sabato 21 luglio 2018

# Helsinki Kiitos # InterView

InterView: Helsinki - Nientepopodimeno che Maurizio Margaglio! Seconda parte.


Bentrovati cari Naviganti! Siete pronti per leggere la seconda parte della bellissima intervista che mi ha rilasciato Maurizio Margaglio
Se vi siete persi la prima (malissimo!!!) dove rimediare subito cliccando qua!


Proseguiamo quindi con le domande!

C'è un luogo dove ami particolarmente andare, magari a passeggiare e a riflettere lontano dal caos (seppur molto blando) della città?

Guarda, devo dire che a Helsinki è abbastanza facile trovare questi angoli un po' "privati" e di grande bellezza dove puoi stare veramente solo e tranquillo. A me piace molto camminare per la costa... mi piace moltissimo la costa di Helsinki! Ci sono, per esempio, delle isole come Lauttasaari, Seurasaari o le coste di Eira e Kaivopuisto che sono perfette a questo scopo. Anche se sei nel tessuto cittadino, nel giro di cinque minuti a piedi resti tu, la scogliera, il mare e nient'altro. Quindi sono situazione molto belle. Noi abbiamo scelto di vivere in centro, vicino al porto che va a Tallin, quindi al Länsisatama, proprio perché c'è questa vicinanza al mare, tanto spazio per camminare, tanti parchi, abbiamo di fronte Lauttasaari... insomma ci è piaciuta. E' molto ventosa, ma ci è piaciuta comunque moltissimo.

E invece con la lingua, come te la cavi? Lì parlano tutti inglese molto bene, ma col finlandese come va? Ci stai provando, lo parli un po'?

Allora: è chiaro che il finlandese è, come dire, un pelino ostico. All'inizio avevo tante belle speranze perché devo dire che con le lingue sono abbastanza veloce, non è mai stato un problema per me imparare nuove lingue o fare nuove conoscenze e invece il finlandese si è rivelato veramente difficile e credo che il problema principale lo abbia evidenziato tu: parlano tutti benissimo inglese quindi, anche quando ci provi, appena il finlandese capisce che sei in difficoltà, parla subito in inglese perché comunque vuole risolvere la questione. A loro non piace tanto parlare finlandese con chi non lo parla bene: si stufano prestissimo, nel senso che con una frase o due capiscono che tu non capisci, e lì è finita la conversazione. Apprezzano sicuramente lo sforzo, ma capiscono che è una via difficile e quindi switchano subito sull'inglese pensando: "Almeno così ci capiamo e risolviamo la questione". Non vogliono portarla sulle lunghe.
E' diverso se in famiglia hai un finlandese. I miei figli, che frequentano le scuole e hanno tutti amici finnici, conoscono la lingua perfettamente. Gabriel quando ci siamo trasferiti aveva 4 anni, in sette anni lo ha imparato benissimo e parla finlandese in modo perfetto: ci fa lui da traduttore. Loro hanno avuto la fortuna di parlarlo fin da piccolini e con gli amici hanno imparato anche lo slang, che poi è un'altra situazione molto complicata, perché in Finlandia il parlato è completamente diverso dallo scritto. Anche nei corsi di finlandese, quello che impari a scrivere è completamente diverso da quello impari a dire. Tagliano tantissimo le parole... insomma, se non hai una persona in famiglia che continua a parlarti in finlandese e ti spiega tutte le traduzioni, è davvero complicato.
Anche usando il traduttore di Google, per esempio, - cosa che noi facciamo in continuazione a causa dei mille documenti come bollette, contratti, ecc... - è comunque ostico, infatti quando vengono degli amici finnici a trovarci, ne approfittiamo: "Senti, mi è arrivata questa bolletta, mi puoi spiegare che cacchio vogliono esattamente?" Perché anche col traduttore non riesci a cavare un ragno dal buco. Le traduzioni ti danno delle opzioni che tu dici: "Boh, ma cosa vorranno? Una mia firma, o magari un atto firmato da un altro, con sotto anche la mia firma..." Insomma, non si capisce, perché le sfumature della lingua sono veramente notevoli.



E' una domanda di rito che faccio un po' a tutti, soprattutto perché per noi italiani la gastronomia è un argomento molto delicato: ti manca la cucina italiana o i sapori nordici si fanno tutto sommato apprezzare? Insomma, in casa Margaglio cosa si mangia? Italiano, finlandese o una sorta di cucina fusion fra le due?

In casa Margaglio si mangia principalmente fusion italiano-tedesco con qualche sprazzo di finlandese. Ci siamo adattati e apprezziamo anche qualche piatto dalla Finlandia. Abbiamo preso qualche ricetta, come le piirakka... i bimbi, ad esempio, vogliono sempre le pulle... poi siamo spesso in giro a mangiare nei ristoranti dove proviamo i piatti tipici. Principalmente il pesce, quello devo dire che ci piace molto. Abbiamo anche amici finlandesi che ci portano alla scoperta di qualche piatto più tipico, meno conosciuto dai turisti, qualche ristorante particolare, però in casa devo dire che in generale noi cuciniamo più che altro italiano e un pochino tedesco, perché mia moglie è tedesca, quindi facciamo questo mix un po' strano. 

Quando torniamo in Italia però i nostri figli ci fanno mangiare pizza in continuazione! "Vogliamo la pizza, la pizza, solo la pizza, c'è la pizza! La pizza!!! Pizza, pizza, pizza!" Perché è complicato trovare la pizza buona in Finlandia, o meglio buona come la intendiamo noi; loro la riempiono anche di renna e mirtilli, però noi ci restiamo un po' così. Magari chiediamo una margherita "Pomodoro e mozzarella va benissimo!" e loro non ce l'hanno. Può essere difficile da trovare.

E non c'è qualcosa che proprio non mandi giù? Del Salmiakki, cosa mi dici? Io, ad esempio, faccio proprio fatica.

Ogni tanto mangio qualche caramellina di Salmiakki, ma più che altro la regalo agli amici che mi chiedono: "Mi porti qualcosa dalla Finlandia?"

Devo dire che ho trovato degli estimatori in giro per il mondo! Ho amici, come ad esempio un'amica ungherese che espressamente mi chiede il Salmiakki ogni volta che ci incontriamo. Lei impazzisce per quella liquirizia salata! Quindi vedi, ci sono anche estimatori di cose che per noi italiani sono un po' meno attraenti.

Alla fine penso sia abitudine. Per loro la mattina è porridge, io la mattina il porridge non riesco a mangiarlo, ma è solo una questione di cultura. D'altronde, quando li porto in Italia e la mattina ci facciamo cappuccio e brioche, loro lo fanno il primo giorno per farmi compagnia o farmi piacere, ma già il giorno dopo mi dicono: "Senti io mi faccio un panino col salame e il cetriolo!"

La tua famiglia come si trova a vivere così lontano dall'Italia? I tuoi figli sono soddisfatti delle scuole finlandesi e dei loro metodi educativi?

Noi stiamo bene in Finlandia, ma come qualunque "migrante" ti devi scontrare con qualche piccola problematica data da una cultura diversa, dai modi di fare diversi, dalle prassi diverse. Certe cose che in Italia sono scontate, in Finlandia non lo sono per niente. Come trovare posto al ristorante anche se non prenoti per il numero giusto di persone. Ad esempio, tanto per ridere, se in Finlandia prenoti per venti, devi presentarti in venti, se ti presenti in ventidue, loro ti dicono:"Mi dispiace ma gli altri due non possono entrare". Per me, questa è una roba impossibile.

"Ma come, te ne porto due in più, ci stringiamo..." 

"No". Sono molto rigorosi, a volte al limite della ragionevolezza. D'altra parte il loro ragionamento è: "Se prenoti per un certo numero di persone, io voglio farti trovare la tavola imbandita e apparecchiata perfettamente per quel numero di persone e se vi stringete perché siete di più, non posso assicurarvi il servizio di qualità che siamo soliti fornire". Il loro ragionamento tutto sommato è comprensibile, ma per noi è surreale perché in Italia pensiamo: "Ma sì, faccio aggiungere due sgabelli..." e il ristoratore anzi, è più contento perché pensa:"Faccio due coperti in più."

E' un piccolo aneddoto che però spiega il loro modo di pensare, piuttosto fiscale rispetto al nostro.

Come scuola invece i miei bimbi si sono sempre trovati molto bene. Hanno fatto l'asilo finlandese per un anno e poi son passati alle scuole tedesche, quindi abbiamo vissuto entrambi i sistemi e ci siamo trovati sempre molto bene, ma ci trovavamo bene anche con il sistema italiano. Siamo persone dall'indole molto aperta e tendiamo a non immischiarci nei percorsi didattici, mentre vedo che molto spesso i genitori, sia in Italia che in Finlandia, danno tanti giudizi anche sull'insegnamento, nello sport vogliono entrare quasi come fossero allenatori... noi, forse per la nostra esperienza personale, abbiamo avuto famiglie che ci hanno portato ad avere un grande rispetto per la scuola e gli allenatori, quindi cerchiamo di farlo anche noi con i nostri figli. Noi non diciamo niente e i bimbi si trovano improvvisamente bene, credo che la regola sia molto semplice. Penso che se la seguissero un po' più di persone, avremmo infinitamente meno problemi.

Noi ci troviamo bene ovunque andiamo, abbiamo girato il mondo, siamo molto aperti, abbiamo sempre ospiti a casa... adesso, per dirti, siamo qui in Italia -in questo momento in due posti diversi-, io a casa mia ospito 4 pattinatori finlandesi, a Helsinki abbiamo lasciato i nostri due gatti a un ragazzo italiano che vive in casa nostra per due mesi, noi gli abbiamo dato la casa e lui ci tiene i gatti... insomma siamo molto tranquilli... siamo "gente di mare".

Ahh quindi sei un gattofilo come me! Anche io ne ho due!

Sì sì! Due gatti! Anche se per loro la vita è un po' stressante, visto quanto ci spostiamo.



Immagina di avere davanti un italiano pronto a trasferirsi in quel della Finlandia, quale consiglio daresti in merito a cosa fare e a cosa non fare assolutamente?

E' una domanda complicata, perché dipende da cosa ti spinge ad andare in Finlandia. Se ad esempio la persona che ho davanti mi dice: "Guarda, vorrei fare un giro della Finlandia da turista perché mi attrae." Allora gli rispondo: "Va bene, vieni con uno zaino minimo e parti alla scoperta del paese anche in bicicletta, o magari anche solo camminando e sarà un viaggio spettacolare."

La cosa da non fare assolutamente, invece, è toccare le persone che non conosci. E' una cosa che da italiano capisci molto presto, perché noi appena incontriamo una persona, beh...  pacca sulla spalla, "smanacciate" a destra e a sinistra, abbracci, baci... direi che la maggioranza dei finlandesi ti fa un sorriso cordiale, ma dentro pensa: "Che vuole questo da me? Io non gli ho mai detto che poteva toccarmi, quindi sarebbe sufficiente spiegarmi le cose a parole mantenendo una distanza di venti, trenta centimetri, senza troppi gesti, senza troppa "caciara" e soprattutto senza toccarmi!"

Loro però ormai mi conoscono e accettano le mie provocazioni, io abbraccio tutti! Ad esempio ho dei pattinatori, magari dei quali conosco i genitori, che mi chiedono espressamente "Mauri, per favore vai lì e bacia e abbraccia mia mamma come fosse un'italiana, ti prego!" solo per poter ridere della sua reazione, perché sanno che questa mamma si irrigidirà come un ciocco di legno e inizierà a guardare il figlio con gli occhi sbarrati pensando:"Oddio cosa succede, perché mi abbraccia?" Per loro è un comportamento, soprattutto da sobri, inconcepibile...

Ci stiamo avvicinando alla fine di questa lunga e bellissima intervista, quindi ti faccio una domanda a brucia pelo: hai mai pensato seriamente di restare a vivere lì per sempre, a prescindere dal tuo lavoro come allenatore? O credi, prima o poi, di tornare in Italia?

Io non penso di restare a vivere per sempre da nessuna parte, alla fine sono abitante un po' del mondo e con la mia famiglia siamo sempre pronti a spostarci, a viaggiare. In questo momento siamo in Finlandia e siamo contenti di stare qua; molto probabilmente prolungheremo di qualche anno la permanenza e la collaborazione che ho con il comitato olimpico finlandese e quindi, al momento, questa è la mia vita, ma dire che starò qua per sempre non credo. Non so, non penso. Non sono stato tutta la vita in Italia, non vedo perché dovrei stare tutto il resto della mia vita in Finlandia. Noi siamo un po' globetrotters e vogliamo rimanerlo. 

Non sarà probabilmente il paese definitivo, ma certamente sarà un paese che rimarrà nel nostro cuore per sempre, perché da questo punto di vista, la vita in Finlandia ci ha fatto crescere sotto tanti aspetti e vivere in un paese straniero a lungo, ti porta a riconsiderare tante cose, per esempio anche la tua patria, in un modo diverso. Io quando torno in italia mi ritrovo a essere decisamente più ottimista della maggioranza degli italiani riguardo al nostro paese e questo, secondo me, è dato proprio dalle esperienze che uno vive stando all'estero. 

La gente pensa che in Finlandia non ci siano problemi, che vada tutto bene, che siano tutti onesti... sì, è vero, in linea di massima è così, ma poi scopri che il capo della squadra antidroga finlandese è andato in carcere dieci anni perché spacciava. Queste notizie però in Italia non arrivano e quindi pensiamo che solo da noi siano tutti corrotti, disonesti, ecc... quando il mondo in realtà è paese.



Ti racconto una cosa, così, giusto per sorridere. 

La metropolitana finlandese è una linea sola e per finirla sono arrivati in ritardo di quasi dieci anni. Se succede una roba del genere in Italia tu dici: "Eh va beh, siamo in Italia, figuriamoci se veniva finita in tempo...", ma se ti spiegassi che in Finlandia hanno fatto un errore talmente clamoroso, uno di quelli da non crederci, riconsidereresti la precisione finlandese in altro modo. 
Loro volevano fare la metropolitana automatica, quindi i treni dovevano fermarsi in stazione e le porte dovevano aprirsi automaticamente, come la metro di Parigi o a Milano (mi pare sia la linea lilla). Bene: hanno affidato a una ditta straniera la costruzione dei treni e questa ditta ha cablato un vagone prototipo che funzionava perfettamente, quando poi hanno cablato il secondo vagone, si sono accorti che questo si fermava in un punto diverso da quello prestabilito e mano a mano che cablavano altri vagoni, ogni vagone si fermava in un punto sempre diverso, quindi capirai che per una metro automatica, non fermarsi nello stesso punto, è un leggerissimo problema, visto che non si aprono le porte. Quando hanno scoperto questo, hanno chiesto ai finlandesi: "Ci potete dare lo schema di cablaggio dei vagoni?" scoprendo così che questo schema non esisteva. Facevano tutto manualmente e quindi ogni vagone era artigianale, fatto a mano, quindi da una parte il cavo era lungo 50 metri, da un'altra parte 49,5 e così via. Se tu questa cosa la racconti di una casa italiana, - del tipo premo un interruttore e si accende la luce nella stanza accanto - la gente si chiede: "Ma chi ha fatto questo impianto? Però dai, siamo in Italia, succede..." In Finlandia invece pensano: "Non è possibile, ma nooo, non può essere..." Hanno sbagliato TUTTI i vagoni della metropolitana. Quando sento queste cose io, da italiano, me la ghigno, mi nasce un sorrisetto all'angolo della bocca. "Allora vedete, ci prendete tanto in giro, poi fate queste cavolate pure voi!" E mi prendo una piccola rivincita.

Quindi quando torno in Italia vedo la bellezza del nostro paese. Alla fine guarda, forse siamo un po' "arrangini", ma come siamo capaci di arrangiarci noi...
In Finlandia mi trovo molto spesso a dover dare istruzioni su qualunque cosa e penso: "Dai ragazzi, non è possibile però, voglio dire: trovatela anche da soli una soluzione! Se non si può arrivare direttamente lì, girateci attorno e arrivateci da un altro punto!" e invece per loro la strada per arrivare in un punto deve essere una sola e perfetta. Se si trovano davanti a un ostacolo si bloccano, fanno fatica ad aggirarlo perché questo va contro al loro modo di pensare molto lineare. In Italia abbiamo imparato ad accettare l'imperfezione, ad arrangiarci per sopravvivere e per arrivare all'obbiettivo finale.
Da noi si chiama creatività. Noi italiani siamo creativi, loro invece fanno veramente fatica.

Quindi il tuo consiglio finale alla fine è viaggiare. Viaggiare sempre quando se ne ha la possibilità, perché oltre a farti rivalutare il tuo paese, ti fa crescere, ti fa vedere la vita in modo diverso.

Guarda, viaggiare credo sia un modo di vivere intenso che ti porta continuamente a cambiare. Volendo non importa nemmeno se stai cambiando in peggio o in meglio, ma stai comunque cambiando e quindi stai vivendo. Io trovo che sia importante. Faccio viaggiare tanto anche i miei figli e loro, poverini, a volte sono stremati, ma ora iniziano a capire anche la fortuna di poter scoprire culture diverse, paesi diversi, lingue diverse... ora con mio figlio più grande di 11 anni mi sto divertendo tantissimo a parlare italiano usando i diversi accenti del mondo e ci facciamo un sacco di risate, perché lui inizia ad avere una cultura delle lingue e vivere in un paese straniero gli fa capire anche l'ironia; secondo me è molto importante e come dicevi tu, ti fa apprezzare tantissimo da dove vieni, le tue radici, la tua stessa cultura.



E' un intervista bellissima, perché in realtà doveva essere incentrata sulla Finlandia, e lo è stata, ma questo finale pro Italia mi fa enormemente piacere e sinceramente non mi aspettavo saremmo arrivati a parlare di quanto siamo invece fortunati a vivere in un paese come il nostro.

Ma sai, io ci credo veramente in quello che ti ho detto, perché lo vivo sulla pelle. Forse rispetto ad altri italiani che si sono spostati all'estero, io non mi sono spostato perché "dovevo", ma per fare un'esperienza nuova, diversa e affascinante; sono andato all'avventura e alla scoperta. Non sono "andato via dall'Italia", che è diverso. 
C'è tanta gente che va via dall'Italia ed è incarognita col nostro paese, ne sa parlare solo male e io quando incontro queste persone semplicemente provo un po' di compassione e penso: "Che peccato, hai vissuto nel paese più bello del mondo e ne parli come se fosse una pattumiera". Quando non è esattamente così. Devo dire però che, chi si lamenta in questo modo, poi si lamenta anche all'estero, quindi lo trovo un po' un lamento costante, quasi fosse un'indole. Gente che magari alla fine rimane in Finlandia sei mesi e poi torna a casa dicendo: "Eh ma sai, non mi sono fatto degli amici, è difficile trovare lavoro... allora me ne torno in Italia." E allora perché ne parlavi così tanto male? Alla fine è difficile dappertutto, non è che che in Italia stavi male perché ce l'avevano tutti contro di te. 
Ti ripeto, se stai in Italia, la tua prospettiva è molto italiana e quindi vedi tutte le negatività che ci sono nel tuo paese: sostanzialmente non fai altro che piangerti addosso. Quando vivi all'estero invece ti rendi conto che anche lì la gente parla delle loro negatività e quindi puoi apprezzare quello che possiamo avere noi nella nostra bellissima Italia.



E dopo aver letto l'intervista, non ditemi che non vi è venuta voglia di vederlo danzare sul ghiaccio! Alzate la risoluzione a 1080p e gustatevi queste due performance di Maurizio Margaglio e Barbara Fusar Poli.



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