Agua Azul, Chiapas, Stati Uniti Messicani
19 Aprile 2007
Dal nostro bell'hotel di San Cristóbal de las Casas, il Mansion del Valle, abbiamo ripreso il nostro tour in direzione Agua Azul, attraversando la Sierra verde che porta fino alla misteriosa Palenque, ennesima tappa di questo lungo viaggio.
Prima di arrivare a Palenque però, sulla quale farò un post dedicato, ci siamo fermati presso le magnifiche cascate di Agua Azul, immerse nel cuore dell'umida e calda foresta pluviale messicana grande centinaia di chilometri, nel comune di Tumbalà, a 173 chilometri da San Cristóbal de las Casas.
Le cascate sono innumerevoli, decisamente centinaia, da quelle più grandi, alte circa sei metri, a quelle di pochi centimetri; si tratta di una larga distesa d'acqua in perenne movimento, di un colore pazzesco che va dal verde smeraldo nei punti più profondi, all'azzurro e al turchese in quelli dove il livello raggiunge a malapena le caviglie. Da qui il nome Agua Azul. Acqua Azzurra.
All'interno di canyon non molto profondi, scavati dal fiume Tulijá e dagli affluenti dell'Otulún e del Shumuljá, i salti d'acqua di Agua Azul danzano attraversando le vallate ricchissime di fitta vegetazione della Sierra Madre. Le decine e decine di vene d'acqua zeppe di salti nella roccia si riuniscono in cinque cascate più grandi che diventano infine un'unica imponente cascata molto suggestiva, in particolar modo durante il periodo delle piogge, quando la mole d'acqua è violenta e la sua caduta portentosa. Il letto di queste cascate è di roccia calcarea molto chiara, che mette in risalto magistralmente il colore di quest'acqua, il turchese che le ha rese così famose e suggestive.
In alcuni tratti è possibile fare il bagno o persino immersioni, perché le naturali depressioni calcaree sono colme di acqua limpida, calma e pertanto sicura, al contrario di altre zone dove vi sono mulinelli, forti correnti e l'alto rischio di lasciarci le penne; cosa già accaduta in passato e a testimonianza di questo, alcune croci sono state sparse lungo i camminamenti sulle rive, in corrispondenza del tratto nel quale qualcuno ha perso la vita.
Mentre i ragazzi giocano e fanno il bagno, gli adulti praticano kayak e rafting e altri ancora, soprattutto donne, fanno acquisti nelle bancarelle d'artigianato locale sparse attorno al fiume o dai bambini che potete vedere in foto.
Nel Parco Nazionale di Agua Azul vivono centinaia di specie animali e vegetali endemiche, mentre la lussureggiante foresta pluviale è la casa di una fauna selvatica considerevole, fatta di giaguari, scimmie, pappagalli, tucani, formichieri, uccelli di ogni tipo e molto altro.
Personalmente qui ho incontrato le formiche più grandi che abbia mai visto. :)
Terminato il bellissimo giro presso le cascate, che volendo si possono persino sorvolare a bordo di un aereo ultraleggero, abbiamo ripreso il nostro viaggio verso Palenque, facendo altri 73 chilometri di pullman in mezzo alla spettacolare Sierra Madre.
Come ho detto, su Palenque farò un post a parte, perché si tratta della culla del mistero Maya, custode della strafamosissima (soprattutto per gli ufologi e per gli appassionati di paranormale) Stele di Palenque, che sicuramente quasi tutti voi avrete sentito nominare almeno una volta nella vita.
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