martedì 22 dicembre 2015

# Diario di viaggio # Messico

127.0.0.Chichén Itzá, Yucatan - Messico


Chichén Itzá, Yucatan, Stati Uniti Messicani
22 Aprile 2007

E' il nostro tredicesimo giorno di viaggio e siamo piuttosto provati dai chilometri, dal caldo afosissimo, dal poco sonno e dalla Maledizione di Montezuma che ci ha colpiti spesso e volentieri, malgrado tutte le nostre precauzioni. Per fortuna che esistono gli antibiotici e l’Imodium… 

Abbiamo lasciato la splendida città di Merida e il Cenote di Ik Kil, per dirigerci verso Chichén Itzá.

Capitale Maya dello Yucatan, sorta fra il IV secolo e il X dopo Cristo, vanta imponenti monumenti fra i quali la piramide principale, con i suoi 365 gradini (che corrispondono i giorni del calendario) e il Tempio dei Guerrieri, che subito mette in chiaro l'imponenza di quest’antica civiltà.

Chichén Itzá si trova nel nord della penisola e, a mio parere, è uno dei luoghi Maya più misteriosi in assoluto. Le rovine si estendono su un’area di circa 6,5 chilometri quadrati e il complesso vanta svariati edifici di splendida fattura e importanza come la Piramide di Kukulkan (El Castillo), l’Osservatorio Astronomico (Caracol), il Tempio dei Guerrieri e uno dei più grandi e meglio conservati campi del gioco della Pelota. Anche questo sito è stato dichiarato patrimonio dell’Unesco ed è stato persino inserito fra le sette meraviglie del mondo moderno. 

Riportandovi le parole di Wikipedia, vi dico che… - Il nome Chichén Itzá deriva dalle parole chi ("bocca") e ch'en ("pozzo"), e significa letteralmente "Alla bocca del pozzo degli Itza". Gli Itza erano un gruppo etnico che aveva una posizione politica ed economica predominante nella parte settentrionale dello Yucatan. A sua volta, il nome "Itza" viene in genere ricondotto a itz ("magia") e (h)á ("acqua"), e tradotto in "maghi" (o "streghe") "dell'acqua". – 

Lo Yucatan è uno stato prevalentemente arido, ma ha la fortuna di essere costellato da moltissimi cenotes, pozzi naturali d’acqua dolce all’interno di grotte più o meno profonde. Se vi siete persi il post dove parlo del meraviglioso Cenote di Ik Kil, fate un salto qua. A Chichén Itzá è molto famoso il Cenote Sagrado, utilizzato anche a scopo religioso tramite sacrifici per il Dio della pioggia Chaac.


Vediamo un pochino le meraviglie di questo luogo, una per una e brevemente: 

El Castillo 

Al centro del sito archeologico vi è la Piramide di Kukulkan (una divinità tolteca che corrisponde a Quetzalcoatl, il Dio serpente piumato Maya). 
Questa bellissima piramide ha una particolarità davvero affascinante. 
Agli equinozi di primavera e d’autunno, al calare e al sorgere del sole, la luce gioca con gli angoli della piramide proiettando un’ombra a forma di serpente piumato che scivola lenta e sinuosa lungo la scalinata nord, attirando in quelle due giornate, migliaia di visitatori da ogni parte del mondo. L'illusione viene anche riprodotta dallo spettacolo di luci e suoni che va in scena tutte le  sere all'interno del sito. 

Le diciotto terrazze presenti su ogni facciata corrispondono ai mesi del calendario Maya. Le quatto scalinate hanno balaustre ornate da lunghi “serpenti piumati” le cui fauci si aprono alla base della piramide, mentre le colonne del tempio superiore sono costituite da serpenti a sonagli le cui code sostengono un'architrave.


Il trono del giaguaro 

La Piramide venne costruita sopra un tempio preesistente, come spesso capitava anche in altri luoghi, del quale spicca una misteriosa camera con al suo interno un oggetto molto particolare. Una statua-trono a forma di giaguaro dipinto di rosso, con le macchie realizzate da inserti in giada. Gli amanti delle avventure grafiche come me, forse penseranno immediatamente a Broken Sword II, dico bene? : )

Fonte: Wikipedia

Tempio dei Guerrieri e Sala delle Mille Colonne

Il complesso del Templos de los Guerreros si contraddistingue da una fila di colonne molto fitte che un tempo sostenevano un tetto di legno (crollato già in epoca antica a causa del clima umido e tropicale della giunga messicana), intagliate a raffigurare dei guerrieri, poste su una larga piramide a gradoni. In cima alla scala vi è un altare sacrificale accanto all’entrata del tempio, mentre lateralmente vi è una larga piazza circondata da pilastri, chiamata il Grande Mercato



Campo del gioco della palla 

I campi in questione, a Chichén Itzá sono ben sette, ma solo un campo del Juego de la Pelota misura 166 metri di lunghezza e 68 di larghezza, con mura alte 12 metri, risultando il più grande di tutta la mesoamerica. La superficie muraria è decorata da bassorilievi rappresentanti scene di gioco e di sacrificio, mentre le estremità del campo sono costituite da due tribune.
Sono ben distinguibili gli anelli di pietra contrapposti, dentro i quali i giocatori dovevano far passare la palla. 

A dire il vero Silvia, la nostra guida, su questo punto non è molto convinta. Dice che i Maya erano molto bassi e quei cerchi sono posizionati talmente in alto che nemmeno un giocatore di basket moderno riuscirebbe a centrarli con agilità, perciò lei suppone che servissero a un altro scopo.


El Caracol 

Si tratta di una costruzione su due livelli dalle cui finestre i Maya studiavano i cicli della luna e delle stelle e il trascorrere del tempo. L’edificio rotondo, posto sopra una piattaforma quadrata, è soprannominato El Caracol (la chiocciola). Il nome deriva dalla scala di pietra a spirale che si snoda al suo interno. L’edificio era usato come osservatorio astronomico e presenta molti aspetti curiosi, come le coppe di pietra posizionate all’esterno che venivano riempite d’acqua, allo scopo di osservare le stelle che vi si riflettevano. 


Akab Dzib 

Akab Dzib nel linguaggio Maya significa "La casa delle iscrizioni misteriose" ed era la residenza dell'amministratore di Chichén Itzá. 

Altre costruzioni all’interno del complesso archeologico sono l’Ossario, le Grotte di Balankanche, il Chichen Viejo che include il Gruppo della Serie Iniziale, il Tempio Fallico, la Piattaforma della Grande Tartaruga, il Tempio delle Civette e il Tempio delle Scimmie. 


Subita un'ennesima mattinata di caldo atroce, ci siamo rimpinzati la pancia in un ristorantino con l’aria condizionata, per poi riprendere il viaggio.

Non dimenticherò facilmente quei bimbi messicani che, sotto la grande piramide, hanno cantato una canzone Maya, racimolando qualche soldino dai turisti visibilmente commossi.

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