Dovete sapere che fra qualche giorno io e mio marito festeggeremo i 10 anni insieme! Mentre l’anno prossimo invece, festeggeremo i 10 anni di matrimonio.
Per l’occasione ho pensato a un regalo veramente speciale, uno di quelli alla Big Bang Theory in stile Leonard Hofstadter quando, da una spedizione al Polo Nord, porta un fiocco di neve a Penny, cristallizzato in un quadratino di metacrilato, oppure in stile Howard Wolowitz quando regala a Bernadette il ciondolo con la stellina che prima però porterà sulla Stazione Spaziale Internazionale in modo da donarle una stella che è davvero stata nello spazio.
Ecco, ho pensato a uno di quei regali che ti fanno esclamare “Becca! A chiunque ti abbia mai regalato qualcosa!”
E così, circa tre settimane fa, ho deciso di regalargli un albero.
Sì, signori miei, avete letto bene.
Chi di voi vive a Bologna conosce sicuramente Villa Ghigi e il suo a dir poco meraviglioso e antico parco che occupa un'area gigantesca (28 ettari). Amministrato dalla Fondazione Villa Ghigi, il parco della splendida villa del 1500, è aperto al pubblico dal 1975. La Fondazione si occupa del parco, grande polmone verde che sovrasta Bologna, con una passione e un amore unici, grazie a progetti di ogni genere, idee, laboratori per bambini, ecc… Riporto solo alcune delle loro parole:
“Alla fine del 2004 la gestione del parco è stata affidata alla Fondazione Villa Ghigi, con l’obiettivo di attuare un programma di ripristino e valorizzazione delle sue qualità naturali e paesaggistiche e promuovere iniziative educative, culturali e sociali per scuole e cittadini. L’articolato piano di gestione predisposto annualmente prevede una serie di lavori ordinari, che assicurano il buon mantenimento e la fruizione del parco, e numerosi interventi migliorativi su viabilità, reticolo idrografico, patrimonio vegetale e singole porzioni dell’area finalizzati a salvaguardarne e incrementarne la ricchezza ambientale. Molti interventi sono di supporto alle attività per le scuole o a quelle rivolte alla cittadinanza, spesso con il coinvolgimento degli anziani coloni dell’ex tenuta Ghigi che ancora risiedono nel parco e nei dintorni e ne rappresentano una sorta di memoria storica. La creazione di un grande orto, l’allestimento di uno stagno, il recupero di un vigneto abbandonato, la raccolta e trasformazione della frutta del parco e l’inserimento di arredi naturalistici sono alcuni degli interventi compiuti di recente.”
Ebbene, grazie al progetto Un Albero per Te, è possibile regalare un albero per ogni occasione; da un compleanno a una nascita, da un matrimonio alla memoria di qualcuno che non c’è più…
Dopo aver contattato via mail la Fondazione, ho preso appuntamento con il direttore e senza che mio marito sospettasse nulla, il 1 Febbraio, uscita dal lavoro ho preso un taxi e mi sono recata alla Villa.
Erano quasi le 18.00, quindi cominciava a fare buio e l'aria si stava riempiendo di una nebbia veramente fitta. Ho colto immediatamente l’amore di quest’uomo per la natura, per la bellezza e la poesia di alberi, piante, arbusti, fiori e orti.
E' un uomo molto esperto e mentre mi portava su al Palazzino, dove ci sono gli uffici della Fondazione, tutto orgoglioso mi mostrava lungo la sterrata avvolta nella nebbia che saliva ripida, tutti gli alberi più belli, la Villa che dà il nome al Parco, la quercia di oltre cento anni con le sue immense braccia rivolte al cielo o i piccoli e teneri boccioli di Primule che stanno già sbocciando nel sottobosco, spiegandomi che il loro nome deriva proprio da questo. Sono fra i primi fiori a sbocciare, quando la primavera è ancora lontana.
Mi ha mostrato l'Orto dei Frutti Dimenticati, che la Fondazione ha salvato dall'estinzione con un progetto di recupero del quale fanno parte anche dei ragazzi disabili, poi i calanchi, il grande e immenso Cedro simbolo del Parco, mi ha parlato dei cespugli di Bosso, delle sue bacche e del legno pregiato, della stalla che odora ancora di paglia e animali, ma che ora è un laboratorio didattico per i bambini... insomma, ho assaporato il suo amore per tutto questo provando qualcosa di magico. Mi sembrava di stare con Dickon, nel Giardino Segreto di Frances Hodgson Burnett. Avete presente?
Una pace, un silenzio, una calma... ve lo giuro: una meraviglia.
Poi siamo saliti negli uffici, sopra la ex stalla.
Mi ha presentato una collega della Fondazione dai modi gentili quanto i suoi e anche lei colma di questo amore per la natura che si respira immediatamente. Ci siamo seduti nell'ufficio piccolino e raffazzonato, pieno di opuscoli sulla Villa, sul Parco e di libri sulle piante, le specie autoctone, il giardinaggio, la terra... e abbiamo parlato degli alberi.
Che bella cosa, parlare di alberi in un ufficio.
Abbiamo parlato di Betulle, Aceri, Faggi, Pioppi, Pini, Abeti, Melograni, Ginko, Kaki e Nespoli. Ho spiegato quanto significa per me il Melograno, abbiamo parlato di Carducci, del fatto che anche lei votasse per un bel Melograno, da posizionare protetto, in una zona del parco facilmente raggiungibile a piedi, accanto a un albero di Nespole che due nonni hanno regalato alla loro prima nipotina.
Abbiamo parlato di mio marito ignaro, abbiamo riso, immaginando la sua faccia il giorno che lo avremmo piantato e poi abbiamo parlato di mio babbo e ho visto occhi lucidi guardarmi dolcemente.
E' stata davvero un'ora magica. Alla fine abbiamo deciso per il Melograno e anche più o meno dove metterlo a dimora. Nei giorni seguenti la collega del direttore è andata al vivaio a cercarne uno adatto e abbiamo optato per una pianta naturale, visto che il Melograno è un albero che molti tendono a modificare in stile Bonsai, creando sì splendidi effetti e belle curve, ma andando contro natura, come spesso viene fatto anche con certi ulivi. Io ho preferito un Melograno naturale.
Avete mai visto un Melograno dal vivo? E' straordinario.
Beh, questa mattina ho portato mio marito, ancora completamente ignaro, all'appuntamento con la Fondazione e finalmente il nostro Melograno è stato messo a dimora in un bel triangolo di terra, insieme ad altri alberi da frutto, che guardano la vallata e probabilmente la guarderanno per sempre, anche quando noi non saremo che un ricordo.
Il direttore e la sua collega ci hanno letto alcuni passi del Cantico dei Cantici, dove il Melograno è protagonista, ci hanno commosso con una lunga poesia di Federico Garcia Lorca che parla proprio di quest'albero, ci hanno raccontato le mille storie nate su questa straordinaria pianta e hanno condiviso con noi un momento di profonda gioia e commozione.
Mi auguro che tantissime altre persone decidano un giorno di donare un albero al Parco di Villa Ghigi, perché... per usare le loro parole... forse a molti non dispiacerà , in futuro, passeggiare in un parco in cui gli alberi, qua e là, sono anche dei nomi, delle storie, dei momenti. Con discrezione, come gli alberi insegnano.
Le storie sul Melograno sono mille, ma da oggi saranno mille e una. La nostra. Perché il segreto non è correre dietro alle farfalle. E' curare il giardino perché esse vengano da te.
E' certamnte un regalo molto bello, soprattutto perché l'albero vive nel suo ambiente più naturale, non è come un cucciolo di labrador o una piantina, destinati a sopravvivere in un appartamento.
RispondiEliminaE' vero.
RispondiEliminaDopo questo regalo, anche i miei suoceri hanno voluto donare un albero al parco e hanno piantato un ciliegio, per festeggiare il loro anniversario di matrimonio. Ora sono lì, tutti e due, a un passo uno dall'altro e si fanno compagnia :)