Eccomi di nuovo in mezzo a voi per continuare il nostro viaggio fra le pagine dei capolavori della letteratura mondiale. Dopo aver parlato de L'Isola del Tesoro di Stevenson e dei capolavori di Jules Verne come Ventimila Leghe Sotto i Mari e L'Isola Misteriosa, mi sembra quasi un dovere recensire anche Il Giro Del Mondo in 80 Giorni, ennesimo capolavoro del grande Verne, riconosciuto come uno dei padri della moderna fantascienza.
Terminato di leggere L'Isola Misteriosa, mi sono resa conto che i libri di Verne sono una specie di droga. Finito uno, subentra immediatamente il bisogno di iniziarne un altro e vi assicuro che non sono solo libri, ma viaggi. Leggere i suoi racconti trasporta fisicamente negli abissi marini, nelle profondità della terra, in volo su oceani costellati da isole meravigliose o su antichi treni a vapore che percorrono tratte esotiche e lontane. E' come quando si torna a casa da un viaggio e scatta subito la voglia di ripartire.
Volete un consiglio (che ho testato personalmente) per rendere ancora più memorabili i suoi libri? Mentre leggete, tenete il PC acceso sotto mano con Google Maps aperto e seguite, città dopo città, porto dopo porto, isola dopo isola, rotta dopo rotta, tutti gli spostamenti dei protagonisti. E' un modo per viaggiare immobili, per imparare la geografia del nostro pianeta e per apprezzare ancor di più il genio e l'immensa conoscenza di questo grande scrittore.
Torniamo a noi però, e a Il Giro Del Mondo in 80 Giorni. Sicuramente tutti voi avrete sentito nominare questo romanzo per ragazzi (e non solo!), ma sono sicura che non tutti ricorderanno la trama a dovere. E' possibile che anzi, non abbiate nemmeno mai letto il libro, ma visto qualcuna delle numerose trasposizioni cinematografiche che sono state realizzate nel corso del tempo. Ricordate anche il bellissimo cartone animato degli anni ottanta, Il Giro Del Mondo di Willy Fog?
Beh, il libro parla delle avventure di Phileas Fogg, un gentiluomo londinese solitario, ricco e avvenente, e del suo fedele servitore Jean Passepartout, un ragazzo francese ex acrobata del circo. Più avanti verranno presentati altri due personaggi molto importanti, ovvero Fix, un poliziotto inglese e la signora Auda, una giovane donna indiana parsi di rara bellezza.
Pubblicato per la prima volta nel 1873, il romanzo racconta della scommessa che il gentiluomo londinese Fogg stipula con i compagni del Reform Club e che ammonta a 20.000 sterline; circumnavigare il mondo in soli 80 giorni. Le innovazioni tecnologiche di quel periodo storico avevano aperto la possibilità di viaggiare molto rapidamente da un continente all'altro e la prospettiva incuriosì sia lo scrittore che i suoi lettori.
La trama senza spoiler
E' il 2 ottobre 1872.
Fogg, uomo riservato di poche parole, celibe, fastidiosamente precisino (oggi potremmo dire quasi affetto dalla Sindrome di Asperger) e perennemente impassibile, decide di licenziare il suo servitore per la sola colpa di avegli portato l'acqua per radersi alla temperatura sbagliata. Come rimpiazzo si presenta il buon Passepartout, un ex atleta circense trentenne che brama solamente una vita semplice e stabile. Stanco delle innumerevoli trasferte del circo da una città all'altra, il ragazzo desidera solo servire un padrone onesto, in cambio di qualche sterlina, vitto e alloggio, smettendo così di viaggiare in lungo e in largo.
Quello stesso giorno, dopo aver assunto il suo nuovo servitore, Fogg si reca come sempre alla stessa ora, e contando ossessivamente il solito numero di passi, al Club. Chiacchierando svogliatamente con altri cinque membri, si fa coinvolgere in una discussione riguardo a un paio d'interessanti articoli del Daily Telegraph che parlano di una grossa rapina alla Banca d'Inghilterra e della nuovissima linea ferroviaria appena terminata che attraversa l'intera India. I sei arrivano a parlare della possibilità di fare il giro del mondo in poco tempo e Fogg calcola che in soli 80 giorni si potrebbe fare. I compagni del Club mettono in dubbio la sua stima e così, colpito nell'orgoglio, Fogg scommette 20.000 sterline sulla riuscita dell'impresa.
Il gentiluomo, senza perdere nemmeno un secondo, parte la sera stessa, trascinandosi dietro uno scontentissimo Passepartout, un borsone con lo stretto necessario e un bel mucchio di contanti.
I due lasciano Londra col treno delle 20:45, il 2 ottobre. Alla stessa ora di 80 giorni più tardi, quindi il 21 dicembre, Fogg dovrà riuscire a presentarsi al Club, con il passaporto vidimato in ogni Stato attraversato.
I due raggiungono Brindisi, dove si imbarcano su una nave diretta a Bombay. Da questo punto iniziano le avventure del gentiluomo e del suo fedele servitore, ma qualcosa di inaspettato metterà i bastoni fra le ruote alla corsa contro il tempo dei due uomini. Fogg viene notato da un detective di Scotland Yard di nome Fix, il quale è stato inviato a Londra per indagare sulla rapina alla Banca d'Inghilterra. Poiché il gentiluomo somiglia moltissimo alla descrizione del ladro, Fix si mette in testa che Phileas Fogg sia il suo uomo e che il giro del mondo in 80 giorni sia solo un pretesto per lasciare il paese e far perdere le sue tracce per sempre. Decide così di seguirlo, in attesa del mandato di cattura che gli permetterà finalmente di arrestarlo. Il detective s'imbarca così sulla stessa nave di Fogg e durante la traversata riesce a fare amicizia con l'ingenuo Passepartout, al fine di carpire informazioni sul presunto ladro.
Al solito, con la trama mi fermo qua, per non spoilerare nulla. Il giro del mondo sarà un'avventura dietro l'altra, un susseguirsi di fortunati e sfortunati eventi. Riuscirà il gentiluomo a vincere la scommessa? E' stato davvero lui a commettere il furto alla Banca d'Inghilterra e da dove arriva tutta la sua misteriosa ricchezza? La nuova ferrovia indiana, che scopriranno in loco non essere affatto terminata come si diceva, sarà un ostacolo insormontabile o i due uomini riusciranno a trovare un altro modo per attraversare l'India? E in quali circostanze incontreranno la bellissima Auda?
Come in qualunque altro testo di Verne, l'amore per l'avventura si mescola all'interesse per la geografia, le scienze, le culture di altri popoli e molte altre discipline di studio e leggere i suoi libri è un piacere per il proprio intelletto.
Se amate viaggiare, se siete curiosi e se vi piacciono le avvenure del simpatico Zenigata impegnato a inseguire un brillante Lupin, beh, questo è il libro che fa per voi!
Una chicca:
Se siete pigri e non avete voglia di leggere il libro, ma preferite buttarvi sul cinema, vi consiglio caldamente la trasposizione del 1956. La regia è di Michael Anderson e nel cast ci sono attori del calibro di David Niven (Fogg). Parliamo di un film che ha vinto cinque Oscar!
“Nei pochi istanti in cui aveva intravisto Phileas Fogg, Passepartout s’era dato ad esaminare rapidamente, ma con cura, il suo nuovo padrone.
Era un uomo che poteva avere quarant’anni, dal volto nobile e bello, di alta statura, non deformata da una lieve pinguedine, biondo di capelli e di favoriti, fronte liscia, senza tracce di rughe alle tempie, viso piuttosto pallido che colorito, denti magnifici. Pareva possedere al massimo grado ciò che i fisionomisti chiamano «il riposo nell’azione», facoltà comune a tutti quelli che compiono più fatti che parole. Calmo, flemmatico, con lo sguardo limpido, le palpebre immobili, era il tipo perfetto di quegli inglesi impassibili, freddi, che s’incontrano con molta frequenza nel Regno Unito, e dei quali Angelica Kauffmann ha meravigliosamente espresso, con il suo pennello, l’atteggiamento un poco accademico.
Visto nei diversi atti della sua esistenza, quel gentleman dava l’idea di un essere ben equilibrato in ogni sua parte, giustamente ponderato, perfetto quanto un cronometro di Leroy o di Earnshaw. Infatti, Phileas Fogg era l’esattezza personificata, e ciò si vedeva chiaramente «dall’espressione dei suoi piedi e delle sue mani», poiché, nell’uomo come negli animali, anche le membra sono organi espressivi delle passioni.”
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