Una cosa assolutamente meravigliosa!

Ah, dimenticavo di puntualizzare che oggi è il mio compleanno, il trentanovesimo per la precisione e proprio oggi ho acquistato la mia primissima crema antirughe! Non ne ho nemmeno una ancora, sono fortunata e proprio per questo è il momento di prevenire la loro fastidiosa comparsa!

Vorrei approfittare di questo post per ringraziare tutte le persone che mi hanno telefonato, mandato sms, messaggi su What's Up e riempito la bacheca di Facebook di auguri! Grazie a tutti, siete stati tantissimi davvero! Certo, è decisamente più intensa una telefonata, ma trovo che anche gli altri mezzi per pigroni (come me) abbiano la loro valenza, perciò di nuovo grazie a tutti!

Ora mi appresto a prepararmi per la cena, che stasera avverrà al Mastin Vecchio, il ristorante dell'hotel.

Eccolo qua!


Come ho già ripetuto, al mio ritorno provvederò ad ampliare questi primi post e a corredarli di fotografie. Con l'iPad non è proprio comodissimo... Sono ancora schiava del mouse!
Un saluto a tutti da Verucchio!

venerdì 3 gennaio 2014

127.0.0.San Marino

03 gennaio 0 Comments

Eccomi con il terzo post di quest'anno!
Oggi, dopo colazione, abbiamo fatto un giro a San Marino.
Gustata la bella (ma devo dire molto scarna, rispetto al numero dei suoi lavori) mostra di Eron, siamo passati a quella del grandissimo Leonardo Da Vinci, davvero molto affascinante.
Ho avuto modo di conoscere Eron a un Rimini Spray Art negli anni '90 e ricordo che rimasi immediatamente affascinata dal suo enorme talento, anche se all'epoca ancora in erba.
Gli strinsi la mano e gli dissi che il suo non era talento, ma un vero e proprio dono.
Ora, a distanza di così tanti anni posso dire con sicurezza di non essermi affatto sbagliata.
Vi presento un paio dei suoi lavori e vi invito a scoprire questo incredibile artista riminese che lavora solo a bombolette.

E' vero, sembra il castello di Miramare di Trieste, ma è San Marino :)



Qualcuno avrà sicuramente visto il museo dedicato a Marco Simoncelli a Coriano...

Eccolo all'opera:



Ovviamente Leonardo non ha bisogno di presentazioni, ma se passate per San Marino vi consiglio la sua mostra perché si tratta di un'esperienza molto bella.


Appena arrivati ha cominciato a piovere, ma per fortuna dopo poco ha smesso e anzi è uscito un bel sole. Tantissimi negozietti aperti ci hanno rubato un po' di tempo, ma siamo riusciti a tornare in hotel giusto in tempo per fare un salto alla Grotta del Benessere, davvero rilassante! Una volta a casa, revisionando questi post, aggiungerò anche qualche scatto!
Per cena siamo tornati nel bellissimo e delizioso ristorante La Fratta. Consigliatissimo! Si mangia benissimo la pizza e anche i piatti da ristorante. Veramente una delizia. Provvederò a fare una recensione su TripAdvisor, appena possibile, anche per ringraziare ufficialmente il simpatico Paolo per la sua splendida ospitalità.

Il ristorante è situato a Verucchio nella suggestiva cornice della Valmarecchia. 
L’ampio locale si presenta come era originariamente, un vecchio edificio Malatestiano: pietra a vista lungo le pareti con soffitto a volta e grandi bassorilievi disegnati dal poeta Tonino Guerra. 


Tra un'oretta sarà il mio compleanno e domani ci aspetta una passeggiata al mare e una cenetta romantica in un altro splendido ristorante.

A domani quindi, buonanotte a tutti!

giovedì 2 gennaio 2014

127.0.0.Verucchio

02 gennaio 0 Comments
Questo secondo post arriva direttamente dal grazioso e antichissimo borgo, bandiera arancione Touring, Verucchio! Si tratta anche del primo post scritto direttamente col mio nuovo e fiammante iPad!

Siamo arrivati nel primo pomeriggio, dopo un viaggio in autostrada breve (un'ora e mezza circa) e tranquillo, in questo stupendo hotel chiamato L'Oste del Castello, immerso nel cuore del paese e resteremo in questo piccolo paradiso fino al 5 gennaio. L'hotel è un 4 stelle e gode di ogni confort. Le suite come la nostra (306) hanno anche una splendida vasca idromassaggio per due persone e nel sottosuolo c'è la Grotta del Benessere. Ci hanno portato addirittura la bottiglia di spumante e la frutta fresca in camera come aperitivo di benvenuto. Il posto è pulitissimo, arredato con gusto e il personale gentile e disponibile. Insomma soldi spesi bene, soprattutto considerando che abbiamo trovato un'offerta davvero niente male.

Ve lo presento e soprattutto ve lo consiglio:


"... svegliarsi al mattino nel caldo tepore di lenzuola che sanno di fresco e tutt’attorno al silenzio che sa di storia e natura! 
Il cinguettio degli uccelli che possiedono per casa l’intera valle, lo scoccare timido dell’orologio della piazza, la signora che ha comprato il pane fresco e parla con la sua vicina... 
Un raggio di sole, autentico, invade la stanza e aprendo la finestra, il venticello della prima mattina ci fa respirare a pieni polmoni quello che la vita di tutti i giorni ci fa dimenticare... 
L’Hotel Oste del Castello è una dimora del 1700 ristrutturata e arredata con materiali nobili della terra di Romagna e vi porterà a contatto con la storia e la natura grazie alla sua posizione strategica su tutta la Valmarecchia. 
L‘Hotel si trova nel cuore di Verucchio, a ridosso della piazza principale ed è costruito su un reticolo di grotte, grottini e cunicoli tufacei di cui è ricco tutto il centro storico. Alcune di esse si possono ammirare scendendo al sottostante ristorante Mastin Vecchio o nell’esclusivissima Grotta del Benessere"


Domani mattina, dopo la colazione a buffet, andremo a San Marino per gustarci due mostre. Quella di Leonardo e quella di Eron.

Dopo aver sistemato i bagagli abbiamo gironzolato un pochino per Verucchio, scattando qualche foto e ci siamo presi una deliziosa piadina alla Taberna di Malatestino. La Taberna si affaccia sulla splendida piazzetta del borgo medievale che fu "Trono degli Etruschi e culla dei Malatesta" qui nacque "Il Mastin Vecchio" (Padre di Malatestino) capostipite della famiglia che conquistò Rimini nel 1295 ricordato anche da Dante nella Divina Commedia. 

Ora vi saluto perché stiamo per andare a cena al ristorante La Fratta, dove ci aspetta una tranquilla pizza :)

Al mio ritorno a Bologna provvederò ad aggiornare questi post con tanto di fotografie di questo piccolo fine settimana!

Moi moi!

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