I miei hobby passati e presenti.
Un post per niente facile, perché dovete sapere che sono
affetta da un serio, serissimo, problema: mi appassiono a troppi argomenti. Sono una persona curiosa che ha sempre voglia di imparare
cose nuove (input! input!) e questo però mi ha portato a sapere un po’ di tutto, ma a non
essere specializzata in niente e, come potete immaginare, la faccenda è alquanto
frustrante, per me che vorrei imparare un fantastiliardo di cose. In compenso la mia pigrizia fisica, è inversamente proporzionale alla mia iperattività mentale.
Vediamo… in ordine cronologico, direi che il primo
hobby è stato scrivere. Scrivo da quando ero alle elementari, l’ho sempre
adorato. Ho scritto un milione di cose, lettere, poesie, diari, racconti, fiabe, sceneggiature,
di tutto. A tal proposito vi ricordo che potete leggere qualche mia poesia nel libro Impronte che potete trovare su Amazon .
Una pietra che rotolata dai capricci della gravità traccia un solco.
Il vento che soffia incessante plasmando le dune.
La goccia d’inchiostro che impregna il foglio.
Erosioni, trascinamenti, impatti, marchi, tratti.
Segni impressi da un corpo su altri corpi, tracce ora delicate ora nette che attraversano
il contemporaneo, nel susseguirsi di parole che si fa immagine.
C’è tutto questo dentro i versi di “Impronte”, ultima nata tra le collane della casa
editrice Pagine.
Versi liberati dall’angustia di un cassetto o più prosaicamente da una cartella su pc,
che attraverso la pubblicazione, forse l’esempio più professionale di “impronta”,
sperimentano la sensibilità del lettore.
Poi ho sempre amato la scienza e in particolar modo la medicina forense e la biologia. Uno dei miei sogni era diventare anatomopatologa forense. Sì, ben prima dei vari CSI, se ve lo state chiedendo. Fra le mie numerose letture, spiccano molti testi scientifici, utili anche per documentarmi sui racconti gialli che scrivo. Ricordo con piacere un giorno di moltissimi anni fa, quando dopo l’ennesima giornata trascorsa in biblioteca seduta a leggere un tomo enorme di anatomopatologia, la bibliotecaria mi chiese: “Allora, quando hai l’esame?”
Mi aveva scambiato per una studentessa universitaria tutta intenta a ripassare. Alla mia risposta: “Veramente sto leggendo questo testo per cultura personale e perché mi aiuta nei racconti che scrivo”, lei strabuzzò gli occhi, assunse un colorito verdognolo e mi disse: “Ma, ma… ci sono immagini orribili lì dentro… autopsie, viscere, gente morta…” Io mi misi a ridere. Col senno di poi, penso proprio che mi prese per una pazza, anzi, magari pure per una potenziale serial killer : )
Una pietra che rotolata dai capricci della gravità traccia un solco.
Il vento che soffia incessante plasmando le dune.
La goccia d’inchiostro che impregna il foglio.
Erosioni, trascinamenti, impatti, marchi, tratti.
Segni impressi da un corpo su altri corpi, tracce ora delicate ora nette che attraversano
il contemporaneo, nel susseguirsi di parole che si fa immagine.
C’è tutto questo dentro i versi di “Impronte”, ultima nata tra le collane della casa
editrice Pagine.
Versi liberati dall’angustia di un cassetto o più prosaicamente da una cartella su pc,
che attraverso la pubblicazione, forse l’esempio più professionale di “impronta”,
sperimentano la sensibilità del lettore.
Poi ho sempre amato la scienza e in particolar modo la medicina forense e la biologia. Uno dei miei sogni era diventare anatomopatologa forense. Sì, ben prima dei vari CSI, se ve lo state chiedendo. Fra le mie numerose letture, spiccano molti testi scientifici, utili anche per documentarmi sui racconti gialli che scrivo. Ricordo con piacere un giorno di moltissimi anni fa, quando dopo l’ennesima giornata trascorsa in biblioteca seduta a leggere un tomo enorme di anatomopatologia, la bibliotecaria mi chiese: “Allora, quando hai l’esame?”
Mi aveva scambiato per una studentessa universitaria tutta intenta a ripassare. Alla mia risposta: “Veramente sto leggendo questo testo per cultura personale e perché mi aiuta nei racconti che scrivo”, lei strabuzzò gli occhi, assunse un colorito verdognolo e mi disse: “Ma, ma… ci sono immagini orribili lì dentro… autopsie, viscere, gente morta…” Io mi misi a ridere. Col senno di poi, penso proprio che mi prese per una pazza, anzi, magari pure per una potenziale serial killer : )
La mia seconda passione è stato il disegno. Ho
disegnato un macello nella mia vita e “da grande” ho scelto una scuola che
avesse quasi venti ore di disegno alla settimana su quaranta totali. Ho smesso
da po’, ma ci penso spesso. Sarebbe bello un giorno avere una stanza da
adibire allo scopo con tutta l’attrezzatura necessaria come cavalletti, tele,
pennelli, tavolozze, fogli da disegno di ogni tipo e grammatura, chine,
pantoni, pastelli, acquerelli, Caran d’ache, matite, carboncini, tempere e chi
più ne ha più ne metta. E magari una bella vista dalla finestra che possa
coadiuvare l’ispirazione.
Un altro hobby nato successivamente è stato quello della fotografia, che porto avanti tutt’ora, anche se in modo completamente autonomo e amatoriale; giusto qualche giorno fa ho comprato il mio secondo obbiettivo per la Reflex e alcune lenti Close Up (l’obbiettivo Macro costa troppo per il mio portafoglio). Devo dire di avere anche un buon senso dell’estetica e un buon intuito, considerando che spesso scatto a occhio e sentimento.
Dopo un corso di astronomia, che ho seguito un po’ di tempo addietro, mi sono appassionata anche di fotografia astronomica e quel pazzo di mio marito, a fine corso mi regalò un bellissimo telescopio motorizzato Celestron che, ahimé, ho usato pochissimo. A Bologna è dura, c’è troppo inquinamento luminoso… però mi sono ripromessa di usarlo prima possibile e spero davvero di riuscirci. E’ un peccato tremendo fargli prendere della polvere nell’armadio.
Come ho detto due Listography fa, altri hobby che ho da sempre sono il
videogioco e il modellismo. Ci sarebbe anche viaggiare, ma lo definirei più una
sfrenata passione, che un banale hobby.
Per un pochino di tempo, a periodi alterni, mi sono
dilettata con la pasta di sale, col Das e col Fimo. E’ rilassante smettere di
lavorare con la testa e concentrare tutta l’energia sulle mani. Ho costruito
uno chalet che ho regalato per Natale a mia suocera, la facciata di una
casetta, un faro (soprannominato da me “Faro di Pisa”, perché pende), una miniatura
di Gon di Masashi Tanaka e qualche altra sciocchezzuola. Anche a quest’hobby penso spesso, perché
amo staccare il cervello e usare le mani. Ora, ad esempio, mi diletto con il
modellismo, nello specifico aerospaziale, ma ho un neonato progetto in testa,
che voglio assolutamente realizzare e che nulla ha a che fare con le astronavi, bensì col miniaturismo edilizio.
Mi diverte molto anche cucinare e sono piuttosto bravina sia col dolce che col salato (veg), ma lo farei diventare un vero hobby solo se avessi una giornata di 512 ore e una cucina più grande e attrezzata. Al momento mi diletto a farlo soltanto se ho delle cene importanti con ospiti numerosi. Altrimenti un piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino e via.
Vi presento la mia musa ispiratrice e vi dico che no, non è un video in slow motion, ma è lei che è incredibile. Si chiama Junko.
Stessa cosa col tiro con l’arco, che prima o poi sicuramente farò. Ho provato questa esperienza mesi fa ed è stato amore a prima vista, quindi vorrei fare un corso appena possibile. Sarà anche considerato uno sport esattamente come il Tai Chi Chuan, ma vi assicuro che, anche se non sembra, ha moltissime affinità con quest’arte marziale.
Insomma, come avrete capito potrei continuare, ma mi fermo qua perché questi che ho elencato sono i miei hobby più importanti e penso di avervi scartavetrato gli zebedei a sufficienza. Dico bene?
E' un meraviglioso atto di coraggio fare le cose che coincidono con i propri desideri, le proprie passioni, facendo escursioni in mondi fra loro lontani..... o forse non così tanto.
RispondiEliminaHai perfettamente ragione, ma devo dire che il coraggio non mi manca, da questo punto di vista. Non mi spaventa lasciare le cose a metà. L'importante è imparare sempre cose nuove. Diventare un mostro di bravura non mi interessa. :)
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