Ultimo post dedicato alla cenetta orientale Gluten Free che ho preparato al mio maritino, qualche settimana fa! Oggi parliamo quindi del dolce! Dopo avervi raccontato come fare i Gamberi Imperiali all'orientale, gli Spaghetti di riso saltati con le verdure e il Pollo alle mandorle, quest'oggi vedremo come si fanno i Dorayaki alla Nutella!
Cosa sono i Dorayaki, prima di tutto? Sono dolci tipici giapponesi, composti da due pancake sovrapposti e serviti normalmente con una farcia dolce chiamata Anko; una salsa di fagioli rossi (gli Atzuki), ma che noi occidentali preferiamo sostituire con una generosa dose di Santa Nutella, che come forse sapete, è senza glutine e decisamente più maiala dei fagioli. E per favore tacete sulla faccenda dell'olio di palma. Il vero amante della Nutella la mangerebbe anche se contenesse olio di motore! :)
Vediamo insieme come si fanno!
Ingredienti (per 6 Dorayaki):
- 60 Ml di acqua (c'è chi usa il latte, ma è sbagliato)
- 2 uova
- 150 grammi di farina senza glutine
- Un cucchiaino raso di bicarbonato (c'è chi usa del normale lievito per dolci, ma nella ricetta originale è previsto solo il bicarbonato e vi assicuro che vengono benissimo)
- 100 grammi di zucchero a velo senza glutine
- 1 cucchiaio e mezzo di miele
- Se lo avete (ma attenzione perché non è senza glutine) un cucchiaio di Sake dolce, meglio conosciuto come Mirin
- Olio di semi di girasole, solo per ungere la padella
In un boule di vetro versate la farina setacciandola, la punta di bicarbonato (che sostituirà il lievito) e lo zucchero a velo (se avete il Bimby come me, potete farvelo da soli partendo dallo zucchero normale). A questo punto uniamo anche le uova, il miele e l'acqua a temperatura ambiente. Con una frusta sbattete tutto, prima dolcemente poi con vigore fino a ottenere un composto liquido senza grumi, che in Giappone si chiama Kasutera.
Scaldate una padella a fuoco medio, meglio se quella per le crepes, e ungetela con un filo d'olio. Asciugate quello in eccesso con un pezzetto di carta da cucina. Versate un mestolo di pastella al centro della padella e aspettate fin quando su tutta la superficie non iniziano a comparire piccole bollicine.
A quel punto è il momento di voltare il Dorayaki e cuocerlo per un altro minuto. Ovviamente in base a quanta pastella utilizzerete, potrete ottenere Dorayaki più o meno grandi. Considerate che non devono somigliare a una crepe, ma a un pancake americano, solo più alto e più soffice.
Una volta cotti tutti i vostri Dorayaki, potrete farcirli con la Nutella (o con quello che volete, come miele, marmellata, crema pasticcera, sciroppo d'acero, d'agave, crema al latte, gelato, ecc...).
Se volete fare i fighi come ho fatto io (ma purtroppo non ho le prove fotografiche), mettete sopra a ogni Dorayaki una puntina di farcia e sopra ancora sistemateci un Alkekengi. L'effetto estetico ne guadagnerà tantissimo e farete certamente un figurone. Li ho fatti anche ai miei suoceri e ne sono andati matti.
Giusto qualche chicca su questi dolci semplicissimi, ma strepitosi:
La parola Dora, in giapponese, significa Gong e probabilmente è da questo strumento che prendono la forma i Dorayaki. La leggenda vuole che il samurai Benkei, che si nascondeva a casa di un gentile contadino, dovette scappare in tutta fretta e nella fuga dimenticò il suo gong. Il contadino lo trovò e non sapendo cosa farci decise di usarlo come una grande piastra, cuocendoci i primi Dorayaki, che presero il nome proprio dal gong, "dora".
In altre zone del Giappone, come Nara, Kobe, Kyoto e Osaka, questo dolce si chiama Mikasa. Ovvero il nome di una montagna nel parco di Nara. Da quel che so, la parola Mikasa significa anche cappello di paglia.
I Dorayaki sono noti per essere il piatto preferito di Doraemon, protagonista dell'omonima serie animata giapponese.
In origine, i Dorayaki erano composti da un solo pancake e la versione "a panino" è nata solo nel 1914 dalla pasticceria Usagiya, nel quartiere di Ueno. A tutt'oggi, l'omonimo negozio, viene considerato il migliore di tutto il Giappone e si trova a Tokyo a questo indirizzo: Ueno, Taito-ku, Tokyo 1-chome, No. 10, No. 10.
Ah, è chiuso il mercoledì! :)
Per qualsiasi nozione inerente la celiachia, invece, vi rimando all’unico sito davvero attendibile nel quale potrete trovare risposta a ogni vostro dubbio. Il sito dell’Associazione Italiana Celiachia, AIC. Se però avete qualche domanda, più che altro incentrata sulla nostra esperienza personale, scrivetemi pure.
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