Quest’oggi, per l’etichetta Frammenti Videoludici, vi parlerò di un’avventura grafica punta e clicca in prima persona, sviluppata da un team indipendente di pochissimi ragazzi finlandesi che ha sede in Lapponia, precisamente a Rovaniemi.
Da amante della Finlandia, vi presento quindi, con grande orgoglio, la piccola, e a mio parere deliziosa malgrado qualche difettuccio, Alpha Polaris.
Primissimo lavoro della Turmoil Games Ltd. Nel 1982, durante uno scambio di mail fra colleghi, a qualcuno balenò l’idea di formare un gruppo di professionisti del campo multimediale con una comune passione verso i videogiochi e di creare un nuovo team di sviluppo, una piccola azienda indipendente.
E’ necessario sottolineare che non stiamo parlando di una grossa produzione, perciò cerchiamo di non dimenticarlo durante la lettura di questo post e di ricordare, invece, che a creare quest’avventura è stato un piccolo manipolo di promesse nel campo della programmazione videoludica, in collaborazione con la Just a Game di Berlino, utilizzando strumenti opensource quali Wintermute Engine e Blender.
La Finlandia è un paese piuttosto grande come estensione territoriale, ma piccolo per densità demografica o anche come potenza se messo a confronto col resto d’Europa. Nonostante questo è una terra che sforna continuamente un gran numero di artisti, soprattutto nel campo musicale e tecnologico come videogiochi e telecomunicazioni. Probabilmente questo dipende anche dal fatto che il sistema d’istruzione finlandese è gratuito e invoglia quindi i giovani a intraprendere strade creative.
Innamorati di avventure grafiche di spessore, come la saga di Gabriel Knight (per ammissione dello stesso Teemu Vilén, project leader della Turmoil) e del loro modo di affrontare la narrazione, la storia, la fusione fra realtà e finzione e la caratterizzazione dei personaggi, questi ragazzi hanno studiato molto a lungo come realizzare Alpha Polaris, riuscendo, secondo me, a creare un’avventura niente male, soprattutto considerando che si tratta, appunto, del loro primo lavoro.
Alpha Polaris è ambientato in Groenlandia e vede come protagonista Rune Knudsen, un giovane biologo norvegese che studia i cambiamenti climatici, il loro impatto sul pianeta e sul mondo animale, in particolar modo su ghiacci e orsi.
La Groenlandia è stata appositamente scelta dalla Turmoil, principalmente per tre motivi: il primo è la significativa distanza dalla Finlandia, sede della società; ambientare il gioco in Lapponia, sarebbe stato scontato e lo avrebbe reso troppo “casalingo” e auto-celebrativo.
Il secondo motivo è la location artica decisamente affasciante, ma al contempo isolata, pericolosa, estrema e claustrofobica.
Il terzo motivo è il collegamento diretto che ha la Groenlandia con il mito di Cthulhu. Del resto Alpha Polaris vuole essere un’avventura con tratti horror, inquietanti e paranoidi, decisamente in stile Lovecraft.
Ricorda molto, se vogliamo, La cosa, di John Carpenter, capolavoro del 1982, remake a sua volta di un film ancor più vecchio: La cosa da un altro mondo, del lontano 1938. Capostipite nell’uso di location claustrofobiche e psico-thriller ambientati in luoghi isolati e in condizioni climatiche estreme. In molti si sono ispirati a La Cosa, nella storia del cinema, persino Chris Carter l’ha omaggiata, dedicandole una puntata del suo X-Files che, se siete fan come la sottoscritta, ricorderete sicuramente: Ice.
Titolo italiano: Morte tra i ghiacci.
Ma torniamo alla nostra avventura: Rune, impegnato in una missione di studio, si trova suo malgrado a dover condividere spazi e compagnia con un gruppetto ristretto di persone che lavorano in una struttura di ricerca americana per l’estrazione del petrolio, sperduta nei ghiacci e nelle nevi della Groenlandia, chiamata appunto Alpha Polaris; la cosa è alquanto bizzarra sia per lui che per gli altri, visto che da una parte abbiamo un ragazzo interessato alla salvaguardia del pianeta e dall’altra un’azienda interessata soltanto al profitto tratto dallo sfruttamento delle sue risorse. Il tema ecologista fa comunque solo da sfondo, tranquilli. La convivenza, in ogni modo, appare assolutamente pacifica e Rune è diventato abbastanza amico di tutti.
L’avventura comincia quando il ragazzo si è ormai integrato nel gruppetto formato da due uomini – un ricercatore prossimo alla pensione e un coetaneo di Rune con mansioni soprattutto di manovalanza - e una ragazza molto carina, una ricercatrice di origini Inuit in conflitto col suo passato. Più avanti nel gioco subentrerà un altro personaggio maschile, l’arrogante figlio del proprietario della compagnia petrolifera.
Senza spoilerare troppo, vi dico solo che abbiamo a che fare con una tempesta ionica di una potenza eccezionale che genera sia bellissime aurore boreali nei cieli sopra la stazione, sia incubi notturni decisamente troppo realistici a tutti i membri della spedizione, e, parallelamente, con il misterioso ritrovamento di una grotta, ossa umane e antichi reperti ricoperti di strani simboli risalenti all’antica popolazione Inuit che parlano di spiriti e leggende di sacrifici umani.
Il gioco esplora aspetti della vita quali amicizia, amore, paranoia e solitudine. Nessun supererore questa volta, nessun potere magico nelle mani del protagonista, nessun detective strafigo, ma soltanto un ragazzo, uno di noi, che si trova in una brutta situazione per di più in un luogo sperduto fra i ghiacci, dal clima estremo e deve fare tutto il possibile per uscirne vivo. Non aspettatevi però un gioco particolarmente terrorifico. C’è suspance, è vero, ma non ci saranno, ahimé, salti improvvisi sulla sedia e cuori in gola.
Passiamo ora a descrivere i vari comparti del gioco. Cominciamo dall’aspetto grafico: Alpha Polaris non appartiene a quella categoria di avventure che lasciano a bocca aperta da questo punto di vista, ma il rendering è comunque riuscito bene e risulta funzionale e convincente. Gli sfondi sono ben fatti e le locazioni, anche se poche, si lasciano guardare molto volentieri, al contrario dei personaggi che sono carenti sotto questo aspetto nelle movenze, nelle espressioni facciali, e nel numero di poligoni.
Buone anche le musiche, non molto epiche, ma comunque gradevoli. Accompagnano il giocatore dall’inizio alla fine senza stancare o sovrastare il parlato inglese che, per altro, è veramente ottimo. Dal punto di vista del doppiaggio non si può dir nulla. Personalmente ho giocato in inglese, ma con i sottotitoli in italiano.
A livello di interfaccia non ci sono molte novità, se non un parser testuale che ci permetterà di digitare la possibile soluzione a particolari enigmi. Per il resto si tratta di una classica avventura punta e clicca, con la possibilità di osservare gli oggetti, combinarli, interagire con loro nell’inventario (un pratico zaino che si trova in basso a sinistra) ed esaminare i punti di interesse e tutti gli hotspot della scena premendo, se si vuole, la spacebar.
Gli enigmi di quest’avventura sono decisamente il punto forte. Tutti perfettamente calibrati, realistici, logici e attinenti al contesto, senza cadere, come a volte capita, nell’astruso enigma spappola cervello messo lì di proposito con l’unico scopo di allungare la longevità del gioco e frantumarci i gioielli di famiglia. Ciò che ho profondamente ammirato è anche il fatto che Rune non prende mai ciò che non gli serve in quel preciso momento e questo, oltre a rendere tutto molto più credibile, evita di sovraffollare l’inventario con miriade di cianfrusaglie apparentemente inutili “alla MacGyver” che chissà quando mai ci serviranno. E’ tutto cliccabile da subito, ma Rune si rifiuterà di prendere un oggetto se non reputerà la cosa utile a qualcosa. Altra nota positiva, gli oggetti ingombranti, Rune non se li infilerà in misteriose e magiche tasche (vedi il protagonista che si mette una scala da muratore in tasca), ma li terrà agganciati alla schiena con una cinghia.
Purtroppo devo dire che la longevità non è particolarmente degna di nota e la storia la si conclude in circa sei ore di gioco che comunque, a mio parere, sono ben spese. La variabile sarà solo quanto siete bravi a risolvere gli enigmi. Questa, secondo me, è la pecca più grande.
In conclusione posso affermare che Alpha Polaris è un titolo parecchio interessante, anche se non innovativo. Mira a essere un gioco introspettivo che basa il suo fascino sull’interazione umana e non sull’esplorazione ripetitiva delle location o sull’enigma spappola sinapsi. E’ un gioco che ha una storia ed è la narrazione che manda avanti tutto, con personaggi caratterizzati bene, qualche piccolo colpo di scena ed enigmi particolarmente credibili in pieno contesto narrativo.
Certo, non è perfetto. Ha diverse sbavature come longevità e personaggi poligonalmente parlando poco curati, ma resta tutto sommato un bel gioco che può regalare qualche ora di piacevole distrazione e divertimento.
I ragazzi di Turmoil Games hanno dato vita a una bella storia ambientata in un contesto suggestivo, spero quindi che ci regalino col tempo molte altre chicche come questa se non addirittura superiori, visto che si stanno ancora facendo le ossa accumulando esperienza, critiche costruttive e gradimento. Che dietro questa avventura ci sia un team di sviluppo veramente promettente, si nota parecchio, per cui resto in attesa del loro prossimo lavoro, e vi consiglio di fare lo stesso.
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