venerdì 30 ottobre 2015

# Making Of # Modellismo

U.S.S. Voyager NCC-74656 - Parte 3


DIARIO DEL CAPITANO
DATA ASTRALE -307170.7564152584

Sono felice di annunciarvi che ho finalmente terminato il lavoro sulla mia nave preferita della splendida saga di Gene Roddenberry, Star Trek: la USS Voyager NCC-74656, classe Intrepid.



Illuminazione a parte, che alla fine ho preferito non installare, mi ritengo molto soddisfatta del lavoro svolto, soprattutto per il fatto che si tratta del mio primissimo esperimento di modellismo “serio”. L’ho inizialmente dipinta seguendo alcune dritte scovate in rete ma, più o meno a metà dell’opera, ho deciso di andare a sentimento e il risultato finale non mi dispiace affatto. Ho pensato di “invecchiarla” un pochino perché l’idea di realizzarla come fosse appena uscita “dal concessionario” non mi piaceva, così mi sono detta che sarebbe stata molto più bella leggermente rovinata e provata dal lungo viaggio di ritorno dal quadrante Delta, con tanto di piccoli ritocchini a richiamare la tecnologia Borg che nel corso del tempo ha modificato lo scafo originale. Non ho creato impianti Borg veri e propri, ma mi sono limitata all’uso del loro tipico verde fluo per creare un simpatico effetto led.

Le parti dello scafo che ho intenzionalmente rovinato sono poche e quasi tutte circoscritte soltanto alla zona superiore della nave. Per dare l’idea del vissuto ho usato della polvere di grafite (una banale punta di matita ridotta in polvere con un temperino) sfumata con le dita e poi fissata con il Tamiya TS13. Inoltre ho “trascinato via” con il pennello intinto nel lucido 35 Humbrol, i segni di un pennarello argento che avevo steso su alcune zone della scocca. 


L’effetto finale, secondo me, è gradevole perché ricorda lo “sporco” che si viene a creare sulla carrozzeria di un’auto dopo la pioggia. E’ vero, siamo nello spazio profondo e questo genere di sporcizia non dovrebbe esserci, ma vi ricordo che la Voyager è la prima nave, e forse una delle pochissime della Federazione Unita dei Pianeti, a poter scendere in atmosfera e atterrare, cosa che è costretta a fare in svariati episodi della serie. Per non parlare delle millemila volte in cui viene colpita dalle armi dei cattivoni di turno.



Attaccare le Decals è stato molto più facile del previsto, anche quelle microscopiche sono state inspiegabilmente una passeggiata. E vi assicuro che sono davvero minuscole. Evidentemente i trucchi sono: mano ferma e tanta, tantissima pazienza. 
Le ho attaccate tutte, ritagliandole una per una col cutter e lasciandole a mollo da qualche secondo per quelle minuscole a qualche minuto per quelle più grandi, in una soluzione di acqua tiepida e Vinavil, ad eccezione di quelle per i vetri dei finestrini che ho reputato assolutamente inutili, a meno di non illuminare internamente la nave.



Come ho raccontato in questo post, purtroppo l’inesperienza me l’ha fatta pagare cara e la colla sbagliata (il cianoacrilato) mi ha sciolto letteralmente il perno di plastica della base di appoggio della nave, così ho dovuto ingegnarmi per ripararla. Pensa che ti ripensa, alla fine ho usato una basetta di un planisfero, incollata al supporto originale della Voyager che la tiene sospesa subito dietro il deflettore principale. In questo modo sono riuscita a far stare in piedi la nave.
I modellini della Revell sono davvero ben fatti, ma quel supporto sarebbe stato ridicolo anche se fosse stato intatto. Gironzolando in rete ho scovato molta gente lamentarsi di questo difetto e qualcuno lo ha persino sostituito con uno fatto a mano e personalizzato.



Ora che ho terminato felicemente la mia bellissima nave di Star Trek, passo all'universo Star Wars, con il modellino ATM del Virago, la mia nave preferita della saga. E' uno Skill Level 2, quindi dopo aver affrontato la Voyager, immagino sarà un gioco da ragazzi. O almeno spero, ma non vi anticipo nulla! Ci rileggiamo al prossimo post dell'etichetta Making Of, Modellismo. 

Una piccola chicca: ho in cantiere un progetto non di modellismo, ma di miniaturismo, che richiede moltissimo tempo, fatica e progettazione, così approfitto del Virago per pianificarne a tavolino il lento, ma meticoloso sviluppo. Staremo a vedere cosa salterà fuori! Stay tuned! 

Computer, fine della registrazione.

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