mercoledì 5 febbraio 2014

# Una stanza senza libri è come un corpo senza Anima.

Colorado Kid - Stephen King


Ho appena terminato di leggere per la seconda volta Colorado Kid, del grande mostro sacro Stephen King.
Lo lessi la prima volta quando uscì nel 2005, ma l'ho riletto in questi giorni perché non ricordavo assolutamente nulla e visto che sto seguendo la bellissima serie TV, Haven, basata appunto sul racconto di King, ero curiosa di vedere fino a che punto la serie avesse preso spunto.
Sono felice di anticiparvi che prendere spunto, sono due parole grosse. La serie non ha NIENTE a che fare con il libro. E quando dico niente, intendo niente.

Ecco un pelino di trama DEL LIBRO: 

Appena diplomata alla scuola di giornalismo, la ventiduenne Stephanie McCann sta facendo uno stage presso il quotidiano di una minuscola isoletta del Maine, occupandosi di picnic parrocchiali e sparizioni di gatti. Dai due anziani proprietari del giornale, Vince Teague e Dave Bowie, viene a conoscenza di un misterioso episodio del passato, che aveva visto coinvolti una coppia di tenaci reporter (i proprietari del giornale) e un cadavere chiamato Colorado Kid, forse vittima di un misterioso omicidio, senza movente, con tempi impossibili e indizi apparentemente assurdi. Stephanie inizia a indagare e si trova sempre più coinvolta in una vicenda tutt'altro che conclusa.

Premetto una cosa, prima che mi riempiate di botte e insulti: Io AMO King. 
Lo ripeto, non si sa mai: IO LO AMO.
Bene, dopo questa doverosa premessa, passo a dirvi cosa penso di Colorado Kid.
Uno dei peggiori libri che io abbia mai letto in tutta la mia vita.
Ok, ok. Mi calmo. Facciamo così: ammetto che lo stile narrativo è a dir poco impeccabile. Scorrevole, pulito e tecnicamente ben orchestrato, considerando che una pagina tira l'altra e Colorado Kid lo si legge agevolmente in un pomeriggio. Insomma è il solito, bravissimo, King. Il Mostro Sacro.
MA
C'è un MA grosso come una casa, anzi, come un'isola del Maine. E' un libro assolutamente nonsense. Non ha un capo, anzi ce l'ha ma è piuttosto calvo (caratterizzazione e introduzione dei personaggi che rasenta lo zero assoluto) e soprattutto non ha una coda.


ATTENZIONE, DA QUA IN POI, SPOILER!

Chiaramente non posso parlarne molto senza spoilerare un finale che non c'è. OPS. L'ho fatto. Scusate.
Non fatevi ingannare da questa frase letta pochi istanti fa:
"Stephanie inizia a indagare e si trova sempre più coinvolta in una vicenda tutt'altro che conclusa".
Steffi, come la chiamano i due giornalisti incartapecoriti dell'Islander, non inizia affatto a indagare. La signorina se ne sta bellamente seduta per tutta la durata del libro, ad ascoltare la storia del ritrovamento di Colorado Kid e basta. Sottolineo e basta.
Il libro è un susseguirsi di racconti, ipotesi, teorie, punti di vista, pochissime prove e moltissima immaginazione. Insomma tutto fumo e niente arrosto.

In copertina si legge: Sarà lei a risolvere l'enigma di quella morte misteriosa?
No, tranquilli. Non sarà lei, né i due vecchietti e neppure King, se è per questo.

Il NY Times scrive, sul retro di copertina: Eccellente, di estrema finezza psicologica... King è così noto come maestro della suspense che spesso ci si scorda del suo grande talento per il quotidiano.

Allora: E' vero, come ho detto prima, che Colorado Kid sia ben scritto, nessuno lo mette in dubbio, ma che sia di un'estrema finezza psicologica, ecco questo potevano risparmiarselo. Non c'è niente di fine e niente di psicologico.

King, che si è ben accorto della sua malefatta, nella postfazione del libro scrive un laconico: A seconda che questo libro vi sia piaciuto o no (credo che per molti lettori non ci sia via di mezzo in questo caso e mi sta bene così) [...] Qui il mistero è il mio argomento e mi rendo conto che molti lettori si sentiranno traditi, anche non poco irritati, per il fatto che non ho fornito una soluzione a quello che ho raccontato. 

No, non è una giustificazione, caro il mio Re. Se questo libro lo avessi scritto io, non sarei finita nemmeno su una bancarella, figuriamoci in una libreria. E ci tengo a precisare che non è la totale mancanza di un finale o di una spiegazione al caso di Colorado Kid, che mi fa arrabbiare, ma la completa assenza di carisma dei personaggi, della loro caratterizzazione, del buon senso sui ragionamenti logici. Tutto questo mi fa arrabbiare e visto che King non è minimamente l'ultimo dei cretini, mi sorge un sospetto. O il Re ha intenzionalmente scritto un pessimo libro per testare la fedeltà (coloro a cui è piaciuto) e l'intelligenza dei suoi sudditi (quelli che si sono irritati), come un esperimento, oppure essendo il suo primo Mistery, ha toppato clamorosamente, dichiarando al mondo il suo talento per l'horror e basta. Del resto anche la saga Fantasy della Torre Nera, non è che fosse un capolavoro eguagliabile al Signore degli Anelli.



Per fortuna la serie TV, intitolata Haven, è stata inventata di sana pianta. Gli autori hanno recuperato giusto 4 o 5 cose in croce, come i due giornalisti (che nella serie sono fratelli e nel libro no), il cognome del sergente di polizia, il nome del ristorante (Gray Gull) e il nome del misterioso morto: Colorado Kid, che avrà, rispetto al libro, una vita e una morte completamente diverse. Nemmeno la location è la stessa.
La serie, a mio parere, è davvero ben fatta - se tralasciamo qualche effetto speciale un po' così -  e merita di essere guardata (soprattutto se vi sono piaciuti X-Files e Twin Peaks), al contrario del libro, utile caso mai a livellare un comò che dondola.

Ora capisco perché dopo la prima lettura nel 2005, ho dimenticato tutto.

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