giovedì 14 febbraio 2019

Resident Evil 2

14 febbraio 0 Comments
Carissimi, bentornati! Oggi ospito la bella recensione senza spoiler di Resident Evil 2, redatta da mio marito per la rivista online Yessgame.it!
Potete leggerla qua o direttamente sul sito a questo link




Resident Evil 2: Capcom ci riporta a Raccoon City

Capolavoro o mera operazione di marketing?

Per molti della mia generazione la serie di Resident Evil è qualcosa di sacro, intoccabile, quasi perfetto. In quel finire degli anni ’90 tutti gli appassionati non vedevano l’ora di tornare a massacrare zombi & co. dopo il successo del primo capitolo targato 1996, ma quello che si faticava a immaginare era che il suo seguito potesse superare di gran lunga il predecessore.
Resident Evil 2 aveva una grafica superiore, un gameplay migliore, e una trama molto più accattivante di quanto visto nella produzione precedente. Le vendite del titolo schizzarono alle stelle rendendolo di fatto un astro intramontabile del panorama videoludico del secolo scorso. Va da sé che quando Capcom annunciò il remake di Resident Evil 2 in molti imbracciarono i forconi accusando i produttori di cercare la mera manovra commerciale.




Al grido di “Il capolavoro non si tocca” la comunità videoludica si è divisa fra chi nutriva forti dubbi su questo remake e chi nutriva la speranza di rigiocare una pietra miliare in salsa moderna, ma con lo stesso spirito che aveva reso grande la serie… questi ultimi hanno avuto ragione da vendere. Tecnicamente RE2 si presenta molto bene, con un buon framerate in 4K (su una Nvidia 1080 aggiustando i settaggi si arriva fra i 50/60) peccato solo per qualche saltuario fenomeno di microstuttering che dovrebbe venire risolto da una futura patch. Il motore grafico è il collaudato RE Engine che abbiamo visto in RE7 e quindi più che adatto allo scopo. Le textures sono di qualità scalabile per ottenere il massimo da ogni configurazione e appaiono pulite e gradevoli. La qualità dei modelli poligonali è davvero alta anche se si nota che maggior cura è stata usata per i protagonisti e gli zombi, ma è naturale considerando che sono gli elementi di certo più presenti durante l’avventura.




La parte sonora è al top e fa il suo egregio lavoro ansiogeno: scricchiolii, latrati, grugniti, e i passi del Tyrant sono la vera colonna sonora del gioco, quasi del tutto priva di musiche se non durante le fasi più concitate. Tutto ciò passa in secondo piano una volta cominciata la prima partita. Pochi minuti e l’atmosfera torna identica a quel lontano 1998, dove all’interno della stazione di Polizia di Raccoon City si cerca in ogni angolo per trovare qualche munizione in più o meglio qualche indizio per proseguire. Si respira la stessa aria piena di inquietudine e insicurezza che c’era nella vecchia serie. Certo, siamo in un ambiente 3D e i puristi potrebbero avere da ridire su questo, ma la magia di Capcom ha fatto in modo di lasciare inalterato lo spirito proponendo il suo capolavoro in salsa moderna, e merita più di un plauso per esserci riuscita.

Nel 2019 sarebbe improponibile il gameplay del vecchio RE2… punto.




Per rendere il gioco più appetibile alcune cose sono ovviamente cambiate, come la posizione degli oggetti, enigmi e armi, mentre invece è simile, anche se ammodernata, la gestione dell’inventario; si parte con 8 slot che con vari upgrade possono arrivare a 20 e gli inchiostri (necessari per salvare la partita) sono presenti solo a difficoltà estrema. Come da tradizione il comparto armi è differente se si affronta l’avventura con Leon o con Claire, ma tutte le armi donano un feedback straordinario e ognuna fa esattamente cosa ci aspettiamo… prendere i licker a granate sul muso con Claire è sempre un piacere.
Anche le location hanno avuto delle aggiunte, come l’orfanotrofio e nuove stanze di raccordo, utili a diversificare i percorsi di Claire e Leon. Entrambi i personaggi sviluppano percorsi separati, ma complementari e molti enigmi vanno risolti diversamente per ciascuno di essi.




Inutile aggiungere che per vedere il vero finale del gioco dovrete completare due run almeno, una con ciascun personaggio. Abbiamo a disposizione 3 livelli di difficoltà fra cui scegliere (assistita, standard, estrema) ma certamente il livello standard è quello ottimale per i veterani del survival horror, ottimo campo di addestramento per passare poi a estremo.
La durata della prima partita si attesta sulle 7 ore, ma per ottenere il grado A dovrete impiegare meno tempo… parecchio di meno. La rigiocabilità è un altro punto forte del gioco: nel momento in cui vi scrivo ho concluso la mia quarta run e ancora non mi è passata la voglia di giocare, raramente di questi tempi capita di finire un gioco e riprenderlo a mano così tante volte di seguito, ma così come nel '98 Capcom c’è riuscita di nuovo.

Segno che ha fatto centro.



martedì 12 febbraio 2019

Zuppa Imperiale alla Mortadella Gluten Free

12 febbraio 2 Comments

Bentrovati, cari Naviganti!


Lo so. E' dall'8 novembre che non posto nulla sul blog e mi dispiace, ma sono stata presissima da altro e non ho avuto proprio il tempo di starci dietro. Dopo qualche mese di pausa, rieccomi però a parlare di cucina Gluten Free (e molto altro), con un piatto tipico della mia terra, la Zuppa Imperiale.
Gli ingredienti della Zuppa Imperiale sono sempre gli stessi, con l'unica eccezione della mortadella, che viene aggiunta solo a piacimento e, se vogliamo, di qualche scorzetta di limone, così come nei passatelli. Personalmente nei passatelli gradisco una punta di acido, ma nella Zuppa Imperiale no. In ogni modo, so che sono pochissimi quelli che usano il limone in questo piatto.

Non avevo mai fatto la Zuppa Imperiale senza glutine prima d'ora, ma devo dire che è venuta buonissima, quindi voglio proporvi la mia personale ricetta, ma prima parliamo un po' di questo piatto, tipico dell'Emilia Romagna, in particolare di Bologna e Ravenna.
E' un primo piatto, molto sostanzioso, a base di semolino, uova, parmigiano, burro e noce moscata.
Normalmente la si mangia in brodo, rigorosamente di cappone, lo stesso usato per i tortellini. Minestra sostanziosa ed energetica, la Zuppa Imperiale ha superato i confini della cucina bolognese ed è perfetta per ritemprarsi dalle rigide temperature (nelle Marche esiste un piatto simile che si chiama Pasta Reale). Grazie alla sua consistenza s'inzuppa senza disperdersi nel brodo ed è un’ottima alternativa ai famosi passatelli o tortellini. E' tipica delle feste, come il Natale e il Capodanno, ma noi bolognesi la mangiamo tutto l'anno.

La Zuppa Imperiale senza glutine è stata una sfida, perché il rischio che si spappolasse nel brodo era alto. Sono comunque riuscita a farne una versione perfetta per il brodo, che non ha perso minimamente la sua tipica consistenza.

Vediamo un po' il procedimento da me eseguito e gli ingredienti necessari.




INGREDIENTI PER 500 GRAMMI DI ZUPPA IMPERIALE

  • 5 Uova Bio
  • 150 gr. di Parmigiano Reggiano
  • 100 gr. di burro senza lattosio
  • 100 gr. di mortadella IGP
  • 70 gr. di farina di riso
  • 50 gr. di Maizena
  • Sale
  • Noce Moscata

Ottimo, siamo pronti a cominciare. Come prima cosa preriscaldiamo il forno a 180 gradi non ventilato.

Cominciamo separando i tuorli dagli albumi.

Montiamo gli albumi a neve molto ferma (non usate il pizzico di sale, non solo non serve, ma fa solo danni e purtroppo è un mito durissimo da sfatare).

Nel frattempo facciamo sciogliere il burro a bagnomaria molto lentamente.
Procediamo tritando molto finemente la mortadella. Vi consiglio, se non siete esperti di coltelli, di farlo con un mixer. La mortadella deve risultare quasi polvere e ridurla così col coltello è faticoso e mooolto meno preciso.

In un boule uniamo poi il Parmigiano Reggiano grattugiato sul momento, il burro fuso, i tuorli precedentemente sbattuti, la Maizena e la farina di riso setacciate. Mescoliamo molto bene e poi uniamo, con un movimento delicato dal basso verso l'alto per non smontarle, le uova a neve.

A questo punto profumiamo il tutto con la noce moscata e correggiamo di sale.

Dovrebbe risultarvi un impasto morbido, ma molto asciutto e un po' gonfio. Stendetelo uniformemente con il dorso di un cucchiaio su una teglia rettangolare di circa 25 cm per 20.

A questo punto infornate. Passati 20/25 minuti (dipende dal vostro forno) a 180 gradi, ventilate il forno e lasciate l'impasto altri 5 minuti. Deve dorarsi sulla superficie.

Personalmente non ho dovuto nemmeno fare la prova dello stecchino, per capire se fosse pronta. Era visivamente evidente.
Estraetela dal forno e lasciatela raffreddare. Una volta a temperatura ambiente tagliatela a cubetti di circa 1 centimetro.
Potrete anche congelarla, riponendola suddivisa in porzioni nei sacchetti da freezer. Sarà pronta per essere gettata ancora congelata nel brodo bollente.

Mi raccomando... preparate un brodo all'altezza di questo favoloso piatto! Anche se non sarà di cappone, come tradizione vuole, l'importante è che la Zuppa resti in qualche modo.... Imperiale!

Buon appetito!



Per qualsiasi nozione inerente la celiachia, invece, vi rimando all’unico sito davvero attendibile nel quale potrete trovare risposta a ogni vostro dubbio. Il sito dell’Associazione Italiana Celiachia, AIC. Se però avete qualche domanda, più che altro incentrata sulla nostra esperienza personale, scrivetemi pure.

giovedì 8 novembre 2018

Torta alle fragole Gluten Free

08 novembre 0 Comments

Dopo i post dedicati alle Zucchine tonde ripiene con tonno e ricotta e alla Torta salata zucchine, piselli e ricotta, tutto rigorosamente Gluten Free, oggi vi presento una buonissima e semplice Torta alle Fragole! Sempre senza glutine.

Vediamo un po' cosa ci serve! 

INGREDIENTI PER UNA TORTIERA DA 24 CM:
  • 100 grammi di zucchero di canna
  • 2 uova bio
  • 300 grammi di farina senza glutine Schaer Mix B
  • 50 ml di olio di girasole
  • 1 pizzico di sale iodato
  • la buccia di mezzo limone non trattato Bio
  • 50 ml di latte senza lattosio
  • 1 vasetto di yogurt alla fragola senza glutine (va bene anche bianco o ai frutti di bosco)
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 300 grammi di fragole fresche Bio
  • Zucchero a velo per decorare (io non lo avevo e ho usato le codette)


Il procedimento è semplicissimo! 

Montate -con taaaaanta pazienza e l'ausilio delle fruste elettriche- le uova con lo zucchero e il pizzico di sale, poi aggiungete DELICATAMENTE tutti gli altri ingredienti tranne le fragole. 

Mescolate dall'alto verso il basso, per far sì che le uova non si smontino, fino a ottenere un composto omogeneo e spumoso; tagliate a dadini due terzi delle fragole e infarinatele, poi unitele al composto e mescolate sempre con grande delicatezza.

Versate il tutto in una tortiera rivestita di carta da forno e cuocete in forno statico per 40 minuti a 170 gradi. Come sempre fate la prova stecchino, prima di sfornarla. Lasciatela intiepidire e servitela cosparsa di zucchero a velo.
Decoratela con le rimanenti fragole tagliate a metà. 

Un dolce perfetto per grandi e piccini! Per la colazione, da inzuppare in un bel bicchiere di latte o dopo cena, accompagnata da un buon gelato alla vaniglia Bourbon!

Per qualsiasi nozione inerente la celiachia, invece, vi rimando all’unico sito davvero attendibile nel quale potrete trovare risposta a ogni vostro dubbio. Il sito dell’Associazione Italiana Celiachia, AIC. Se però avete qualche domanda, più che altro incentrata sulla nostra esperienza personale, scrivetemi pure.

sabato 27 ottobre 2018

Donuts Gluten and Lactose Free

27 ottobre 0 Comments

Bentrovati cari Naviganti. 
Oggi vi racconterò come ho realizzato i miei Donuts, le ciambelline americane tanto amante da Homer Simpson, ma senza glutine e senza lattosio!
La ricetta americana è leggermente diversa e prevede una frittura, ma io ho cercato di farle più salutari e quindi meno caloriche, preferendo una cottura al forno e ingredienti più leggeri. 
Non si tratta quindi della versione originale, ma di una versione personale. 
Mio marito, celiaco, le ha apprezzate molto quindi spero piacciano anche a voi! 

DOSI PER 12 CIAMBELLE:

  • 125 ML di Zymil tiepido
  • 1 uovo bio
  • 10 Gr. di lievito senza glutine, molto meglio se di birra
  • La scorza di mezza arancia Bio
  • 40 Gr. di zucchero
  • 40 Gr. di olio Cuore
  • 1 bustina di vanillina senza glutine
  • 300 Gr. di farina Schar Mix B 
  • 15 Gr. di farina di riso
  • 35 Gr. di Maizena
  • Zucchero a velo

Preparate una terrina capiente e iniziate versando il latte tiepido, il lievito, la Maizena, la bustina di vanillina, l'uovo, l'olio, lo zucchero e la scorza d'arancia. Mescolate molto bene tutto con una forchetta, eliminando eventuali grumi. A questo punto, con le mani, versate la farina e impastate fino a quando non salterà fuori una palla liscia, morbida e omogenea. Spolverate la spianatoia di farina di riso e continuate a impastare con le mani e a lungo. Lavoratela con pazienza e poi fatene una palla. Infarinate la base della terrina (dev'essere abbastanza grande, perché l'impasto raddoppierà in volume). Poggiate nella terrina la palla di pasta, copritela con della pellicola (la terrina, non l'impasto) e poggiateci sopra un canovaccio pulito. Lasciate lievitare un'ora in forno spento, ma con la lucina accesa. 



Dopo un'ora riprendete l'impasto, che sarà diventato il doppio (se così non fosse, lasciatelo lievitare ancora) e sulla spianatoia formate uno strato alto circa 1 cm e mezzo, aiutandovi con un matterello. Intanto accendete il forno e portatelo a 180 gradi non ventilato. 

Preparate la teglia con la carta da forno. Io ho ritagliato un quadratino di carta per ogni donut.

A questo punto utilizzate un coppa pasta o, se non lo avete, un bicchiere di circa 8 cm di diametro e un altro oggetto (io ho usato un bicchierino da grappa) con un diametro di un paio di cm, per formare il buco centrale della ciambella.  

Create le ciambelline con il loro buco centrale e poggiatele sulla teglia. Continuate così finché non finirete la pasta (quindi terminato il primo giro di ciambelle, riprendete la pasta rimasta e il cerchiolino centrale avanzato dal buco e tornate a impastarla con le mani e a stenderla col matterello, così da finire tutto l'impasto).

Infornate per 15 minuti circa (dipende dal vostro forno). 



Togliete dal forno, attendete che si intiepidiscano un po' e spennellatele con un velo di latte. Poi cospargetele di zucchero a velo, normale o di codette colorate.

Non sono carine? Vi assicuro che sono anche buone e leggere. Adatte sia per la colazione che come dolce, magari accompagnate da una pallina di gelato, dopo cena. 
Certo, non sono sofficissime come quelle americane (con la farina senza glutine non è affatto semplice, al momento non ho trovato nessuno che ci sia riuscito), ma il risultato non è male, soprattutto se inzuppate nel latte a colazione o tagliate a metà e farcite di Nutella o Dulce de leche!

La prossima volta le farò fritte e magari cercherò una farina senza glutine più adatta a dolci soffici! Se avete suggerimenti, commentate! 



Per qualsiasi nozione inerente la celiachia, invece, vi rimando all’unico sito davvero attendibile nel quale potrete trovare risposta a ogni vostro dubbio. Il sito dell’Associazione Italiana Celiachia, AIC. Se però avete qualche domanda, più che altro incentrata sulla nostra esperienza personale, scrivetemi pure.

domenica 21 ottobre 2018

Torta salata zucchine, piselli e ricotta Gluten Free

21 ottobre 0 Comments

Bentrovati, cari Naviganti! Eccoci di nuovo qua a parlare di cucina gluten free. Parecchie domeniche fa ho spadellato un po' e dopo avervi mostrato le Zucchine tonde ripiene con tonno e ricotta, vi voglio consigliare una torta salata decisamente buona, bella e che si adatta perfettamente alla bella stagione (anche se ormai sta finendo)! Dovete sapere che io ADORO le torte salate!

Vediamo un po' cosa dobbiamo mettere nel carrello della spesa!

INGREDIENTI PER UNA TEGLIA DA 24 CM:

  • 1 grossa zucchina tonda Bio
  • 4 uova Bio
  • 100 grammi di panna fresca da cucina senza lattosio
  • 100 grammi di piselli freschi Bio
  • Sale iodato
  • Pepe nero
  • 100 grammi di ricotta senza lattosio
  • Olio Evo
  • 50 grammi di Parmigiano Reggiano
  • Erba cipollina fresca Bio
  • Pasta Brisè senza glutine tonda
  • Basilico fresco Bio



Per prima cosa lavate la zucchina accuratamente e non tagliatela. Portate poi una pentola d'acqua salata a ebollizione e immergete la zucchina per 3/4 minuti. Se è molto grossa potete tenerla anche 5. Scolatela e lasciatela raffreddare. 

Mentre si raffredda preparate la farcia. 

In un pentolino, fate scaldare i piselli in poca acqua e sale, e toglieteli un paio di minuti prima che arrivino al giusto grado di cottura. Come prima, fate raffreddare e se necessario scolateli dall'acqua in eccesso. 


In un boule di vetro sbattete le uova con una forchetta, salate, pepate e unite la panna, il Parmigiano Reggiano, la ricotta e l'erba cipollina precedentemente lavata e tritata, così come il basilico.

A questo punto togliete il picciolo alla zucchina e tagliatela a dadini molto piccoli. Unitela alla farcia insieme ai piselli. Mescolate delicatamente il composto. Assaggiatene pochissimo (ci sono le uova ancora crude!) e correggete di sale se necessario.


Stendete la pasta Brisè nello stampo per torte, sopra un foglio di carta da forno e bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta. Riempite la tortiera con la farcia e ripiegate i lembi della pasta sopra la torta delicatamente. Io ho tenuto da parte delle listarelle di zucchine per decorare la superficie. Spolverate con una manciata di Parmigiano Reggiano. 


Infornate a 200 gradi per circa 40 minuti, gli ultimi 10 dei quali ventilati. Come sempre, vi consiglio di fare la prova dello stecchino (o la punta di un coltello) per verificare la cottura. 
Sfornatela e lasciatela intiepidire, dopo di che decoratela con un ciuffo di basilico. 
Il giorno dopo sarà persino più buona! Si conserva al massimo 3 giorni, tenendola in frigo coperta. Buon appetito! :)


Per qualsiasi nozione inerente la celiachia, invece, vi rimando all’unico sito davvero attendibile nel quale potrete trovare risposta a ogni vostro dubbio. Il sito dell’Associazione Italiana Celiachia, AIC. Se però avete qualche domanda, più che altro incentrata sulla nostra esperienza personale, scrivetemi pure.

mercoledì 26 settembre 2018

Zucchine tonde ripiene con tonno e ricotta Gluten Free

26 settembre 0 Comments

Buongiorno a tutti, cari naviganti! 
Le giornate di sole lunghe e luminose mi mettono voglia di stare ai fornelli e qualche weekend fa ho spadellato un po', così mi è venuta voglia di condividere con voi le mie creazioni. Iniziamo dalle Zucchine Ripiene! Vediamo quali sono gli ingredienti utili per fare questo piatto davvero sfizioso e leggero. 

INGREDIENTI PER 2 ZUCCHINE:

  • 2 zucchine tonde Bio
  • Parmigiano Reggiano q.b.
  • 100 grammi di ricotta senza lattosio
  • 100 grammi di piselli freschi Bio
  • Pepe nero
  • Olio EVO
  • Sale iodato
  • Tonno di qualità, quantità a piacimento, completamente sgocciolato o al naturale
  • (se piacciono, una manciata di capperi)
  • Pan grattato senza glutine, ma solo se la farcia risulta troppo liquida
  • Erba cipollina fresca


Per prima cosa lavate le zucchine accuratamente e non tagliatele. Portate poi una pentola d'acqua salata a ebollizione e immergete le zucchine per 3/4 minuti. Se sono molto grosse potete tenerle anche 5, ma non di più. Scolatele e lasciatele raffreddare. 

Mentre si raffreddano preparate la farcia. 

In un pentolino, fate scaldare i piselli in poca acqua e sale, e toglieteli un paio di minuti prima che arrivino al giusto grado di cottura. Come prima, fate raffreddare e se necessario scolateli dall'acqua in eccesso. 
In un boule di vetro schiacciate il tonno con una forchetta, poi unite la ricotta, un pizzico di sale, di pepe nero e l'erba cipollina tritata e precedentemente lavata. Nel caso vi piacciano, potete aggiungere una manciata di capperi (io non li amo e li ho omessi). 
Unite a questo punto i piselli. Mescolate tutto delicatamente.


Torniamo alle nostre zucchine. Con un coltello a lama liscia, tagliate le zucchine a circa un terzo dall'alto, tenendo da parte la "calotta". Con uno scavino, procedete a svuotare l'interno delle zucchine, lasciando dal bordo e dal fondo circa mezzo centimetro. Con un mixer riducete in crema la polpa. Salatela e pepatela.
Unite la crema di zucchine alla farcia e assaggiate tutto. Correggete eventualmente di sale e, se dovesse risultare troppo liquida, aggiungete quanto basta di pan grattato senza glutine. 

E' arrivato il momento di farcire le zucchine. Con l'aiuto di un cucchiaino, riempitele e spolverate la superficie con una manciata di Parmigiano Reggiano. Versate un filo sottilissimo d'olio EVO e richiudete ogni zucchina con la propria calotta. 

In una teglia di giuste dimensioni versate un po' d'olio EVO e poggiatevi sopra le zucchine, poi aggiungete qualche millimetro d'acqua. 

Infornate in modalità statica a 200 gradi per circa 20/25 minuti. Come sempre, fate la prova stecchino -sulla calotta- prima di sfornare.

Sono deliziose sia a temperatura ambiente che caldissime. :) Decoratele, al momento di servirle, con qualche filo d'erba cipollina.


Per qualsiasi nozione inerente la celiachia, invece, vi rimando all’unico sito davvero attendibile nel quale potrete trovare risposta a ogni vostro dubbio. Il sito dell’Associazione Italiana Celiachia, AIC. Se però avete qualche domanda, più che altro incentrata sulla nostra esperienza personale, scrivetemi pure.

sabato 15 settembre 2018

La Luce Sugli Oceani - M.L. Stedman

15 settembre 0 Comments

Rieccomi, dopo un sacco di tempo, a parlare di libri! 

Chi mi conosce sa bene perché ho comprato questo libro. 
Sì, esatto: solo ed esclusivamente per il faro in copertina. 

Ho una grande passione per i fari marittimi e ogni volta che ne incontro uno, devo farlo mio. E' più forte di me. Che siano soprammobili, calamite per il frigo o libri. Non ho nemmeno letto la trama, l'ho visto e l'ho comprato. Così, sulla fiducia. Un libro che parla di fari, non può essere un libro scadente.

E avevo ragione, perché si tratta proprio di un bel romanzo.  L'ho letto appena uscito, quindi nel 2012, ma ne scrivo solo ora perché è tornato sulla cresta dell'onda grazie al film, proiettato nelle sale cinematografiche un paio d'anni fa. 

Vediamo insieme di cosa parla.

La trama senza spoiler

Isabel ama la luce del faro tra gli oceani, che rischiara le notti. 
E adora le mattine radiose, con l'alba che spunta prima lì che altrove, quasi quel faro fosse il centro del mondo. Per questo ogni giorno scende verso la scogliera e si concede un momento per perdersi con lo sguardo tra il blu, nel punto in cui i due oceani, quello australe e quello indiano, si stendono come un tappeto senza confini. Lì, sull'isola remota e aspra abitata solo da lei e suo marito Tom, il guardiano del faro, Isabel non ha mai avuto paura. Si è abituata ai lunghi silenzi e al rumore assordante del mare. 

Ma questa mattina un grido sottile come un volo di gabbiani rompe d'improvviso la quiete dell'alba. Quel grido, destinato a cambiare per sempre la loro vita, è il tenue vagito di una bambina, ritrovata a bordo di una barca naufragata sugli scogli, insieme al cadavere di uno sconosciuto. Per Isabel la bambina senza nome è il regalo più grande che l'oceano le abbia mai fatto. È la figlia che ha sempre voluto. E sarà sua. Nessuno lo verrà a sapere, basterà solo infrangere una piccola regola. Basterà che Tom non segnali il naufragio alle autorità, così nessuno verrà mai a cercarla. 

Decidono di chiamarla Lucy. Ben presto quella creatura vivace e sempre bisognosa d'attenzione diventa la luce della loro vita. Ma ogni luce crea delle ombre. E quell'ombra nasconde un segreto pesante come un macigno, più indomabile di qualunque corrente e tempesta Tom abbia mai dovuto illuminare con la luce del suo faro. Perché sulla terraferma, tra la civiltà, c'è una donna che spera ancora. Una donna infelice, ma determinata. 

Questa è una storia che esplora ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e come spesso sembrino la stessa cosa. Questo è il romanzo di una madre e di un padre e della loro figlia segreta. Questo è il punto in cui amore e colpa si incontrano, e non vi lasceranno più.



Il libro risulta facilmente leggibile e quasi mai pesante. Positivo da un lato, negativo dall'altro (malgrado i temi trattati, non ho versato una lacrima). Forse, una scrittura meno scorrevole, ma più complessa, avrebbe reso giustizia a una trama particolarmente drammatica. Premetto che non è il mio genere, di norma preferisco gialli, thriller, noir o fantascienza distopica e non amo molto i drammi e le tragedie greche, eppure... questo libro mi ha colpita.  
La trama, davvero molto bella, tiene incollati alle pagine e riesce a suscitare una serie infinita di emozioni, spesso e volentieri molto contrastanti fra loro. La luce e l'ombra si alternano e si rincorrono fino alla fine. 
Le tematiche toccate sono forti e l'intenzione dell'autrice (soltanto una donna è in grado di scrivere un libro così) è far prendere una posizione al lettore, ma è una cosa quasi impossibile da attuare. Durante la lettura si oscilla inevitabilmente e continuamente di qua e di là. Vorresti schierarti e prendere una decisione giusta, ma capire cosa è giusto e cosa sbagliato è, di fatto, complicatissimo, se si fa tanto di immedesimarsi con i protagonisti. 
Il tema della maternità, poi, è sempre un tasto delicato.  
I neonati - e i bambini - sono creature pure, innocenti e spesso "usate" da noi adulti per colmare vuoti e per farci sentire completi e realizzati, ma a quale costo? Alla fine, sono sempre loro a rimetterci, sempre loro a soffrire per le scelte egoiste fatte da adulti forniti di un ego fuori scala. Questo romanzo parla quindi dell'amore, della sofferenza, della solitudine e dell'isolamento. La luce e l'ombra sono due protagonisti e il fascio di luce che ruota incessantemente sulle teste di Tom e Isabel, è metafora della vita; amore e senso di colpa, gioia e dolore, giusto e sbagliato, verità e menzogne, salvezza e perdizione.

Non ho avuto modo di vedere il film e malgrado la presenza del bravissimo Fassbender, ho preferito evitare di "rovinarmi" il libro. Ho sempre paura di vedere le trasposizioni cinematografiche di un'opera che ho precedentemente letto, quindi, se qualcuno di voi lo ha visto, è pregato di dirmi com'è e se è fedele o meno alla trama. 

Per concludere, se volete conoscere meglio voi stessi, leggetelo. Vi stupirà notare di non essere così tanto certi dei vostri stessi sentimenti. Potreste scoprire di non conoscervi così tanto a fondo come pensate.

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