Ohhh, questa sì che sarebbe una lista complicata e lunga
ammazzata. Potrei scriverci un libro essendo io una specialista ed avendone
collezionate a profusione, ma mi limiterò a raccontarvene una sola che è l’apoteosi
delle figure di merda. L’archetipo di ogni peggior figura. L’Unica Figura (suona un po’ come l’Unico Anello) che merita di essere lasciata ai posteri.
La intitolerò Quando rischiai di uccidere Lucio Dalla. ^^'
C’era una volta, nel 1994, un’apprendista segretaria presso lo studio di un famoso commercialista, in una zona molto chic della città. Il fratello di questo commercialista era un critico d’arte. Un giorno, forse nel '95, il capo dell’apprendista si presentò da lei con una busta in mano chiedendole la cortesia di consegnarla da parte del fratello al destinatario, fra un giro in banca e l’altro in posta. La ragazza osservò la busta, che diceva: Alla cortese attenzione del signor Dalla Lucio, SPM - Sue Personali Mani.
C’era una volta, nel 1994, un’apprendista segretaria presso lo studio di un famoso commercialista, in una zona molto chic della città. Il fratello di questo commercialista era un critico d’arte. Un giorno, forse nel '95, il capo dell’apprendista si presentò da lei con una busta in mano chiedendole la cortesia di consegnarla da parte del fratello al destinatario, fra un giro in banca e l’altro in posta. La ragazza osservò la busta, che diceva: Alla cortese attenzione del signor Dalla Lucio, SPM - Sue Personali Mani.
[Ok, vi autorizzo a prendermi per il culo, ma letto col cognome
prima del nome non avevo minimamente capito che si riferisse al famoso a livello intergalattico Lucio Dalla e il mio
capo si guardò bene dal farmelo notare, credendo ingenuamente che ci fossi arrivata da sola e che non avessi fatto una grinza... povero stolto.]
Bene, l’apprendista si apprestò così a consegnare la busta,
non molto distante dall’ufficio. Trovò subito l’imponente palazzo e si fece spiegare
dal portiere allampanato, che non sganciò nemmeno un indizio sulla reale identità del
destinatario, come arrivare. Avete presente quei palazzi-dedalo, dove devi
prendere la scala B, poi l’ascensore a sinistra, poi il corridoio a zig zag,
salire tre gradini, svoltare a U, fare un triplo carpiato con scappellamento a
destra come fosse antani e suonare a un campanello senza contrassegni, come gli elicotteri neri del governo? Ecco.
Stremata
raggiunse il portone dell’appartamento e suonò il misterioso campanello. La
porta si aprì da sola tipo film horror e la ragazza entrò in quello che aveva
tutto l’aspetto di un disimpegno abbastanza sciccoso col pavimento di morbida
moquette. Al di là di un arco vide un salone enorme, elegantissimo
e sgombro di mobili. Al centro della stanza, sul pavimento in
legno (o marmo, non ricordo con precisione) troneggiava un meraviglioso pianoforte a coda bianco come la
neve, con un omino piccolino e pelosetto simile a uno Hobbit, seduto, che a stento arrivava ai pedali.
Lì la nostra apprendista ebbe un sordido sospetto e gettò
nuovamente un’occhiata veloce alla busta realizzando finalmente che Dalla
Lucio, letto al contrario diventa Lucio Dalla. O_O
In preda a un leggero imbarazzo che potremmo tranquillamente
definire panico - dovuto allo stupore improvviso di scoprirsi un’idiota, non
tanto dall’incontro con Dalla - fece un passo avanti e al contempo lui si alzò
dal pianoforte e le andò incontro. La
ragazza, lavorando in un prestigioso studio, non poteva certo vestirsi in jeans
e maglietta come sempre, ma si era messa “in tiro” con tailler gessato, pantaloni lunghi
eleganti e… tacchi. Ahhh i tacchi, che errore madornale fu quello.
L’apprendista, per quanto non fosse una stanga, era
sicuramente almeno venti centimetri più alta del piccolo Lucio e instabile sui
tacchi, anche a causa dell’imbarazzo, ebbe la pessima idea d’imbalzarsi nella
listarella di metallo che separava il pavimento del disimpegno da quello del
salone, rischiando di sfracellarsi al suolo in posizione vitruviana. Fortuna
volle che il caro Lucio, con agile scatto come occhi di gatto, l’afferrò al volo
prendendola in braccio ed evitandole di capitolare a terra.
Se pensate che sia questo l’archetipo delle figure di merda
di cui vi ho parlato, sbagliate di grosso.
Il punto lambda fu raggiunto quando
la ragazza, cadendo rovinosamente sul cantante, centrò con il suo mento, la
pelata del povero Lucio, che quel giorno oltretutto non portava il suo consueto zuccotto di lana. La violenza della capocciata fu tale che se avesse
avuto la lingua fra i denti se la sarebbe certamente amputata (e anche lui) e sulla testa di
uno dei mostri sacri della musica italiana spuntò una chiazza rossa
bernoccoluta degna dell’intervento di un’ambulanza o di un fumetto giapponese.
Per fortuna Dalla si dimostrò un cavaliere
gentiluomo; non denunciò la ragazza per tentato omicidio; anzi, si
premurò tutto preoccupato di sapere
se si fosse fatta male, scherzando sul suo essere diversamente alto e
diversamente capellone.
Qui potete vedere Lucio che si accarezza il bernoccolo.
Qui potete vedere Lucio che si accarezza il bernoccolo.
Qualche anno dopo rischiai di investire con lo scooter Cesare Cremonini. Sbucò all'improvviso da sotto il portico di Via Nosadella in contromano sulla bicicletta e per poco non lo feci secco. Ma non girava per i colli Bolognesi su una Vespa Special anni‘60?
Insomma, la morale della favola è che devo stare lontana dai personaggi famosi, considerato che
ogni volta rischio di farne fuori uno. Non so come abbia fatto a sopravvivere così a lungo Andrea Roncato, visto che abbiamo abitato vicini per anni e lo incontravo un giorno sì e l'altro pure. ^^'
Sono morta di risate XD grandissimo Lucio Dalla comunque, grandissima persona. Penso che se fosse stato un altro personaggio famoso ti avrebbe rotto i maroni e manco poco x_x
RispondiEliminaConfermo, un vero gentiluomo. Ma che figura ^^'
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